L’IMO concorda un obiettivo non vincolante per raggiungere Net Zero ‘intorno al 2050’

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(Foto courtesy )

Strategia 2023 riveduta per i gas a effetto serra dell’IMO: i prossimi passi

Londra. Gli Stati membri dell’IMO hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla spinosa questione di allineare il trasporto marittimo all’Accordo di Parigi.
La roadmap climatica del MEPC, recentemente concordata, richiede di raggiungere emissioni nette zero ‘entro o intorno, cioè vicino al 2050′.

L’IMO e l’industria marittima hanno negoziato un’eccezione allo storico accordo sul clima del 2016, a condizione che le emissioni fossero regolamentate dall’IMO.
Insieme all’aviazione, il trasporto marittimo è uno degli unici due settori al mondo non soggetti agli impegni di Parigi a livello nazionale. La natura del Regolamento sul clima dell’IMO è stata oggetto di costante dibattito negli ultimi nove anni. L’accordo annunciato ieri, giovedì 6-7.2023, inizia a risolvere tale questione e include elementi delle proposte di ONG, nazioni in via di sviluppo e oppositori dell’azione per il clima, come la Cina, che ha spinto per una maggiore flessibilità sulla data obiettivo e politiche sulle emissioni meno ambiziose.
Gli obiettivi specifici dell’accordo includono una riduzione del 20% delle emissioni entro il 2030 e una riduzione molto più profonda del 70% entro il 2040 (rispetto ai livelli del 2008).

Il primo obiettivo sarebbe ampiamente realizzabile con interventi collaudati come la navigazione lenta, l’arrivo just-in-time, gli aggiornamenti dell’efficienza tecnica e componenti aggiuntivi come tipologie diverse di propulsione.

L’obiettivo del 2040 richiederebbe modifiche più profonde all’approvvigionamento di carburante del trasporto marittimo. L’accordo non è all’altezza degli obiettivi delle ONG di navigazione pulita, come la Clean Shipping Coalition, Transport & Environment e Ocean Conservancy, ma è anche molto più avanzato della precedente ‘ambizione’ dell’IMO di un taglio del 50% entro il 2050.

Tuttavia, gli obiettivi non sono vincolanti, come la versione concordata in precedenza, e il testo richiede la conformità solo quando ‘le circostanze nazionali lo consentono’.
Alcuni sostenitori dell’ambiente hanno considerato l’accordo un fallimento e hanno chiesto un’azione a livello nazionale e regionale per aggirare l’IMO.
Anche se l’IMO ha avuto l’opportunità di stabilire una rotta inequivocabile e chiara verso l’obiettivo della temperatura di 1,5°C, la realtà è stata quella di un compromesso ambiguo. Gli Stati Uniti, Regno Unito e UE non dovranno aspettare le decisioni di Cina, Brasile e Arabia Saudita.

Molti dei delegati sono convinti che gli obiettivi del MEPC non avessero dato ulteriore peso agli interessi delle piccole nazioni insulari del Pacifico sarebbero, che stanno già subendo l’impatto dell’innalzamento del livello del mare.
Nessuna delle specifiche proposte è stata ancora definita, piuttosto il MEPC ha tempo fino al 2025 (quando avrà luogo il MEPC 83) per elaborare la formulazione di ‘misure a medio termine’ e il 2028 per elaborare punti nelle misure a lungo termine. Una valutazione d’impatto delle misure a medio termine sarà elaborata entro la metà del 2024.

Oltre agli obiettivi simbolici sulle emissioni, il MEPC porterà avanti anche la discussione su una delle massime priorità politiche dei sostenitori della decarbonizzazione: una tassa sul carbonio.
I prossimi passi saranno l’adozione di un prelievo obbligatorio universale (elementi economici) e norme sui carburanti (elementi tecnici). Nonostante la forte opposizione della Cina, l’IMO porterà avanti la considerazione del prezzo del carbonio come una ‘misura economica’ per il dibattito nelle prossime riunioni del MEPC.
“L’adozione della strategia sui gas serra dell’IMO del 2023 è uno sviluppo storico per l’IMO e apre un nuovo capitolo verso la decarbonizzazione marittima”, ha affermato il Segretario generale dell’IMO Kitack Lim.

“Allo stesso tempo, non è l’obiettivo finale, è per molti versi un punto di partenza per il lavoro che deve intensificarsi ancora di più negli anni e nei decenni che ci aspettano”- ha concluso Kitack Lim.
Nelle reazioni di oggi, a chiusura dell’Assemblea, il Global Maritime Forum, con sede a Copenaghen, ha commentato: “Oggi, al MEPC80, gli Stati membri dell’IMO hanno avuto l’opportunità storica di adottare un’ambiziosa strategia per le emissioni di gas serra allineata all’Accordo di Parigi che consentirebbe la completa decarbonizzazione del trasporto marittimo almeno entro il 2050”.

World Shipping Council: “Questo segna un nuovo inizio per la transizione energetica del trasporto marittimo, con obiettivi e pietre miliari chiari. C’è molto da fare e i vettori sono ansiosi di continuare a lavorare insieme alle Autorità di regolamentazione, ai fornitori di carburante e ai fornitori di tecnologia per raggiungere i nostri obiettivi climatici condivisi. Il trasporto di linea sta già investendo in navi pronte per il carburante rinnovabile e la decisione odierna trasmette un forte segnale globale per gli investimenti all’intero settore marittimo”.

BIMCO vede questo come rivoluzionario. La strategia di riduzione dei gas a effetto serra recentemente adottata dall’IMO si traduce in una riduzione media di circa il 90% a livello di singola nave a causa della prevista crescita della flotta. E il 2040 è solo tra 17 anni. Le navi più nuove già in acqua e quelle nuove già ordinate esisteranno ben oltre il 2040 e la riduzione delle emissioni delineata nella strategia si applicherà a queste navi.

Il profondo cambiamento – per BIMCO – nel modo in cui le navi devono essere costruite, gestite e alimentate avrà un impatto su tutti gli armatori del pianeta; le decisioni di investimento devono essere rivalutate, i progetti devono essere modificati e i modelli di business ne risentiranno per sempre.
L’ICS – International Chamber of Shipping – accoglie con grande favore l’ambizioso accordo raggiunto oggi dai Governi all’IMO affinché il trasporto marittimo raggiunga emissioni nette zero ‘entro o intorno al 2050′, in linea con l’Accordo di Parigi e l’impegno assunto dal settore marittimo alla COP 26 di Glasgow nel 2021.
E’ fondamentale introdurre misure economiche e tecniche – afferma ICS – per aiutare a raggiungere sia l’obiettivo finale e sia gli obiettivi intermedi per il 2030 e il 2040, poiché senza di questi ridurre le emissioni sarà complesso.