Dall’Autorità portule al Sistema Portuale, fino ad arrivare all’Autorità di Sistema regionale della Logistica. Si prevede di creare un organismo di coordinamento ‘a controllo Mit’ e una revisione della governance delle AdSP verso un modello adatto ad attrarre anche investimenti privati
Roma. Il settore marittimo.portuale italiano si appresta a navigare verso un nuovo corso, guidato dalla proposta governativa di riforma portuale annunciata per la fine del 2024.
In un clima di attesa e progettualità, il dibattito sulla gestione e l’efficienza dei porti si infiamma, infatti, in questi giorni, Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha anticipato che presto in Finanziaria 2024 saranno predisposti i termini per trasformare i porti in Spa. Il Viceministro Salvini parla dell’idea di un possibile ‘commissariamento’ delle Autorità Portuali.
Questa mossa avrebbe l’obiettivo di fungere da transizione regolatoria fino all’entrata in vigore della nuova riforma, una sorta di timone temporaneo per mantenere la rotta verso l’innovazione.
Ed allora, che senso e significato ha la selezione prossima dei candidati alla presidenza delle AdSP, quando invece saranno tutte commissariate? (Comprese quelle già in atto).
Riforma portuale del Governo orientata a una possibile sdemanializzazione e patrimonializzazione di una o più Port Authority Spa a controllo pubblico. Contrari sindacati (Uiltrasporti) che presso l’opposizione politica – la deputata Pd Valentina Ghio – ha esposto un’interrogazione, mentre altri analisti esprimono parere favorevole per un ritocco sul modello aeroporti o modello greco. L’esecutivo Meloni sta valutando l’ipotesi di una privatizzazione selettiva e parziale del nostro sistema portuale sul modello di quanto avvenuto per gli aeroporti.
“È in corso di valutazione l’opportunità di utilizzare i correttivi alla manovra di bilancio come sede in cui avviare la riforma di settore”.
Con queste parole l’On.le Tullio Ferrante, deputato di Forza Italia e sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha risposto a un’interrogazione parlamentare avente ad oggetto l’ipotesi molto lontana di un intervento del Governo nel settore portuale già con la prossima legge di bilancio.
Un’ipotesi – coadiuvata da Forza Itala e portata avanti dalla Lega – che intnde coinvolgere i privati, tramite un nuovo soggetto di coordinamento ‘a controllo Mit’ per arrivare alle Autorità di Sistema Portuale.
L’On. le Ferrante pensa di individuazione un organismo a ‘controllo Mit’ per la programmazione e il coordinamento degli investimenti strategici portuali e il riordino delle competenze tra le diverse Autorità di Regolazione, per evitare duplicazioni di funzioni e sovrapposizioni che determinano un costo in termini di inefficienza e di sviluppo competitivo.
La revisione della governance delle Autorità di Sistema Portuale sarà indirizzata verso un nuovo modello idoneo ad attrarre investimenti, anche privati, per la valorizzazione del patrimonio pubblico di rilievo strategico e capace di rendere operativi gli interventi di innovazione digitale già previsti a livello di Pnrr, volti a migliorare l’efficienza dei nostri porti e a favorire l’interoperabilità tra i diversi attori coinvolti. I tempi dovranno essere coordinati con il rilancio degli investimenti”.
“Il progetto di riforma organica del Sistema Portuale italiano – afferma Ferrante – rappresenta una priorità del Governo sul quale il Mit è al lavoro attraverso un confronto continuo tra le Istituzioni e tutti gli operatori del settore. L’obiettivo è quello di migliorare la competitività del sistema portuale e logistico nazionale, agevolare la crescita dei traffici di merci e persone e incentivare l’intermodalità, semplificando gli iter procedurali, istituzionali e amministrativi”.
Il Partito Democratico – tramite l’interrogante l’On,le Valentina Ghio – si dichiara insoddisfatto: “Oltre a spezzettare e spacchettare procedure e competenze in materia portuale attraverso l’applicazione dell’Autonomia differenziata, il Governo conferma un ennesimo possibile avvio della tanto annunciata riforma dei porti senza escludere l’apertura ai privati e parlando esplicitamente di revisione della governance delle Autorità di Sistema verso un nuovo modello idoneo ad attrarre privati e valorizzare il patrimonio pubblico di rilievo strategico.
Due impostazioni pericolose che rischiano di indebolire un settore centrale per l’economia del Paese, con ricadute su aspetti fondamentali come la pianificazione, la competitività e le tutele del lavoro. Uno scenario che il Governo, rispondendo con il sottosegretario al Mit, On.le Ferrante, alla mia interrogazione non ha smentito, anzi con parole generiche e non precise, ha confermato. Nessun cenno è poi stato fatto all’impatto dell’Autonomia differenziata sul sistema portuale eludendo ancora una volta la domanda. Senza chiarezza il rischio è che a pagarne le conseguenze sia un intero settore, a partire dai suoi lavoratori, se le tutele e i contratti venissero diversificati da Regione a Regione. Uno scenario assolutamente da scongiurare ed evitare”.