Esortazione all’ONU per liberare 331 marittimi dalle acque del Mar Nero e del Mar d’Azov

New York. Una componente determinante del conflitto tra Russia e Ucraina riguarda il Mar Nero, sul quale la dà un certo potere discrezionale ad Ankara. E non si comprende la situazione di blocco che tiene fermi in quelle acque 331 marittimi.

Intanto, trentadue Associazioni internazionali e operatori del settore marittimo hanno inviato una lettera al Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nella quale sottolineano la difficile situazione di 331 marittimi ancora bloccati sulle loro navi nel Mar Nero e nel a causa della guerra in Ucraina scoppiata quasi un anno fa.

Nella lettera le Associazioni chiedono all’ di affrontare la questione in modo che tutti i marittimi e le loro navi possano lasciare l’area.

“Riconosciamo e lodiamo le Nazioni Unite e la vostra leadership – scrivono le 32 Associazioni – per la Black Sea Grain Initiative che l’Onu, con la Turchia, ha mediato con successo tra Ucraina e Russia. Ciò ha consentito il passaggio sicuro di spedizioni di cereali e fertilizzanti dall’Ucraina alle popolazioni più bisognose e ha posto un freno alla spirale incontrollata dei prezzi alimentari. Ci impegniamo a sostenere il continuo successo della Black Sea Grain Initiative, ma questo non può avvenire a scapito della vita di marittimi innocenti. L’azione è ‘Necessario adesso’. Senza i nostri marittimi, la movimentazione di importanti carichi di cereali dai porti ucraini non sarebbe stata possibile. Nonostante vi siano impedimenti all’evacuazione dei marittimi e delle loro navi – concludono le Associazioni – questa deve comunque essere una priorità assoluta, altrimenti mettiamo a rischio la vita dei nostri marittimi e questo è inaccettabile”.

Le Autorità di Crimea, affermano che senza il permesso russo, il passaggio delle navi mercantili e militari in particolare attraverso lo Stretto di Kerch al Mare di Azov è escluso. Secondo l’accordo russo-ucraino del 2003, le navi militari provenienti da paesi stranieri possono entrare nella zona marittima di Azov solo con il consenso di entrambe le parti, Russia e Ucraina. Lo Stretto di Kerch è l’unico passaggio da e verso il Mar Nero dal Mare d’Azov. Sul Mare d’Azov formalmente – in base al trattato stipulato nel 2003 – sia i russi che gli ucraini hanno diritto di navigazione e le acque vengono considerate acque internazionali.

Lo Stretto invece è una faccenda più complicata perché i russi da quando la Crimea ha proclamato l’indipendenza da Kiev con il referendum di annessione alla Federazione Russa ne controllano entrambe le sponde.
La lettera è stata firmata da Bahamas Shipowners Association, BIMCO, Confitarma, Cyprus Shipping Chamber, Daiichi Chuo Kisen Kaisha, Danish Shipping, European Community Shipowners’ Association (ECSA), FONASBA, Iino Kaiun Kaisha, Intercargo, InterManager, International Chamber of Shipping (ICS ), International Christian Maritime Association (ICMA), International Federation of Shipmasters’ Associations (IFSMA), International Maritime Employers’ Council (IMEC), International Maritime Health Association (IMHA), International Parcel Tankers Association (IPTA), International Union of Marine Insurance (IUMI), Intertanko, Japanese Shipowners’ Association, Kawasaki Kisen Kaisha (linea “K”), Mitsui O.S.K. Lines (MOL), Nippon Yusen Kabushiki Kaisha (NYK Line), Sailors’ Society, Seafarers Hospital Society, Stella Maris, Synergy Denmark, The Mission to Seafarers, The Seafarers’ Charity, UK Chamber of Shipping, Union of Greek Shipowners e Verband Deutscher Reeder (VDR).