Mare: illustrata al CIPOM la riforma dei porti

CIPOM

“Rafforzare e modernizzare il sistema portuale italiano”; nasce la società ‘Porti di Italia S.p.A.’

Roma. È questo l’obiettivo della prossima riforma dei porti, emerso dalla illustrazione fatta dal Viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi alla riunione del CIPOM, il Comitato Interministeriale per le Politiche del Mare tenutasi (18 dicembre) a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Ministro Nello Musumeci.

“Pianificazione, coordinamento integrato, sostenibilità ed efficienza sono i pilastri su cui erigere un nuovo modello di governance indirizzato a linee guida comuni, coordinamento delle concessioni e armonizzazione dei piani regolatori portuali”, ha spiegato Rixi.

Per il Viiceministro Rixi, le direttrici della riforma sono “governance, investimenti, semplificazioni e lavoro portuale con una strategia che affronti la concorrenza dei porti Nord Africa, Mediterraneo Orientale e Nord Europa.

L’intervento di Rixi – al CIPOM – ha messo in luce criticità e obiettivi della riforma, evidenziando che il Sistema portuale italiano ha bisogno di un rafforzamento ‘governance’ a livello centrale del MIT con poteri di indirizzo strategico e controllo; cercare di coorrdinare le attività delle AdSP e ricucire la frammentarietà della governance portuale; valorizzare le risorse pubbliche disponibili, coinvolgendo i capitali privati soprattutto nella realizzazione di una rete infrastrutturale portuale secondo un’ottica strategica nell’orizzonte dell’efficientamento del sistema in termini di semplificazioni, digitalizzazione e sostenibilità.

La logica riformatrice della Governance portuale sarà in capo al MIT (indirizzo e risorse finanziarie); poi il Presidente dell’AdsP, unitamente al CG e al CRC, procede alla manutenzione di nuovi investimenti per infrastrutture portuali; poi, di concerto con l’Ufficio territoriale portuale, stabilirà le concessioni e le relative tasse e canoni del concessionario.
La figura del Presidente dell’AdSP come si nota da questi primi passi rimane depotenziata a mero ‘Direttore Marittimo’.
In particolare sulla ‘governance’, l’On. le Rixi ha sottolineato le priorità del MIT: – approvazione di un piano portuale periodico che definisca le linee strategiche e la pianificazione; – strumenti di armonizzazione dei piani regolatori portuali.

Mentre sulla ‘Strategia e pianificazione centrale (MIT)’ si parla di – approvazione da parte del MIT di schemi di bandi e contratti di concessione tipo; – espressione di pareri preventivi e vincolanti da parte del MIT in relazione all’affidamento delle concessioni rilevanti ai fini della coerenza con il piano portuale; – concessioni; – presentazione annuale di piani di intervento; – inserimento di un rappresentante MIT nel Comitato di Gestione; – definizione di specifici KPI (Key Performance Indicators).

“Una delle principali novità riguarda la creazione di una società a controllo pubblico “Porti di Italia S.p.A.” col compito di gestire gli investimenti e di rappresentare il sistema portuale italiano a livello internazionale, con un ruolo fondamentale nel rafforzamento della sua proiezione globale.

Le parole chiave della proposta di riforma sono: Semplificazione della disciplina in tema di classificazione dei porti e di definizione del demanio portuale. Semplificazione delle procedure doganali e amministrative, anche in termini di digitalizzazione. Semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti di cold ironing. Semplificazione delle attività di pianificazione preordinate all’adozione del piano regolatore portuale. Semplificazioni delle procedure amministrative concernenti il dragaggio dei porti. Semplificazione della disciplina concernente i servizi di interesse generale, diversi dai servizi tecnico-nautici.

Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente il lavoro portuale, incentivazione alla formazione, revisione della normativa vigente in materia di sicurezza di lavoro portuale, riqualificazione dei profili professionali.

Se per il Viceministro Rixi si auspica di proporre il modello societario sul livello nazionale (Porti d’Italia), allora a livello locale le AdSP faranno parte di tale società? Ed avranno la stessa tipologia, visto che ad oggi hanno un assetto di ‘Ente pubblico non economico’, assetto contestato anche a livello europeo? Se così, allora Comuni, Provincie e Regioni parteciperebbero a detta società? E come verrebbe rispettata la vocazione di ciascun porto italiano?

Gli obiettivi – ha concluso il Viceministro- saranno operare la semplificazione e la riorganizzazione, lo sviluppo organico e funzionale a beneficio dei nostri scali. Una nuova visione che mira a rendere i porti italiani più moderni, sostenibili e capaci di rispondere alle sfide globali del settore.

Sull’argomento abbiamo sentito, il Prof Ugo Patroni Griffi, già presidente dell’AdSPMAM.

“La proposta di riforma nella legge 84/94 – afferma il Prof Ugo Patroni Griffi – di cui si leggono sui giornali delle anticipazioni, e che prevede la costituzione di una sorta di società holding con funzione di direzione e coordinamento delle attuali autorità portuali sembra coerente con le linee guida recentemente pubblicate dall’Ocse (OECD Guidelines on Corporate Governance of State-Owned Enterprises). L’Ocse precisa, infatti, che lo Stato dovrebbe affidare i poteri sull’impresa pubblica ad organi della pubblica amministrazione ben determinati (e dotati delle necessarie competenze e risorse), ove ciò non appaia possibile è opportuno costituire un ente apposito (nell’ipotesi una società a controllo pubblico) cui delegare i compiti di direzione e coordinamento delle sottostanti imprese pubbliche”.

Nel corso dei lavori, il Comitato Interministeriale per le POlitiche del Mare si è occupato anche di dragaggi, Aree marine protette e Zone economiche esclusive, temi che, assicura il Ministro Musumeci, “ci vedranno impegnati nelle prossime settimane in un serrato calendario di incontri tra gli esperti ed i rappresentanti degli undici dicasteri presenti nel CIPOM. Sono problemi insoluti che aspettano da tempo risposte concrete”.

Il Comitato CIPOM, presieduto dal Ministro per le POlitiche del Mare provvede alla elaborazione e approvazione del Piano del Mare, con cadenza triennale, contenente gli indirizzi strategici in materia di: – tutela e valorizzazione della risorsa mare dal punto di vista ecologico, ambientale, logistico, economico; – valorizzazione economica del mare (archeologia subacquea, turismo, pesca, risorse energetiche); – valorizzazione delle vie del mare e sviluppo del sistema portuale; – promozione e coordinamento delle politiche per la continuità territoriale da e per le isole; – promozione del sistema-mare a livello internazionale; – valorizzazione del demanio marittimo.

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prof. Ugo Patroni Griffi, Ordinario di Diritto Commerciale e titolare della cattedra di Infrastrutture e Logistica sostenibili nell’Università Aldo Moro di Bari)