L’IMO disposta a tassare il carbonio

MEPC82 dell'IMO

L’82a sessione del MEPC82 dell’IMO conclude la negoziazoione dei requisiti di intensità dei gas serra, e si parla di un nuovo meccanismo di tariffazione degli stessi

Londra. Il Comitato per la Protezione dell’Ambiente Marino (MEPC) dell’IMO si è concluso venerdì riducendo le proposte di misure politiche a medio termine in grado di guidare una transizione energetica nel trasporto marittimo internazionale a sole tre opzioni, con un probabile percorso di riduzione dei gas serra (GHG) scelto per il prossimo anno.

Le tre opzioni, secondo una lettura dell’University College London (UCL) Energy Institute di Londra, sono: – un meccanismo di flessibilità di per sé e nessun prelievo/prezzo universale sui gas serra; – un meccanismo di feebate associato a un prelievo/prezzo universale sui gas serra; – e un meccanismo di feebate combinato con un meccanismo di flessibilità.

Feebate, neologismo costituito dall’unione dei termini inglesi fee e bate – rispettivamente commissione e sconto – e usato in ambito economico, nel settore dei trasporti; consiste in una politica di agevolazioni che incoraggia il miglioramento continuo del risparmio di carburante dei vettori e delle emissioni di gas serra, fornendo incentivi ai produttori e ai consumatori.

La maggioranza degli Stati membri ora sembra di aderire a una tassa, si legge iu una nota dell’UCL Energy Institute.

Il Dott.Tristan Smith dell’UCL ha commentato: “Gli Stati membri che guardano al prelievo per il sostegno a una transizione giusta ed equa dovrebbero essere ottimisti sulla base di questo incontro. Dovranno anche essere pazienti: c’è ancora molto lavoro da fare prima dell’approvazione al MEPC 83 nell’aprile 2025”.

Delaine McCullough, presidente della Clean Shipping Coalition, ha dichiarato: “Mentre abbiamo visto segnali incoraggianti di un numero in rapida crescita di Stati membri dell’IMO che si uniscono intorno alla tassa universale sulle emissioni di gas serra, compresi gli sforzi da parte degli Stati per combinare diverse opzioni in una, c’è una preoccupante mancanza di progressi nel fare scelte difficili. In nessun altro luogo questo è più problematico della mancanza di urgenza che stiamo riscontrando riguardo al rafforzamento della misura di efficienza energetica. Per intenderci: non riuscire a massimizzare immediatamente l’efficienza del settore metterà completamente fuori portata l’obiettivo di ridurre le emissioni del 30% entro il 2030”.

Altri argomenti discussi al MEPC la scorsa settimana includevano un ampio dibattito sulle carenze dell’indicatore di intensità di carbonio (CII) e dell’indice di efficienza energetica delle navi esistenti (EEXI).

Tra le importanti tappe concordate confermate la scorsa settimana c’è un accordo per l’adozione di emendamenti chiave all’allegato VI della MARPOL, che designano l’Artico canadese e il Mare di Norvegia come aree di controllo delle emissioni (ECA) per ossidi di azoto, ossidi di zolfo e particolato.