L’Iran richiama l’Ambasciatore svizzero per il sequestro del carico petrolifero da parte degli Stati Uniti

National Iran Tanker Company

(Unità di stoccaggio galleggiante gestita dalla ; foto courtesy by NITC)

L’Iran non condivide la decisione del Governo degli di sequestrare e vendere il carico di della petroliera Suez Rajan

Teheran. Il Ministero degli Esteri iraniano, tramite il funzionario Nasser Kanaani, ha convocato l’Ambasciatore svizzero a Teheran per formulare le obiezioni del Governo iraniano.
Gli Stati Uniti e l’Iran non hanno relazioni diplomatiche da più di 40 anni e l’Ambasciata svizzera gestisce le comunicazioni formali tra le due parti a Teheran.

Kanaani ha confermato che il carico della Suez Rajan è di origine iraniana e ha definito la decisione dell’Amministrazione Biden di confiscare il carico ‘un’azione del tutto improduttiva’.

Ad aprile, il Governo degli Stati Uniti ha sequestrato la petroliera Suez Rajan dopo essere stata sorpresa a trasferire petrolio iraniano soggetto a sanzioni al largo di Singapore. La nave e i suoi 800.000 barili di greggio furono trasferiti in un viaggio di 13.000 miglia nautiche fino a Houston, dove il petrolio sarebbe stato scaricato, venduto e i profitti distribuiti alle vittime del terrorismo.

La discarica del petrolio greggio dalla nave presso la raffineria dell’acquirente a Houston è stata ritardata per mesi perché gli operatori locali temevano ritorsioni iraniane e non volevano esporsi per le loro attività nel Golfo Persico.

Alla fine, un’altra petroliera, gestita dallo stesso operatore della Suez Rajan, si è affiancata e ha iniziato le operazioni di trasferimento del petrolio ship to ship.
La Eufrate da 50.000 tonnellate di portata lorda è entrata a Houston con il primo lotto del carico della Suez Rajan lo scorso 20 agosto.

Ieri, la Suez Rajan era ancora all’ancora al largo di Houston e segnalava un pescaggio molto minore, indicando che il suo carico era stato rimosso. Il sequestro e la confisca del carico della Suez Rajan sembrano essere un punto critico nei colloqui segreti dell’Amministrazione Biden con l’Iran.
Alla fine dell’anno scorso, la Casa Bianca ha ripreso le relazioni con l’Iran su un accordo globale sulla sicurezza nucleare e sul rilascio dei prigionieri. Il programma nucleare iraniano ha fatto notevoli progressi da quando è stato riavviato nel 2019, dopo che l’Amministrazione Trump ha abbandonato il Piano d’azione globale congiunto (accordo sul nucleare iraniano).

Funzionari statunitensi avvertono che l’Iran potrebbe ora arricchire a piacimento abbastanza uranio per un’arma nucleare, nel giro di poche settimane dalla decisione. In realtà, la fabbricazione dell’arma richiederebbe più tempo, ma il ‘tempo di sblocco’ per l’arricchimento dell’uranio a livello militare è un punto fermo importante per le Agenzie di Intelligence straniere. L’iraniano Nasser Kanaani ha confermato i colloqui diplomatici indiretti con gli Stati Uniti.

Ieri, intanto, il Ministero degli Esteri iraniano ha lamentato il fatto che il sequestro del carico della Suez Rajan era controproducente per le discussioni in atto e che gli Stati Uniti da un lato chiedevano colloqui e allo stesso tempo penalizzavano l’Iran.

Il leader del Comitato per la Sicurezza del Parlamento iraniano Vahid Jalalzadeh ha negato qualsiasi possibile ripresa del JCPOA. “La Repubblica islamica (dell’Iran) non sta negoziando il JCPOA con gli americani a nessun livello. Non ci fidiamo degli americani”, ha detto Jalalzadeh ai media statali iraniani.