L’Europa verso una protezione dell’ambiente più efficiente
Bruxelles. Il 20 maggio è entrata in vigore la direttiva UE riveduta sulla protezione dell’ambiente attraverso il Diritto penale. Lo scopo della revisione era quello di contribuire a una protezione più efficiente dell’ambiente, in quanto si ritiene che la precedente Direttiva europea non sia sufficientemente dissuasiva.
La Direttiva 2008/99/CE è stata adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dal 2008. Ha delineato lo scopo generale di proteggere l’ambiente e diminuire i livelli di criminalità ambientale nell’UE.
Nel 2020, una valutazione effettuata dalla Commissione ha rilevato che ‘ci sono gravi carenze in tutti gli Stati membri e a tutti i livelli della catena dell’applicazione della legge che impedisce il Diritto ambientale penale di essere efficace’.
La nuova e riveduta Direttiva mira a stabilire un quadro simile in tutti gli Stati membri dell’UE ed è intesa ad aumentare l’efficacia delle indagini e del perseguimento della criminalità ambientale in tutta l’UE.
Il campo di applicazione della Direttiva è ora molto più ampio, con il numero di categorie criminali che sono aumentate da 9 a 18. I reati rilevanti nello shipping includono: lo scarico di sostanze inquinanti delle navi; riciclaggio delle navi che non è conforme alle normative UE; l’introduzione e la diffusione di specie esotiche invasive sul territorio dell’UE; la spedizione illegale di rifiuti.
Inoltre, la Direttiva invita gli Stati membri a criminalizzare l’incitamento, l’aiuto o il tentativo di commettere uno qualsiasi dei crimini di cui sopra. La Direttiva include ancora la responsabilità delle società per comportamenti specifici inquinanti.
Anche l’armonizzazione dei livelli di sanzione in tutti gli Stati membri fa parte della Direttiva modificata. Essa mira inoltre a stabilire livelli minimi di pena, proporzionati al reato.
La pena detentiva massima è fino a 10 anni per i reati che possono aver causato o rischiano di causare la morte o lesioni gravi. Per le persone giuridiche, la sanzione minima non dovrebbe essere inferiore al 3% del fatturato totale mondiale della società nell’esercizio precedente.
La revisione introduce inoltre alcune sanzioni accessorie e misure sia per le persone fisiche sia giuridiche, compreso l’obbligo di riabilitare le aree inquinate o danneggiate.
Dall’entrata in vigore della nuova Direttiva il 20 maggio 2024, gli Stati membri hanno ora due anni per intraprendere le azioni necessarie per integrare la Direttiva nelle rispettive legislazioni nazionali.
Ciascuno Stato deve presentare statistiche annuali che includano il numero di casi di criminalità ambientale segnalati, nonché le rispettive strategie nazionali per la lotta ai reati ambientali.