IL 2030 sarà l’anno dell’entrata in servizio del tunnel Europa-Africa sotto lo Stretto di Gibilterra

tunnel sotto Gibilterra

In Italia il Ponte sullo Stretto e in Spagna il tunnel sotto Gibilterra per l'Africa

Madrid. Collegare l'Europa all'Africa se ne parla da molto tempo: il progetto presentato per la prima volta già nel 1979 dalla Sociedad Española de Estudios para la Comunicación Fija a través del Estrecho de Gibraltar, S.A. (SECEGSA). In quegli anni con la tecnologia in uso delle costruzioni sottomarine era impossibile forare lo strato di roccia; successivamente si era parlato di un tunnel appoggiato sui fondali e tenuto in quota-posizione da cavi di acciaio. Dal 2009 le due società, la spagnola SECEGSA e la marocchina SNED collaborano al progetto di un tunnel solo ferroviario perché il problema dello smaltimento dei gas di scarico di camion e auto si è rivelato irrisolvibile.

Un collegamento sottomarino attraverso lo Stretto di Gibilterra, lungo 34 km. – 27,8 km tutti sotto il mare ad una quota -475 mt s.l.m. – e con costi che si aggirano tra i 7-9 miliardi di euro. Secondo i progettisti, l'opera dovrebbe entrare in servizio in tempo per i Mondiali di calcio del 2030, ospitati da Marocco, Spagna e Portogallo.

Il Governo spagnolo ha annunciato uno stanziamento di 2,3 milioni di euro per finanziare uno studio progettuale e di fattibilità del tunnel sottomarino che collegherebbe l'Europa all'Africa, sotto lo  Stretto di Gibilterra.

La SECEGSA in collaborazione con quella marocchina, – la ‘Société Nationale d'Études du Détroit de Gibraltar' (SNED) – stanno valutando la progettualità e la costruzione del tunnel; ultimamente, la società spagnola ha dichiarato: “Il collegamento fisso attraverso lo Stretto di Gibilterra sarà decisivo per una maggiore integrazione di due continenti, l'Europa e l'Africa, in ambito sociale, economico e umano”.

 “Lo Stretto di Gibilterra – prosegue una nota di SECEGSA – è un luogo chiave per il trasporto marittimo e il commercio globale, est-ovest, le cui possibilità aumenteranno se verrà realizzato il percorso complementare che sarebbe il collegamento fisso nord-sud. Un'infrastruttura che integra e non esclude le rotte marittime, che sfrutterà tutte le opportunità offerte dalle interconnessioni ferroviarie dell'Europa e dell'Africa, promuovendo uno sviluppo equilibrato e completo di entrambe le sponde dello Stretto di Gibilterra, di entrambi i Paesi: Spagna e Marocco, delle due sponde del Mediterraneo e anche dei due continenti: Europa e Africa”.

L'ingresso del tunnel sarebbe aperto a Tangeri, in Marocco, non lontano dal maxi terminal di transhipment dei container, e della zona franca di Tanger Med; centro hub di traffici e attività industriali da tutti i Paesi europei.
Mentre sulla sponda spagnola l'entrata nel tunnel sarà a Punta Paloma: l'infrastruttura  consisterà di due gallerie ferroviarie a binario unico con una sezione circolare di 7,9 metri di diametro e una galleria di servizio/sicurezza tra di esse ogni 340 metri.

E ora, a spingere per la fattibilità del progetto contribuirebbe il Governo del premier Sanchez da sempre favorevole a una forte integrazione con il Marocco.