Trieste, navi passeggeri sempre più sicure con il progetto SAFE

L’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO, ) ha emanato una serie di Regolamenti per aumentare la sicurezza delle navi passeggeri tra questi il ‘Safe Return to Port’: una nave che ha subito dei danni dovuti a un incendio o a un allagamento deve essere capace di arrivare autonomamente a un porto, se l’avaria rientra entro una certa soglia di rischio. L’esigenza è stata dettata dalle crescenti dimensioni delle navi passeggeri.

Trieste. ‘SAFE – Realtime Damage Manager And Decision Support’, nato dai tavoli di lavoro del , ha approfondito lo scenario del ‘Safe Return to Port’ sviluppando uno strumento innovativo per la valutazione del danno ai sistemi di bordo e per il supporto alle decisioni, in grado di aiutare l’equipaggio in situazioni di emergenza.
Tutto questo è stato possibile attraverso lo studio di strumenti, metodologie e lo sviluppo di algoritmi, poi integrati nel dispositivo, per la valutazione dinamica dei danni subiti dalla nave e che permettono di massimizzare la sicurezza e l’operatività residua del mezzo in caso d’incendio o allagamento.

Avviato a luglio 2019 e cofinanziato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale come progetto di ricerca e sviluppo per il settore delle Tecnologie Marittime (POR FESR 1.3.b Regione FVG), SAFE è costituito da un partenariato di tre imprese: Cetena, società del Gruppo Fincantieri con esperienza nella progettazione dei sistemi di bordo delle navi da crociera; Arkitech.it specializzata in soluzioni hardware e software; il Lloyd’s Register EMEA, società di classificazione navale con competenze per migliorare la sicurezza delle navi e due Università regionali: la SISSA con il laboratorio ‘mathLab’ di modelli matematici e calcolo scientifico, coordinato dal prof. Gianluigi Rozza e l’Università di Udine con l’Intelligent Optimization Lab, laboratorio di progettazione e sviluppo di metodi risolutivi per l’ottimizzazione combinatoria, responsabile il prof. Andrea Schaerf.

“Dal punto di vista scientifico — commenta il prof. Rozza, ordinario di ‘Analisi numerica’ alla SISSA — lo scenario SAFEX, che abbiamo sviluppato e basato su algoritmi automatici di nuova generazione, permette in brevissimo tempo di analizzare migliaia di configurazioni degli impianti di bordo, valutando in tempo reale la migliore soluzione per il sistema nave.

“Tutto questo è stato possibile attraverso modelli matematici innovativi e calcolo scientifico ad alte prestazioni”, continua il prof. Schaerf, ordinario all’Università di Udine; ed ancora, “il Decision Support System che è stato sviluppato raccoglie e integra tutti i dati relativi allo stato effettivo dei diversi impianti della nave ed è in grado di suggerire  il miglior scenario possibile: continuazione con una navigazione sicura, rientro in porto o, nel peggiore dei casi, l’abbandono della nave, inoltre consente di riconfigurare gli impianti tenendo conto delle loro capacità operative residue, al fine di massimizzare il livello di servizio garantito”.

“Il progetto, coordinato dal Maritime Technology Cluster, ha raggiunto ottimi risultati che sono stati sviluppati sotto la supervisione del Lloyd’s Register, spiega la capofila Cetena, grazie al tutte queste informazioni saranno fornite all’equipaggio in versione digitale e accessibili su dispositivi portatili utilizzabili sia in scenari reali che in sessioni di addestramento. I nuovi strumenti software progettati con il prezioso supporto di Arkitech.it, PMI di Trieste specializzata nella costruzione e implementazione di soluzioni IT personalizzate, verranno applicati nel campo del Safe Return to Port, in riferimento a quanto richiesto dalla normativa internazionale IMO – SOLAS, con il fine ultimo di aumentare la sicurezza della nave”.