Apprendere una professione per il mare e con il mare

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Castel Volturno. Presso la sede dell’– Centro per la Formazione – il prossimo 28 aprile si svolgerà un interessante incontro per fare il punto sull’istruzione e sulla formazione nautica e prospettive future.

Dopo molti anni ci si ricorda degli Istituti Tecnico Nautici, importanti e strategici per garantire la base di una professionalità, oltre la passione per un’Italia di Mare.

Il tema del convegno è molto suggestivo: “ La formazione marittima partendo dagli IT Nautici”.

Sappiamo benissimo, che la cd. ‘epoca del ‘benessere’ e i vari processi innovativi stanno disarticolando la società; si sta creando una tendenziale separazione delle scelte relative ai percorsi degli studi rispetto ai reali sbocchi lavorativi: il lavoro non è più un esito scontato, quasi automatico, del percorso degli studi. Prolungare l’adolescenza e la giovinezza in una concezione di vita ‘leggera’ non serve più e occorre dire ‘basta’!

La crisi economica che da anni ci insegue, ha posto il mondo giovanile di fronte a un problema culturale riguardante l’idea stessa di lavoro come esperienza pienamente umana.
Il mondo degli ‘adulti’ e le stesse Istituzioni scolastiche hanno raccontato le ‘grandi narrazioni’, quella liberale con Locke, ma soprattutto quella marxista, che avevano al loro centro l’utopia del lavoro che ne proponeva un significato eccedente,oggi tramontate.
Il mondo della Scuola ha creato una frattura tra il ‘sapere e il saper fare’portando l’insegnante a burocratizzarlo del tutto e trasformarlo solo in un ‘prestatore’ d’opera senza una certificata specificità e senza un’abilitazione verso il ‘saper essere’ nautico. Senza parlare , poi della degenerazione della cultura in conoscenza inerte trasformando l’insegnamento in mero ‘disciplinarismo’ ripetitivo.

Ci siamo trovati di fronte ad una forma di illibertà, quella della precarietà considerata condizione stabile dei lavoratori, e per lavoratori del mare abbandonati a sè stessi, in una marea di certificati.
Nessuno mette in dubbio i cambiamenti epocali con cui stiamo affrontando questo periodo storico e sicuramente ancora non concluso. Riconosciamo che occorre transitare, nel campo dell’istruzione nautica e della formazione marittima, ‘dalle competenze alla competenza’: comunicazione nella madrelingua; comunicazione nelle lingue straniere; competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; competenza digitale; imparare a imparare; competenze sociali e civiche; spirito di iniziativa e imprenditorialità; consapevolezza ed espressione culturale.

Sappiamo benissimo che il 60% di apprendimento avviene a bordo, attraverso la pratica, l’esperienza ‘hands on’; il 30% avviene attraverso l’interazione con i coetanei (coaching e mentoring) e il 10% proviene da corsi brevi, formali in Centri di Formazione a terra.
Però, importante diventa il ‘saper far fare’ motivando le risorse umane e sostenere quella debole ‘passione del mare e per il mare’ che ancora molti giovani dimostrano. Riconoscere che la formazione ‘utile’ è quella che puoi trasferire nel lavoro e nella vita. Occorre dire ‘basta’ ad un’istruzione nautica generalista, anche se inclusa nel filone dei trasporti, logistica e della conduzione del mezzo nautico, avendo una vision del mondo dello shipping che va verso nuovi campi applicativi.
Così, in questo convegno sono previsti interventi strutturali per superare le criticità di un’istruzione tecnico- nautica e di una professione marittima.