Adriatic Sea Summit a Trieste, il ministro Salvini: “Entro l’anno la riforma dei porti”

Adriatic Sea Summit

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Trieste. E’ iniziata una ‘competizione’ – con convegni e dibattiti – fra sistemi portuali italiani per garantirsi il primato di annuncio di una riforma dei porti e che nessuno osa dichiarare come sarà declinata in uno scenario di un’autonomia differenziata.

Si parla di Autorità di sistema allargata, di Dipartimenti con più regioni marittime, di regolamento per le concessioni e tanto altro senza saperne oltre.
“Entro la fine dell’anno, ma forse anche prima avremo la riforma dei porti. Non può essere un algoritmo a prendere il posto delle Autorità portuali”, ha detto il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, intervenendo in video call dalla Sicilia con Trieste, dove si è svolto l’Adriatic Sea Summit organizzato dal Piccolo e dal Secolo XIX nel capoluogo giuliano.

“L’obiettivo, d’accordo con il vice ministro Edoardo Rixi con cui sto lavorando insieme con diversi operatori, è entro la fine dell’anno, o prima, dare certezza”, ha spiegato Salvini. Le caratteristiche: ‘Autonomia per rispettare la vocazione di ogni Autorità; limitare il canone al minimo; concessioni perché non può essere un algoritmo o un’authority a decidere le concessioni per le singole Autorità portuali’. Infine, interventi normativi di sburocratizzazione.

Il Ministro Salvini ha osservato infine che “occorre rispettare la vocazione di ogni singola autorità marittima”. In generale Salvini vorrebbe alleggerire il carico burocratico: “Non ci possono essere fondi pubblici bloccati nelle casse delle Autorità portuali per l’esistenza di diversi vincoli ambientale, storico, paesaggistico, o altro”. Con il Mef, ha inoltre specificato Salvini, stiamo lavorando anche sul tema dei canoni: il 25 per cento di intervento non è rispondente all’ incremento reale, stiamo lavorando per limitarlo al canone minimo”.

In apertura del convegno, il presidente dell’AdSP Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino, aveva dichiarato che ‘il futuro dei porti italiani si trova nelle mani di un algoritmo’ e chi ha concepito tale algoritmo non è dato sapere!

“La riforma dei porti c’è già stata qualche settimana fa”, ha detto provocatoriamente Zeno D’Agostino, numero uno dell’ESPO, Associazione dei porti europei. “È stato deciso che le concessioni portuali le delibera ART – Autorità di Regolazione dei Trasporti – con un algoritmo. In pratica sarà ART, da Torino, a decidere in autonomia se una società russa può ottenere una concessione portuale. Una decisione incredibile, che estromette sia le Autorità Portuali sia il Governo dalle decisioni”.

In sostanza, il Presidente Zeno D’Agostino si riferisce alle nuove Linee Guida sul Regolamento delle concessioni e afferma che “… il modello spagnolo ‘addavenì’ e al primo gennaio 2024 ci sarà un algoritmo che deciderà a chi affidare le concessioni nei porti, senza guardare se il soggetto è russo, cinese, o altro”. D’Agostino, sostenuto da altri presidenti di Autorità portuali, rileva che “è stato appurato che una concessione ha un ruolo fondamentale per la strategia di visione complessiva politica del Paese, e non ha senso logico che a fare una valutazione fondamentale delle concessioni portuali sia un mero algoritmo”.

Il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha dichiarato che il Paese Italia dovrebbe difendere porti e logistica e il Mare Adriatico – sicuramente quello del Nord – oggi può essere la porta Sud dei Paesi baltici chiusi a Est dalla Russia, e per D’Agostino la ferrovia è l’unica modalità di trasporto per garantire la sicurezza di questi collegamenti, soprattutto con la Slovenia e la Croazia.

Poi è intervenuto Bostjan Napast, Presidente del porto di Koper/Capodistria: “La guerra in Ucraina non ha avuto un impatto significativo sul nostro porto. Anzi: la crisi internazionale ci ha dato la possibilità di sviluppare nuovi traffici soprattutto nei settori container e automotive. Il 2022, non a caso, è stato per noi un anno eccezionale. L’alleanza fra porti adriatici è importante se vogliamo davvero fare concorrenza al Nord Europa. – ha continuato Bostjan Napast – Scegliere i porti del Nord Adriatico è la più green delle scelte perché consente di risparmiare dai 5 ai 7 giorni di navigazione rispetto ai porti nordeuropei e abbattere il 50% delle emissioni di CO2”.

Denis Vukorepa, Direttore esecutivo del porto di Rijeka/Fiume, ha ricordato gli impatti della guerra nell’ex Jugoslavia sulla portualità, tracciando un parallelo con l’attuale situazione in Ucraina: “Abbiamo dovuto recuperare 20 anni di tempo perso. Nel 2013 siamo riusciti a entrare nel grande circuito dei porti grazie al Napa, l’Associazione dei porti del Nord Adriatico. Quando ci presentiamo in Cina, se conoscono Rijeka è grazie agli sforzi del Napa”. “Se saranno i cinesi a gestire il nostro nuovo terminal container? Mai dire mai. Ci sarà un bando internazionale, staremo a vedere. Dico solo che il 70% della merce che arriva a Rijeka è cinese”, ha detto Vukorepa.

Daniele Rossi, Presidente del porto di Ravenna e principale scalo rinfusiero d’Italia, ha ricordato la differenziazione degli approvvigionamenti di materie prime per le industrie della ceramica, con l’ammortizzazione dei costi dovuti ai dragaggi.

“C’è molta emotività quando si parla di investimenti cinesi nei porti. – ha detto Daniele Rossi, già presidente di Assoporti e attuale numero uno del porto di Ravenna – Se ci sono motivi di sicurezza, l’Autorità portuale ha tutti gli strumenti per impedire un investimento o un insediamento. Dirò di più: anche una concessione già rilasciata può essere revocata. Non vedo un problema di appropriazione dei porti. Ripeto: non esiste un’emergenza cinese. È solo una questione emotiva e politica”, ha spiegato Rossi.

Infine, la Filt Cgil ha chiesto al Governo che, ‘prima di predisporre una qualsiasi traccia di riforma dell’attuale norma’, il Governo avvii anche con le organizzazioni sindacali una fase di analisi di contesto attraverso il metodo di concertazione, permettendo così anche ai lavoratori di potersi esprimere su un tema decisivo per il rilancio del Paese come quello della portualità’.