Interporto Padova, 50 anni di logistica sostenibile al servizio dell’economia del Nord Est

Interporto Padova,

Padova Spa festeggia i 50 anni dalla costituzione della Società (all’epoca Interporto Merci Padova SpA). Oggi è uno dei principali interporti italiani e, dal 2013, “nodo core” della rete europea TEN –T del trasporto merci. Un interporto pubblico, nel duplice significato di azienda partecipata da Comune, Provincia e Camera di Commercio di Padova e di azienda a servizio di tutte le imprese della logistica e del trasporto, ferroviarie e stradali operanti sul mercato. Ma soprattutto è un’impresa già pienamente impegnata nella realizzazione della logistica del futuro, grazie all’intermodalità ferrovia-strada, alla digitalizzazione delle procedure, all’automazione delle operazioni logistiche del terminal e all’obiettivo dell’autonomia energetica attraverso un impianto fotovoltaico con batteria di accumulo, che garantirà l’alimentazione del sistema terminalistico a ciclo continuo.

Prima di analizzare le ragioni del successo di un interporto che è senza dubbio quello più tecnologicamente avanzato nel panorama nazionale, diamo alcuni numeri che inquadrano bene la realtà dell’hub logistico padovano.

Un vero e proprio distretto della logistica

Collocato nella parte meridionale della Zona Industriale di Padova, ad est della città, e collegato agevolmente sia alla rete ferroviaria principale che alle autostrade A4-Venezia Milano e A13-Padova Bologna, si sviluppa su una superficie di 1.100.000 metri quadrati in proprietà, con 300 mila mq di magazzini in proprietà totalmente affittati alle imprese leader della logistica e del trasporto e un’area ferroviaria e terminalistica di circa di 500 mila mq che è il vero cuore delle attività intermodali. E’ l’unico interporto italiano a essere proprietario e gestore del terminal intermodale, il cui fiore all’occhiello sono le 5 gru elettriche a portale per la movimentazione di container e semirimorchi (una sesta arriverà nel 2024) e i binari di carico scarico a modulo europeo lunghi 750 metri.

Da qui ogni anno partono e arrivano circa 8000 treni merci che collegano Padova ai principali porti italiani ed europei e ad alcuni importanti terminal terrestri in centro e nord Europa movimentando poco meno di 400.000 TEU (proiezione per l’anno 2023 – TEU = unità di misurazione internazionale che corrisponde ad un container da 20 piedi ndr). All’attività di locazione dei magazzini e di gestione del terminal, Interporto affianca numerosi altri servizi molto importanti per il settore della logistica e del trasporto (per es. Cityporto). Fattore non meno importante è costituito dal fatto che si tratta di una società strutturalmente in utile da anni, (nel 2022, il fatturato ha raggiunto i 35,7 milioni con un utile di 2,8 dopo le imposte) nel segno dell’efficienza e del rispetto dell’ambiente, sempre a servizio del sistema economico del nostro Paese.

Fotovoltaico con sistema di accumulo per l’autonomia energetica

Il direttore generale Roberto Tosetto spiega: “Partiamo dall’impianto fotovoltaico con accumulo di energia che stiamo completando in queste settimane e abbiamo presentato in occasione dell’evento per il 50°, al Ministro per l’ambiente Gilberto Pichetto Fratin e al presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Grazie a questo investimento, ci dotiamo di un impianto della potenza di 1 MW da energia solare dedicato al terminal, che prevede un sistema di accumulo di energia, una sorta di gigantesca powerbank, come quelle per i nostri device elettronici per capirci, che ci permette di utilizzare l’energia pulita e autoprodotta per alimentare le gru a portale e le altre strutture del terminal.

Siamo fra i primi a realizzare una cosa del genere, grazie alla tecnologia sviluppata da OmnisPower Italy, concettualmente molto semplice ma in realtà estremamente complessa, basta pensare che le gru sono alimentate in media tensione a 20 mila Volt. Uno degli elementi più interessanti è il software predittivo che permette di gestire le numerose variabili in gioco, dall’irraggiamento solare, alle curve di consumo delle gru in relazione al traffico e alle operazioni da svolgere nel terminal. L’obiettivo è l’autonomia energetica anche alla luce delle possibili perturbazioni nel costo dell’energia che abbiamo visto di recente, e lo sfruttamento intelligente delle superfici altrimenti improduttive dell’area come i tetti, le rotatorie e tutti quegli spazi interclusi di difficile utilizzo. Un modello proponibile anche a tante aziende nelle zone industriali”. Produrre energia senza consumo di nuovo territorio rende questi interventi ancora più sostenibili ed efficaci.

La strategia per coniugare efficienza e sostenibilità

Ma questo non è che l’ultimo di una serie di progetti mirati a rendere sempre più efficiente e sostenibile l’attività di Interporto Padova. “Negli ultimi 15 anni abbiamo investito complessivamente circa 100 milioni di euro in infrastrutture avanzate e innovazione gestionale e tecnologica, una scelta che ci fa essere oggi l’interporto più avanzato d’Italia – continua Tosetto. L’adozione delle gru elettriche a portale, installate a partire dal maggio 2017, dopo aver portato i binari del nostro Terminal Intermodale a 750 metri di lunghezza, è stato il primo elemento strategico che ci ha permesso di aumentare l’efficienza. Poi abbiamo puntato decisamente su digitalizzazione e automazione. La digitalizzazione ci ha permesso da un lato di dematerializzare le procedure, di arrivare a disporre di un complesso software gestionale sviluppato da noi che ci permette un controllo in tempo reale delle attività del terminal, ma soprattutto ha consentito di iniziare il processo di automazione del terminal. Abbiamo già automatizzato i gate di ingresso e uscita dei camion dal terminal riducendo drasticamente i tempi necessari per caricare o scaricare un container, che adesso sono mediamente di 30 minuti e spesso anche meno.

I gate ferroviari leggono automaticamente i dati di ogni carro e di ogni container, un’operazione che prima si faceva a mano. Grazie alla gestione digitale delle procedure, noi sappiamo in anticipo quali container o semirimorchi arriveranno, la loro destinazione; così quando un camion viene scansionato al portale d’ingresso, nel tempo che impiega per percorrere i trecento metri fino alla sbarra del gate , il software analizza e abbina i dati e comunica all’autista esattamente quale sarà la piazzola sotto gru da raggiungere nel terminal. Intanto stiamo lavorando per realizzare entro il 2024 anche l’automazione delle operazioni di carico e scarico delle gru elettriche a portale (che saranno senza uomo a bordo). La sequenza delle operazioni e le manovre di movimentazione, alla fine del complesso progetto che avanza per stadi successivi, saranno completamente gestite da un apposito software e l’operatore avrà solo il compito di controllare che non ci siano anomalie”.

Una visione proiettata al futuro

Una strategia articolata che è il frutto di un pensiero e di un visione innovativa dell’ attività logistica di un interporto. “Non ci interessa tanto essere primi nelle classifiche quanto individuare e mettere in atto modelli gestionali virtuosi – conclude il direttore generale Roberto Tosetto. – Da un lato la logistica e il trasporto devono essere pensati per contenere l’impatto ambientale, dall’altro occorre anche prestare attenzione alla salvaguardia di queste strutture evitando una proliferazione indiscriminata non giustificata da reali esigenze del territorio. Più che alla espansione territoriale indiscriminata, bisogna quindi puntare sulla massimizzazione delle aree già destinate all’intermodale.

Per fare questo ci vuole innovazione: con digitalizzazione, automazione, ricorso all’energia pulita da fotovoltaico siamo riusciti ad aumentare in modo significativo la produttività del nostro terminal per far fronte alle richieste del mercato, senza aumentare la superficie del terminal e quindi senza ulteriore consumo di suolo e allo stesso tempo abbiamo diminuito l’impatto ambientale delle attività. Pensiamo non solo alle gru elettriche, ma anche ai camion che prima stavano in coda col motore acceso in attesa di entrare al terminal e ora praticamente fanno una “toccata e fuga” di pochi minuti. Questo è secondo noi il modo migliore di pensare alla logistica del futuro e di massimizzare la resa degli investimenti nelle strutture interportuali. Anche per questo chiediamo al Ministero che sia realizzato un sistema di misurazione “oggettivo” e certificato, delle performance degli interporti, uno strumento che possa anche aiutare i policy maker italiani ed europei nella giusta allocazioni delle risorse pubbliche”.

La soddisfazione del presidente Franco Pasqualetti

Il presidente Franco Pasqualetti sottolinea: “Sono orgoglioso dei risultati raggiunti da Interporto a servizio del sistema economico padovano e veneto. Ho più volte evidenziato come l’intuizione del Prof. Mario Volpato, da Presidente della Camera di Commercio di Padova, non riguardò solo la struttura interportuale (di cui è stato il primo Presidente fino al 1982) ma anche la realizzazione della prima banca dati informatizzata della CERVED. Quando parliamo dei risultati di traffico intermodali e anche di “come” oggi li otteniamo, attraverso innovazione e digitalizzazione, sento che abbiamo contribuito alla piena realizzazione dell’idea del prof. Volpato che non riguardava solo le merci fisiche ma anche dati e informazioni.

Voglio anche ricordare che Interporto Padova è una società a capitale pubblico, con bilanci strutturalmente in utile, a dimostrazione che quando un’impresa pubblica è ben guidata, ha una progettualità, può muoversi sul mercato non solo senza problemi ma diventando anche un punto di riferimento per le altre realtà del settore a livello nazionale. Di questo ringrazio non solo il bravissimo management che la guida, ma anche i presidenti che in questi 50 anni mi hanno preceduto, e che hanno saputo far crescere e sviluppare l’azienda in un contesto storico ed economico non sempre facile, senza tradire mai la missione originaria, che ancora oggi mantiene in pieno la propria validità”.