L’IMO, importanti accordi sulla decarbonizzazione?

Michael Parker

(, foto courtesy Global Maritime Forum)

Mancano ormai tre mesi al prossimo incontro ambientale dell’Organizzazione Marittima Internazionale (), e il ‘pacchetto business’ UMAS è in forse

Londra. Durante una tavola rotonda, la scorsa settimana alla conferenza Capital Link a New York, il MEPC 80 è stato descritto da Michael Parker come ‘uno dei più importanti di sempre’. Michael Parker è esperto di finanziamenti navali, banchiere dello shipping e logistica di Citi Group e presiede il Comitato Direttivo del ‘Poseidon Principles’.

Se tutte le delegazioni saranno d’accordo, l’IMO rivedrà la sua strategia iniziale (quella del 2018) e presumibilmente stabilirà obiettivi più severi per la riduzione delle emissioni marittime. Questo, a sua volta, informerà i percorsi per la riduzione delle emissioni integrate nei prezzi dei firmatari dei Principi Poseidon sul debito marittimo.

Allo stesso modo, al MEPC 80, i tanto discussi Carbon Intensity Indicators (CII), recentemente entrati in vigore, vedranno le loro traiettorie stabilite per gli anni oltre il 2026. Gran parte del lavoro preparatorio, comprese le relazioni tecniche, è svolta nei ‘gruppi di lavoro intersessionali’, che si svolgono all’interno delle riunioni del MEPC.

Secondo l’IMO, l’Intersessional Working Group on Reduction of GHG Emissions from Ships (ISWG-GHG 14) si è riunito dal 20 al 24 marzo, con oltre 750 partecipanti registrati, provenienti da quasi 80 Stati membri dell’IMO, nonché Organizzazioni internazionali non governative come consulenti IMO oltre a quelle intergovernative.

Un altro incontro del gruppo di lavoro (ISWG-GHG 15) è previsto per la fine di giugno, appena due settimane prima del MEPC 80. I consulenti inglesi dell’University College London Energy Institute/UMAS, in una sintesi della riunione del gruppo di lavoro appena conclusa, riferiscono che “L’IMO ha quattro punti da dibattere con criticità e correlati che si evolvono in parallelo, tutti previsti per MEPC 80 nel luglio 2023”.

L’University College London partecipa già al progetto IMO GloMEEP (Global Maritime Energy Efficiency Partnerships Project); un progetto da 2 milioni di dollari, finanziato dal Global Environment Facility (GEF) e dal Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) per sostenere una maggiore adozione e attuazione di misure di efficienza energetica per la navigazione. Il lavoro di UMAS ha supportato lo sviluppo di documenti di orientamento e la creazione di modelli per valutazioni rapide per aiutare gli Stati membri dell’IMO coinvolti nel progetto.

Gli esperti di UMAS, nell’elaborare e spiegare ulteriormente i singoli punti critici del MEPC 80, fanno osservare che “non è possibile identificare chiaramente come potrebbe concludersi uno qualsiasi di questi punti. Tuttavia, è anche prevedibile, in un negoziato politico multilaterale, che un ‘pacchetto’ che raggiunga il consenso tra Stati con preferenze diverse emerga solo alla fine del processo del dibattito, in seno al MEPC 80”.

I singoli elementi/punti critici evidenziati da UMAS sono:

  1. Come saranno calcolate le emissioni di gas serra del ciclo di vita del consumo energetico delle spedizioni internazionali? (previsto per la finalizzazione al MEPC 80, probabilmente riceverà ulteriore sviluppo in questo decennio);
  2. Quali sono i percorsi/tassi di riduzione dei gas serra che l’IMO mirerà a raggiungere e quale strategia generale guiderà gli sforzi di riduzione dei gas serra dell’IMO? (previsto per la finalizzazione al MEPC 80, è improbabile che riceva ulteriori modifiche prima del 2028);
  3. Quale combinazione di opzioni politiche (ad es. tariffazione del carbonio/GHG, standard sui carburanti, ecc.) e quali specifiche di tali opzioni politiche regoleranno e incentiveranno i tassi concordati di riduzione dei gas a effetto serra? (previsto per passare alla fase di finalizzazione al MEPC 80, può quindi finalizzare nei successivi 1-2 anni ed entrare in vigore entro 2-4 anni);
  4. La strategia rivista rappresenterà un impegno a sostenere una transizione giusta ed equa per guidare l’ulteriore lavoro sulle misure a medio termine e altre iniziative pertinenti che lo rendano effettivamente operativo?

Nonostante i discorsi diplomatici e dei consulenti, molte conversazioni informali, fuori onda dalla Capital Link della scorsa settimana e poi alle conferenze Shipping 2023 della Connecticut Maritime Association (CMA) a New York alla fine di marzo, hanno espresso pessimismo sul fatto che l’IMO possa davvero raggiungere il ‘pacchetto business’ a cui fa riferimento UMAS.

In almeno una presentazione del panel agli eventi del Connecticut Maritime, l’espressione ‘tirare fuori un coniglio dal cappello’ è stata usata per descrivere le possibilità di successo del MEPC 80.

Con una pletora di piattaforme tecnologiche e di ottimizzazione del trasporto merci che cercano di stimare o misurare le emissioni effettive, attribuire loro un valore economico (considerare i sistemi di scambio attorno ai sistemi di scambio di quote di emissione dell’Unione europea e possibilmente altri), e quindi integrarli nei quadri IMO, i risultati di MEPC 80 saranno cruciali.

Durante l’ultimo Global Maritime Forum di New York, Michael Parker di Citi, in previsione di un disaccordo IMO, il percorso da seguire al MEPC 80 (con i punti 1, 2 e 3 dell’UMAS determinanti), ha suggerito che i Poseidon Principles potrebbero benissimo stabilire la propria traiettoria per gli anni oltre il 2026. Allo stesso modo, anche altre iniziative che guardano all’IMO come guida potrebbero intraprendere i propri percorsi; senza l’approvazione dell’IMO in testa, questi progetti potrebbero essere divergenti.