Le richieste di Euronav di intervenire nella questione della fusione di Frontline sono state respinte

La Società petroliera belga aveva informato gli azionisti (19 gennaio 2023) di una richiesta di ‘arbitrato d’urgenza’ in relazione alla risoluzione da parte di del loro accordo definitivo di unione.

Anversa. Euronav sembra perdere nel suo tentativo di costringere Frontline a rispettare un accordo di fusione delle società che avrebbe creato la più grande compagnia di petroliere quotata in borsa al mondo. L’unione avrebbe creato una capitalizzazione di mercato di oltre 6 miliardi di dollari e 146 navi, di cui 68 VLCC, 56 Suezmax, 20 LR2/Aframax e 2 navi FSO.

Euronav con la richiesta di arbitrato di emergenza intendeva prendere una ‘misura precauzionale’ in vista dell’aumento della partecipazione di Fredriksen nella Società che potrebbe qualificarlo, attraverso varie entità nella sua orbita, come parte correlata.

Ieri, la Compagnia di petroliere belga ha riferito che l’‘arbitrato di emergenza’, che la Compagnia ha avviato in , lo scorso gennaio, ha dato esito negativo, respingendo la sua richiesta di misure provvisorie sulla risoluzione da parte di Frontline, controllata da John Fredriksen, dell’accordo di combinazione definitivo firmato a luglio del 2022.

La richiesta di arbitrato di emergenza fa parte dell’offerta di Euronav di sospendere la risoluzione dell’accordo da parte di Frontline.

Euronav accusa Frontline di intraprendere ‘un’azione unilaterale’ che ‘non ha basi’ secondo i termini dell’accordo e di non fornire ‘giustificazioni soddisfacenti’ per la sua decisione.

Frontline sostiene che le sue azioni per risolvere l’accordo erano del tutto lecite.

Il punto di vista dei legali di Frontline è stato rilasciato con una dichiarazione in risposta alla sentenza di ieri indicando che le affermazioni di Euronav “… sono state completamente respinte” dall’arbitro” ed Euronav è stata condannata a pagare a Frontline tutte le spese del procedimento, compreso il pieno risarcimento delle spese legali sostenute.

“Questa decisione rafforza la posizione di Frontline secondo cui la sua decisione di rescindere l’accordo di combinazione era del tutto legittima”, affermano i legali di Frontline.

Nel frattempo Euronav sta anche cercando di negoziare con i principali azionisti o ‘parti correlate’, CMB e Famatown Finance, l’ultimo dei quali è legato a John Fredriksen, sulla composizione del Consiglio di sorveglianza della società.

Finora CMB ha risposto di ‘non essere incline’ a concordare l’offerta e Famatown non ha risposto. Il 23 marzo prossimo si terrà un’assemblea generale degli azionisti di Euronav durante la quale CMB, che si è opposta all’accordo di combinazione, cercherà probabilmente di sostituire completamente l’attuale Consiglio di vigilanza di Euronav.

La Società di petroliere, con sede ad Anversa, ha dichiarato ieri in un comunicato, che si stanno contemplando ulteriori misure legali.