(La Russia ha raggruppato una flotta di oltre 100 vecchie petroliere per cercare di aggirare le sanzioni occidentali)
Ginevra. Nel presentare il report 2022, Trafigura Group Pte ltd ha tracciato il suo approccio ai temi della sostenibilità materiale e alle performance nell’esercizio 2022 ed ha rilevato il suo ruolo nella fornitura di energia, minerali e metalli necessari per la transizione energetica. Trafigura è una compagnia svizzero-singaporiana di ‘commodity trading’, ossia di scambio di materie prime: petrolio greggio e condensati, benzina, olio combustibile, biodiesel, minerali, metalli raffinati, carbone e ferro.
Il gruppo Trafigura comprende anche attività industriali e attività operative, tra cui il produttore multimetallico Nyrstar, la società di stoccaggio e distribuzione di carburante Puma Energy e l’italiana joint venture Impala Terminals. Il Gruppo impiega oltre 12.000 persone ed è attivo in 156 paesi. È il più grande ‘trader’ privato (cioè non quotato in borsa) di metalli al mondo e il secondo di petrolio. Possiede quote di proprietà in siti estrattivi, stabilimenti di produzione, impianti di trasporto e terminali di stoccaggio sparsi tra centocinquanta nazioni diverse. In Italia, ha una quota del 3,01 per cento di Saras, la società proprietaria della grande raffineria di Sarroch.
Nella nota di presentazione del report 2022, si legge che la ‘flotta ombra‘ di navi che trasportano petrolio russo in tutto il mondo, oggi, è cresciuta a circa 600 petroliere, secondo i dati di Trafigura, e in questi ultimi anni, molti contratti miliardari sono stati utili per rivendere il greggio di Mosca sui mercati internazionali.
Con l’inizio della guerra, tuttavia, la società Trafigura ha subito preso le distanze da Mosca, vendendo ad esempio la sua quota nel progetto petrolifero di Vostok, nell’Artico russo, dopo averla acquistata appena un anno e mezzo prima. L’acquirente è stata una sconosciuta società di trading chiamata Nord Axis, con sede a Hong Kong.
Intanto, la Russia ha silenziosamente ammassato una flotta di oltre 100 vecchie petroliere per cercare di aggirare le sanzioni occidentali sulle vendite di greggio in seguito all’invasione dell’Ucraina.
Circa 400 navi petrolifere, o il 20% della flotta globale, sono ‘passate’ dai traffici tradizionali a fare ‘apparentemente affari russi’.
Per le navi cisterna di prodotti petroliferi, la società Trafigura vede il numero delle petroliere’ombra’ salire oltre il 7% del totale mondiale.
“Nel periodo dell’Iran – Venezuela la flotta ombra era relativamente piccola e capace di gestire i barili sanzionati, mentre ora il flusso russo è molto diverso e più consistente”, ha detto Ben Luckock, Co-Head of Oil Trading, di Trafigura.
L’Unione Europea vieterà quasi tutte le importazioni marittime di combustibili raffinati russi da domani, domenica 5 febbraio 2023, due mesi dopo aver imposto il divieto sul petrolio greggio.
Le misure arriveranno in concomitanza con un limite al prezzo del petrolio russo per chiunque desideri accedere a servizi occidentali chiave come l’assicurazione sulla nave e sul carico.
Il divieto alla fine alzerà i prezzi del greggio e dei prodotti man mano che le miglia di spedizione aumentano e le rotte richiedono più tempo, ne sono convinti in Trafigura.
“Ci sono molte persone che parlano di come possono essere intelligenti e sbarazzarsi del petrolio russo. Ma è un volume enorme che deve trovare una nuova casa; penso che all’inizio forse vada bene, ma con il passare del tempo ci saranno difficoltà nei mercati dei prodotti”, ha detto Luckock.
I prezzi del petrolio sono scesi quest’anno poiché la produzione russa rimane elevata, in parte a causa della continua disponibilità di acquirenti e spedizionieri a commerciare con Mosca.
I futures sul greggio Brent sono stati scambiati vicino a $ 80 al barile a Londra già venerdì scorso.
“Il greggio sarà scambiato, ha continuato Luckock, in un intervallo compreso tra $ 80 e $ 100 al barile, superando i $ 90 quest’estate con la ripresa della domanda cinese, anche se i futures potrebbero avere difficoltà a superare le tre cifre”.
“Trafigura sta facendo ‘pochissimi’ affari di prodotti petroliferi russi, in linea con le normative vigenti, ma la società – ha rimarcato Luckock – terrà d’occhio quello che l’UE annuncerà domenica. Grazie all’aiuto di un gruppo di addetti alla conformità e avvocati vedremo quali saranno le regole”.