Navi da crociera: dal 2000 a oggi dimensioni raddoppiate. E crescono anche le emissioni

report di T&E

Secondo il report di T&E nel 2050, le navi da crociera potrebbero essere 8 volte il Titanic.

T&E: “E-fuels l'unica soluzione sostenibile e necessario tassare il turismo di lusso”

-Le navi da crociera più grandi al mondo sono, per dimensioni, il doppio di quelle del 2000;
-Al tasso di crescita attuale, nel 2050 le più grandi navi da crociera potrebbero diventare quasi otto volte più grandi del Titanic e trasportare circa 11.000 passeggeri;
-Il numero di navi da crociera è aumentato di venti volte, da appena 21 nel 1970 alle 515 di oggi;
-Le emissioni di CO2 delle navi da crociera erano già 20% più alte nel 2022 rispetto al 2019, prima della pandemia;
-Le navi da crociera sono attualmente esenti dalle imposte sul carburante e dalla maggior parte delle imposte sulle società e sui consumatori. Un'imposta di 50 euro su un tipico biglietto di crociera porterebbe 1,4 miliardi di euro a livello globale e 377 milioni di euro in Europa.

Le navi da crociera hanno raddoppiato le loro dimensioni in soli 24 anni, dal 2000 al 2024. Questo quanto emerge dal nuovo rapporto di Transport & Environment (T&E), la principale organizzazione ambientalista indipendente europea. “Se continueranno a crescere a questo ritmo – spiega Carlo Tritto, Sustainable Fuels Manager di T&E Italia – nel 2050 le più grandi navi da crociera potrebbero raggiungere le 345.000 tonnellate di stazza lorda, quasi otto volte più grandi del Titanic”. La rapida crescita delle vacanze in crociera e l'aumento delle dimensioni delle imbarcazioni comportano un costo ambientale, afferma T&E, che chiede alle compagnie di investire in tecnologie verdi per ridurre il loro impatto sul pianeta e l'inquinamento atmosferico locale.
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Con la crescita dell'industria delle crociere sono aumentate anche le emissioni. L'industria globale delle crociere è esplosa negli ultimi cinquant'anni, come dimostra il numero di navi che è aumentato di oltre venti volte: nel 1970, infatti, erano 21 mentre oggi sono 515. L'incremento del numero e delle dimensioni delle navi da crociera ha portato però anche a un balzo nelle emissioni di CO2 del settore a livello UE: nel 2022 sono cresciute del 20% rispetto al 2019, l'anno prima della pandemia.

Tritto: “Emissioni delle crociere stanno sfuggendo di mano”. “Le navi da crociera di oggi, e in prospettiva ancora più quelle di domani, fanno sembrare il Titanic una barchetta da pesca” – dice Carlo Tritto “Solo qualche settimana fa il gruppo Carnival ha commissionato a Fincantieri la costruzione di tre nuove navi da crociera, le più grandi che il costruttore abbia mai messo in cantiere. Ma come per le auto che diventano sempre più grandi, è necessario chiedersi quanto ancora possano crescere questi giganti del mare. Il business delle crociere è il settore del turismo in maggiore crescita e le sue emissioni stanno rapidamente sfuggendo di mano”.

Il caso Icon of the Seas. Nel gennaio 2024 è stata lanciata la più grande nave da crociera del mondo fino ad oggi, la Icon of the Seas: praticamente una città galleggiante che ospita 40 ristoranti, 7 piscine e può trasportare 7600 passeggeri. Per farsi un'idea delle dimensioni, è più lunga di 15 balenottere azzurre ed è cinque volte più grande del Titanic.
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L'alternativa del gas naturale liquefatto non è sostenibile. Di fronte alle critiche legate al loro impatto, molti operatori crocieristici stanno passando al gas naturale liquefatto (GNL) in alternativa ai tradizionali carburanti navali come l'olio combustibile pesante. Le navi alimentate a GNL rappresentano il 38% degli ordini globali di navi da crociera. Sebbene il GNL emetta meno inquinanti locali e meno CO2, quando viene bruciato rilascia metano, un gas serra oltre 80 volte più potente della CO2. Le strutturali perdite di metano dai motori a GNL rendono queste navi più dannose per il clima rispetto ai carburanti navali tradizionali.

Tritto: “E-fuels sono l'unica soluzione”. Carlo Tritto aggiunge: “L'unica soluzione sostenibile e scalabile per decarbonizzare le attività marittime è costituita dai carburanti sintetici, o e-fuels, derivati da idrogeno verde. Essendo un business di lusso, gli operatori crocieristici dovrebbero assumersi la responsabilità dell'impatto climatico che causano e investire in questi carburanti, anche se più costosi. Se vogliono evitare di diventare visitatori sempre meno graditi, devono diventare più sostenibili.”

E-fuels potrebbero alimentare quasi il 4% della navigazione europea nel 2030. I carburanti sintetici potrebbero alimentare quasi il 4% della navigazione europea nel 2030, secondo un recente studio di T&E. La limitata disponibilità di e-fuels e le relative infrastrutture di stoccaggio non dovrebbero rappresentare un elemento troppo problematico per le navi da crociera, sottolinea T&E, poiché navigano su rotte molto programmabili, rendendo prevedibili e relativamente facili da pianificare le esigenze e i tempi di rifornimento.

E-fuels vantaggiosi economicamente. Lo studio evidenzia come il passaggio ai carburanti verdi possa essere anche finanziariamente vantaggioso per gli operatori crocieristici. Infatti, vista l'inclusione del settore marittimo al meccanismo di prezzamento del carbonio dell'UE, e le sanzioni progressivamente crescenti previste a partire dal 2025 dal Regolamento FuelEU Maritime per l'uso dei carburanti navali più inquinanti, navigare solo con combustibili fossili sarà del 13% più costoso nel 2030 rispetto a miscelare il 4% di metanolo sintetico (e-metanolo) nel mix di carburante. L'aumento di costo associato ad una navigazione con combustibili fossili rispetto alla miscelazione di e-fuels potrebbe raggiungere oltre il 30% nel 2040 e l'80% nel 2050.

T&E: Tassare turismo di lusso. Non solo. Le navi da crociera sono attualmente esenti dalle imposte sul carburante, dalle imposte sulle società e dalla maggior parte delle imposte sui consumatori a cui sono soggette le altre modalità di trasporto. Secondo l'analisi, introdurre una tassa di 50 euro su un tipico biglietto di crociera del valore di circa 1.400 euro genererebbe 1,4 miliardi di euro a livello globale. Proventi che potrebbero rappresentare finanziamenti cruciali per il clima e per garantire che il turismo di lusso sia tassato, ad esempio, nello stesso modo in cui lo sono gli automobilisti quando fanno il pieno, afferma T&E.