(Portacontainer passano attraverso il Canale di Suez; foto courtesy Suez Canal Authority)
Il Cairo. Il Canale di Suez in Egitto accoglie con favore gli investimenti stranieri, mantenendo il controllo sul corso d’acqua o su un fondo proposto che aiuterebbe a gestirne le risorse, ha dichiarato ieri, il capo dell’Autorità del Canale di Suez (SCA).
Il presidente della SCA, Osama Rabie, ha parlato con i giornalisti dopo che questa settimana sono stati discussi in Parlamento gli emendamenti legali che prevedono il fondo, innescando la speculazione che avrebbero facilitato la strada alla vendita di partecipazioni nel Canale agli stranieri.
Il fondo, in discussione da diversi anni, è stato progettato per proteggere le risorse del Canale per il reinvestimento, nonché per fronteggiare sfide o crisi impreviste, ha detto Rabie in una conferenza stampa.
“Non possiamo vendere il Canale o affittarlo. È proprietà dell’Egitto e degli egiziani”, ha detto Rabie, riferendosi alle vite perse durante la costruzione del Canale negli anni ‘60 dell’Ottocento. Il fondo sarebbe separato dalla SCA, che già collabora con società straniere per sviluppare progetti, ha affermato Rabie. “L’investitore sarà in relazione solo al progetto che si sta realizzando, ma non parteciperà al fondo”.
L’Ufficio di Gabinetto del Parlamento egiziano ha anche negato, questa settimana, che il fondo fosse una ‘porta di servizio per vendere il canale’.
L’Egitto sta cercando di raccogliere investimenti del settore privato e straniero, in particolare dagli Stati del Golfo ricchi di idrocarburi, per contribuire a far fronte a una forte carenza di valuta che ha ostacolato le importazioni e rallentato alcune attività economiche.
Il Canale, la rotta marittima più veloce tra l’Asia e l’Europa, è una delle principali fonti di cambio commerciale/economico per l’Egitto e prevede entrate per 8 miliardi di dollari durante l’anno fiscale che si concluderà a giugno.
La nazionalizzazione del Canale di Suez da parte dell’ex Presidente egiziano Gamal Abdel Nasser nel 1956, che portò a una fallita invasione britannica, è vista come uno dei maggiori successi del moderno Stato egiziano.