La tabella d’armamento non c’entra con il personale addetto all’autoproduzione

‘Per l’ con il personale di bordo non basta la tabella di ; il personale di bordo deve essere esclusivo’


Roma. Lo scrive in una nota/documento l’Ammiraglio, Com. te Luigi Giardino, capo del V I Reparto, Sicurezza della Navigazione, del Comando Generale delle , interpellato dall’avvocato Francesco Rizzo, che ha patrocinato la Società Cooperativa Pelagica nell’ambito di una questione riguardante la pretesa di Caronte&Tourist di operare in autoproduzione nel porto di Lampedusa; la nota evidenzia che distinguere tra le tabelle di armamento e il personale che si occupa dell’autoproduzione.

L’autoproduzione portuale è l’attività di rizzaggio e derizzaggio delle merci durante le manovre di uscita/entrata di una nave operata dal personale di bordo della Compagnia di Navigazione, evitando di impiegare, come di consueto, i portuali di terra dello scalo di approdo.
Giuseppe Gangarossa della Cooperativa Pelagica, dopo la nota dell’Ammiraglio Com. te Giardino, commenta che: “Il rizzaggio e derizzaggio va fatto da due persone, per garantire i tempi tecnici su Lampedusa c’è bisogno di quattro persone, quindi la Caronte per garantire la rotazione dei portuali di bordo dovrà assumere almeno otto operai e con contratto dei lavoratori portuali”.

Ritornando a quanto scrive il Com. te Luigi Giardino, occorre sottolineare che: “Per l’autoproduzione l’armatore deve disporre di personale dedicato e aggiuntivo, per cui non è sufficiente la sola tabella di armamento, quella che dispone dell’organico di bordo”.

Il Com. te Giardino richiama l’art. 16 della Legge 84/1994, come riformato nel 2020, soffermandosi sulle parole ‘aggiuntivo’ ed ‘esclusivamente’. “A maggior suffragio della tesi su esposta occorre rimarcare che il legislatore è intervenuto nel 2020 novellando la Legge n.84 del 28/01/1994, quella che istituisce le Autorità di Sistema Portuale, prevedendo, all’art. 4-bis, che “la nave – scrive il Capo della Sicurezza della Navigazione – è autorizzata a svolgere le operazioni in regime di autoproduzione a condizione che sia dotata di personale idoneo, aggiuntivo rispetto all’organico della tabella di sicurezza ed esercizio della nave e dedicato esclusivamente allo svolgimento di tali operazioni”.

La nota è stata mandata anche alla Direzione Generale per la vigilanza sulle Autorità di Sistema Portuale, il Trasporto marittimo e per vie d’acqua interne del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Nel merito, l’Ammiraglio Giardino continua a chiarire che “verifiche effettuate successivamente e tese al rilascio di autorizzazioni allo svolgimento in autoproduzione di determinate operazioni portuali, assumono una veste del tutto autonoma ed indipendente da quella esperita in occasione del rilascio delle tabelle di armamento e, soprattutto, fanno capo alle Autorità di Sistema Portuale nell’ambito dell’esercizio delle proprie funzioni di regolamentazione e promozione dei traffici dello scalo cui sono preposte”.

“La Capitaneria, scrive ancora l’Ammiraglio, è chiamata, con l’istruttoria relativa alla tabella di armamento, ‘ad individuare la giusta composizione qualitativa e quantitativa dell’equipaggio, sufficiente a garantire la sicurezza della navigazione ed i servizi di bordo, in funzione del tipo di navigazione cui l’unità è destinata a compiere, a prescindere da eventuali e successive valutazioni attinenti allo svolgimento di operazioni e/o servizi portuali da svolgersi in autoproduzione’”.

Nel chiudere, “non v’è dubbio che ogni diversa valutazione e competenza connessa a procedimenti attinenti il lavoro portuale di cui alla Legge n. 84/94, e nella fattispecie finalizzati al rilascio/rinnovo di autorizzazioni all’esecuzione in autoproduzione di operazioni portuali, non possa, e non è previsto che lo siano, essere predeterminato nelle istruttorie svolte per la definizione delle tabelle delle navi interessate, ma vadano piuttosto ricondotte ad un autonomo ed indipendente procedimento che fa capo alle Autorità di Sistema Portuale”.