La Francia presenta un piano per 15 GW di eolico offshore in 10 anni

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La Francia non aspetta e va avanti sull’eolico; nell’area del Mediterraneo sono previsti anche porti eolici offshore

Parigi. L’altro giorno (venerdì 17 ottobre) il Ministro dell’Energia Olga Givernet e il Ministro del Mare e della Pesca hanno fornito un aggiornamento sui piani del Governo per sfruttare l’eolico offshore.

Si parla di 15 GW di progetti eolici offshore già in cantiere nei prossimi 10 anni. Con tali progetti, la Francia vuole diventare carbon neutral entro il 2050 e si prepara a lanciare nei prossimi mesi le gare d’appalto per due parchi eolici fissi e tre galleggianti per un totale di 9,2 GW.

“Le nuove installazioni fanno parte dei piani nazionali per avere 45 GW di energia verde entro il 2050. Questo è un segnale per la catena del valore industriale, per dire loro che non è il momento di delocalizzare o redigere piani di licenziamento”, ha detto il Ministro Olga Givernet.

Alcune delle principali zone marittime identificate per lo sviluppo dell’eolico offshore includono il Canale della Manica e il Mare del Nord, la Bretagna e l’Atlantico settentrionale. Tuttavia, un’attenzione particolare è stata rivolta alla regione mediterranea.

Il Governo francese prevede di produrre 1,5 GW di eolico offshore nelle acque del Mediterraneo entro il 2025 attraverso due parchi eolici galleggianti.
Nell’area del Mediterraneo sono previsti anche porti eolici offshore.
Interessata è la regione dell’Occitania che si è impegnata a investire oltre 360 milioni di dollari per ristrutturare i porti di Sète e Port-la-nouvelle, trasformandoli in hub per la costruzione, la logistica e il supporto per i parchi eolici offshore galleggianti.

Inutile sottolineare la continua driatriba tre i due Sindaci dei due porti su tale progetto che per molti è faraonico (quello di Sète, ancora non convinto; mentre il Sindaco di Port-La-Nouvelle è ottimista).
Sète è una piccola cittadina sul mare – una vera città d’acqua – con un affascinante porto mediterraneo sulle coste della Linguadoca-Roussillon nel sud della Francia, a metà strada tra Marsiglia e il confine spagnolo. Fiorente è la pesca e la coltura di cozze e ostriche nello stagno salato di Etang de Thau.

L’altro porto francese è Port-La-Nouvelle, sermpre commerciale peschereccio e turistico, definto dal presidente del Propeller Club di Sète “il più piccolo dei grandi porti e il più grande dei piccoli”.
Insieme a Sète hanno caldeggiato per anni l’obiettivo di far risparmiare alle navi che giugono dal Canale di Suez cinque giorni di navigazione, invece di proseguire per la rotta per Gibilterra per giungere nei porti del nord Europa. Ma Genova sicuramente non stava a guardare, anche dopo l’esperienza fallita degli Israeliani di investire in un terminal container in questi porti francesi.

E’ doveroso sottolineare che i porti di Sète e di Port-La-Nouvelle sono sul Canal du Midì, costruito tra il 1667 e il 1694, una straordinaria creazione di ingegneria civile che per anni ha aperto la strada all’industrializzazione della regione ed ora è ‘Patrimonio univerale dell’Unesco’.

Ancora più importante, il Governo francese ha fissato un obiettivo ambizioso del 50% di contenuto locale a sostegno della catena di approvvigionamento nazionale dell’eolico offshore. Ciò avviene in seguito alle notizie secondo cui GE Vernova, uno dei principali produttori globali di turbine eoliche, sta ridimensionando le sue operazioni in Francia. Sfortunatamente, ciò comporterà il ridimensionamento della sua forza lavoro, con ben 900 posti di lavoro in gioco.

Si vedrà! Mentre in Italia si discute, si ragiona, si promette e altro ancora senza vedere un orizzonte industriale moderno.

Fabrice Loher, Ministro del Mare e Olga Givernet Ministro dell'Energia

(Fabrice Loher, ; foto courtesy Wikipedia)

Carta del Canal du Midi

(Carta del Canal du Midi , patrimonio dell’Unesco; con i porti di Sete e di Port-La-Nouvelle sul Mare Mediterraneo; foto courtesy Unesco)