Energia dal mare: il potenziale nazionale per lo sviluppo sostenibile delle rinnovabili offshore

convegno offshore

Roma. Nell'Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati si è tenuto il II Convegno nazionale sull'energia dal mare. Al segretario di presidenza Riccardo Zucconi l'apertura e la chiusura. Intervengono, tra gli altri, Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Nello Musumeci, Ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare.

L'introduzione è stata a cura di Fulvio Mamone Capria, presidente dell'Associazione delle energie rinnovabili offshore. Fra i vari interventi della politica e dei rappresentanti dei partiti politici, interessante è stato quello per FI dell'On. le Mauro D'Attis, ricordando il fattivo suo lavoro per la proposta di candidare insieme i porti pugliesi di Taranto e di .

Poi, si è passati, nella mattinata, agli interventi dei presidenti delle AdSP interessati alla candidatura a tali insediamenti, che hanno illustrato i vari scenari dei porti e delle ; in particolare del Prof. Renato Loiero (consigliere per le politiche di bilancio della Presidenza del Consiglio); Prof. Avv. Sergio Prete (presidente dell'AdSP del Mar Ionio –Porto di Taranto); Prof. Avv. Ugo (presidente dell'AdSP del meridionale); Ing. Vincenzo Garofalo (presidente dell'AdSP del Mare Adriatico centrale); Ing. Francesco D'Alpa (dirigente dell'AdSP del Mare di Sicilia orientale); oltre agli interventi tecnico-funzionali di Saipem e Fincantieri; modera Luigi Merlo (presidente di Federlogistica).

Riportiamo per brevità le audizioni dei presidenti delle AdSP della Puglia, il convegno è ancora in corso.

“Il , giustamente per la prima volta, ha utilizzato un termine tecnico 'cantieristica' per questi insediamenti”, ha detto Patroni Griffi, perché di questo si tratta, cioè di cantieristica navale.

Infatti, l'assemblaggio delle pale eoliche si può fare in qualunque sito industriale; mentre il ‘porto' può essere o il luogo della movimentazione della componentistica eolica, o può essere il luogo di un'industria che si deve insediare in un porto.

Il presidente Patroni Griffi ha detto che “stiamo assistendo ad un cambio strategico di paradigma portuale: un cambio di paradigma che finalmente si riconosce in Italia che esiste un'industria a filo di banchina che va tutelata perchè moderna, che può crescere e che crea occupazione e che può salvaguardare l'ambiente. I documenti dell'AdSPMAM – Piano Regolatore del e Pianificazione energetica ambientale – vanno nella direzione convalidata dal Ministero e anche in sede Europa; infatti il nuovo regolamento TEN T e dei corridoi parla di porti ‘hub energetici': luoghi di produzione di energia, movimentazione e stoccaggio, non solo della commercializzazione dell'energia, ma anche porto come industria dell'energia”.

In sostanza, sostiene Patroni Griffi, bisogna abbandonare il concetto superato di porto industriale fine a se stesso e abbandonare i vecchi criteri, sempre più burocratici, per eventuali nuovi insediamenti energetici e tutto l'ordinamento portuale ne dovrebbe prendere atto.

“In questi ultimi anni, i porti del Mezzogiorno, ha sostenuto Patroni Griffi, hanno strumenti operativi potenti e moderni che li rendono competitivi: una ZES unica del Mezzogiorno; una ZES portuale unica, mentre le Autorità amministrative che gestiscono gli insediamenti sono due: per le attività retroportuali si ha lo sportello unico a Roma, struttura tecnica di missione; mentre per tutti gli investimenti che avvengono nei porti esiste una “autorizzazione unica ZES” che viene rilasciata dall'AdSP. Cioè un Ente che ha non solo le competenze, ma anche un Ente di prossimità che pianifica e che autorizza. Le ‘linee guida' (ormai definitive redatte dal CSLLPP), scrivono che poiché non è possibile frazione il progetto, l'autorizzazione ZES unica rilasciata dall'AdSP incorpora anche le modifiche varie di varianti al PRP e gli eventuali adeguamenti tecnico funzionali (ATF); strumento importante che semplifica i vari iter procedurali per gli insediamenti industriali e riducendo di molto i tempi di realizzazione delle opere stesse. Procedure che l'AdSPMAM ha già sperimentato”.

“Avendo candidato i porti di Brindisi e di Taranto con delle aree storiche e nuove aree in via di realizzazione per lo sostenibile delle rinnovabili offshore – ha detto Patroni Griffi – ora ci troviamo a fronteggiare il fattore ‘tempo'”.

“Su Brindisi , infatti, ha chiarito Patroni Griffi, avendo intercettato finanziamenti per realizzare delle infrastrutture nodali attese da oltre cinquant'anni; due casse di colmata che permettono il dragaggio nel porto di Brindisi (sperando in una legge quadro che ritenga il materiale di dragaggio un sottoprodotto e non un rifiuto); queste opere sono state appaltate e si avranno così nel porto di Brindisi spazi nuovi con decine e decine di ettari che potranno accogliere questa nuova cantieristica per le rinnovabili offshore, specialmente sulla cassa di colmata di Capo Bianco.

Ora l'appaltatore, essendo un'industria importante nella produzione di cassoni, venuta a conoscenza della candidatura del porto di Brindisi per l'eolico offshore, ha manifestato l'interesse a partecipare al progetto, anche a proporre e realizzare le ‘portanze'eccezionali di undici tonn/mq per la cantieristica offshore tramite forma di partenariato pubblico-privato per gestire le banchine con una per in galleggianti in calcestruzzo armato certificati da DNV come avviene nei mari del Nord Europa.

Però se l'autorizzazione arriva dopo tempi biblici, occorrerà rifare tutto il progetto e gare comprese, altri tre o quattro anni da aggiungere al 2026. La competizione fra porti è oggi e non domani! L'unico fattore che determina un investimento portuale è il fattore tempo e non solo i soldi; e il tempo è determinato dalla burocrazia- ha concluso l'audizione il presidente Patroni Griffi; salutato dal moderatore Luigi Merlo per quest'ultima sua settimana all'AdSPMAM, ringraziandolo per il lavoro di questi suoi sette anni seguito dall'applauso di tutti i presenti.

Poi è stata la volta dell'audizione del presidente dell'AdSP Mare Ionio Prof. Sergio Prete che ha inciso: “Taranto è l'unico porto d'Italia che ospita l'unico offshore del Mediterraneo; quindi il porto presenta già un know how per l'assemblaggio degli impianti; una presenza importante nel retroporto di uno dei due maggiori player internazionali di produzione di pale eoliche (ora sta avviando anche la produzione della pala eolica più grande al mondo) con esportazioni da Taranto, e quindi ci si auspica l'individuazione congiunta con Brindisi per l'insediamento dell'eolico come cantieristica offshore. Insediamento che completerebbe il quadro di adeguati luoghi e di competenze per la realizzazione, aggiungendo anche la presenza dello stabilimento siderurgico con vantaggi sia nella fornitura dell'acciaio a ‘km zero'e sia per ottenere poi la fornitura di energia rinnovabile per il proprio processo di decarbonizzazione”.

“Ora si aspettano da parte del Ministero sul ‘chi e come' si gestiranno tali cantieri. Taranto, sul molo polisettoriale – ha detto Prete- esiste già un concessionario e per questo sarà più agevole l'iter burocratico rispetto ad altri siti demaniali candidati dove sarà necessario un bando pubblico”.

Ancora un punto a favore della candidatura di Taranto – Brindisi, ha detto Sergio Prete: “Vi è poi un ampio interesse della ed in particolare per Taranto circa i progetti sull'idrogeno, per cui una tale produzione di cantieristica eolica potrebbe essere collegata non solo alla produzione di energia, ma anche alla produzione di nuovi carburanti, come ammonia (considerata in futuro il probabile combustibile per il trasporto marittimo). Per cui il progetto eolico offshore vede Taranto fortemente interessata sia per la crisi che il comparto industriale attraversa da anni e sarebbe una soluzione importante dal punto di vista economico occupazionale, e sia soprattutto per il cambio di ‘paradigma', citato da Patroni Griffi, perchè Taranto potrebbe diventare un importante porto hub energetico dando così un contributo fattivo a livello nazionale e non solo e, nel paradosso ecologico-ambientale, Taranto potrebbe contribuire a limitare la dipendenza energetica da altri paesi.