Il Consiglio di Stato dei Paesi Bassi dà il via libera al progetto di cattura del carbonio nel porto di Rotterdam

progetto ‘Porthos'

(Slide della catena del valore del per la cattura e lo stoccaggio del carbonio; foto courtesy by Porthos Trasporto e Stoccaggio C.V.)

Stoccaggio sottomarino di CO2, via libera al porto di del Consiglio di Stato


Amsterdam. Il Consiglio di Stato dei Paesi Bassi ha stabilito che la costruzione di un importante progetto di cattura del carbonio nell’area portuale di Rotterdam può andare avanti, nonostante le obiezioni degli attivisti ambientalisti.

Il previsto progetto ‘Porthos’ sarebbe il più grande impianto di cattura e stoccaggio del carbonio (Carbon Capture and Storage, CCS), in Europa e dovrebbe ridurre le emissioni annuali di CO2 del paese di circa il 2% per un periodo di 15 anni a partire dal 2026.

Nell’ambito del progetto, la CO2 emessa dalle raffinerie e dagli impianti chimici gestiti da Shell, Exxon Mobil, Air Liquide e Air Products verrebbe trasportata dal porto di Rotterdam ai giacimenti di gas vuoti sotto il Mare del Nord.

Il Tribunale, però, aveva affermato in una sentenza pregiudiziale dello scorso novembre che il progetto avrebbe subito un’interruzione perché non soddisfaceva le linee guida ambientali europee.

Gli attivisti ambientalisti che hanno intentato la causa hanno sostenuto che le emissioni di ossido di azoto causate dalla costruzione di Porthos sarebbero dannose per le riserve naturali vicine e sarebbero quindi in violazione del Diritto europeo. Ma ora il Consiglio di Stato afferma che una ricerca commissionata dal Governo aveva oggettivamente dimostrato che gli effetti della costruzione sulle riserve naturali sarebbero stati limitati e temporanei.

I sostenitori di Porthos, che includono l’Autorità portuale di Rotterdam e la società del gas olandese Gasunie, hanno dichiarato che ora dovrebbero prendere una decisione definitiva sull’investimento nelle prossime settimane, con l’obiettivo di iniziare la costruzione all’inizio del prossimo anno.

La cattura della CO2 emessa dalle grandi industrie è considerata da molti esperti uno strumento del Governo olandese con l’obiettivo di una riduzione del 55% di tali emissioni entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

La sentenza su Porthos è stata il risultato di una lunga battaglia legale per ridurre le emissioni di ossidi di azoto, che in grandi quantità possono minacciare determinati tipi di piante e gli animali che se ne nutrono.

I Paesi Bassi hanno lottato per anni con elevate emissioni di azoto a causa del numero relativamente elevato di bestiame e dell’uso massiccio di fertilizzanti da parte degli agricoltori, nonché del traffico e delle costruzioni nel paese densamente popolato.

Il Consiglio di Stato aveva stabilito nel 2019 che le emissioni dei costruttori e degli agricoltori olandesi violavano le leggi europee; una sentenza questa che ha paralizzato la costruzione e ha portato a massicce proteste da parte degli agricoltori.

Il Governo olandese ha ripetutamente promesso di ridurre drasticamente le emissioni, ma finora non è riuscito a determinare esattamente come farlo.

Port of Rotterdam,

(, foto courtesy Port Authority)