Romano UGL. Autoproduzione: pericolosa per i livelli occupazionale dei portuali ed inapplicabile per carenza di personale marittimo

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Cozzuccoli: Pericolo per la dispersione delle competenze e per la sicurezza.

Roma– “Il nostro paese è forte coi piccoli e debole coi forti”: Con umiltà facciamo nostre le parole del Vice Ministro Rixi, riferendoci all’autoproduzione – esordisce il neo Segretario Nazionale della Mare e Porti, Almerico Romano – , in merito alle “proposte politiche dell’Antitrust al Governo per quanto riguarda l’autoproduzione nei porti in una eventuale Riforma dei Porti” che dislocherebbe il lavoro fatto da operai specializzati ,quale quello dei portuali ai lavoratori marittimi .
La parola “Riforma” – prosegue il sindacalista – negli ultimi anni ha assunto il sapore di una “punizione per gli italiani” ogni volta che se ne attua una e, questo non ci sembra voglia essere il segno identificativo di chi sta governando il paese.

Destinare il lavoro fatto dagli operai portuali ai lavoratori marittimi, – esordisce il Responsabile del Dipartimento Porti della Ugl Francesco Cozzuccoli – significa perdere un bagaglio di esperienza e di specificità verso una tipologia di lavoro che è stata formata solo per badare alla conduzione di una nave, la cui cosa potrebbe mettere a rischio la sicurezza dei lavoratori stessi.

Siamo stati ascoltati dal Ministero del Mare per la ricerca delle motivazioni che rendono difficoltoso reperire personale marittimo sul mercato del lavoro, per cui crediamo inapplicabile un modello che non consideri tale difficoltà, oltretutto, il parere dell’Antitrust, non è un parere vincolante per chi ha un mandato dai propri elettori relativamente agli “interessi degli italiani” e stavolta – conclude Romano – quelli che devono essere tutelati sono gli interessi degli italiani e questi hanno nome e cognome , sono i lavoratori portuali e lavoratori marittimi.