La Russia Uralchem costruisce un terminal portuale a Taman, in Crimea, per l’esportazione di ammoniaca.
Mosca. La Russia sta vivendo questo periodo di guerra, dovuta all’invasione dell’Ucraina, senza sosta nel determinare le proprie strategie portuali e del settore dei trasporti marittimi. La flotta di petroliere russe è troppo piccola per aggirare completamente un piano dell’Unione Europea, dei paesi del G7 e dell’Australia per imporre (l’accordo è di ieri) un tetto massimo alle sue esportazioni di greggio marittimo a partire dal 5 dicembre. Si prevede che la quantità che la Russia non sarà in grado di esportare aumenterà quando le sanzioni dell’UE sulle spedizioni di prodotti raffinati russi entreranno in vigore il 5 febbraio. In tutto il deficit potrebbe significare che la Russia interrompe le esportazioni di circa un milione di barili al giorno (bpd), rispetto agli attuali flussi verso il mercato mondiale di circa 3,5 milioni di barili al giorno.
L’impatto farebbe aumentare i prezzi del petrolio e del carburante e aggraverebbe le pressioni inflazionistiche globali. Per questo, la Russia sta cercando di formare una ‘flotta parallela’ in modo di aumentare la sua flotta, aggiornandola con navi di proprietà di società russe e di bandiere diverse; mentre quest’anno sono state svendute navi, di età superiore ai 15 anni, vecchie per gli standard del trasporto di petroli, a società anonime che potrebbero commerciare petrolio, fuori il limite delle sanzioni.
Sul versante delle infrastrutture portuali, la Russia è impegnata a realizzare terminal per favorire lo scalo dei porti di Crimea e non solo: “La possibilità per le navi di fare bunkeraggio sarà importante per decidere se scalare o meno un porto” è la filosofia strategica della Russia nello shipping internazionale.
Il gruppo chimico russo Uralchem, che è una delle principali aziende statali nel settore dei fertilizzanti, sta costruendo un terminal portuale a Taman, in Crimea, dedicato al traffico di ammoniaca. Il terminal dovrebbe essere pronto per le operazioni portuali entro la fine del 2023.
La nota informativa è stata data da Dmitry Mazepin, presidente e maggiore azionista di Uralchem e consigliere dell’Unione russa degli industriali e degli imprenditori (RSPP), nel corso di un incontro con il presidente russo Vladimir Putin tenutosi l’altro giorno al Cremlino.
Mazepin, nella sua nota, spiega che quest’anno l’azienda ha prodotto 42 milioni di tonnellate di fertilizzanti, di cui 12 milioni destinate al mercato nazionale. Inoltre, le esportazioni di Uralchem sono state colpite dalle sanzioni per la guerra in Ucraina e attualmente l’azienda ha 262 mila tonnellate di fertilizzanti bloccate nei porti di Estonia, Lettonia, Belgio e Olanda, e le filiali Acron ed EuroChem ne hanno bloccate rispettivamente 52 mila e quasi 100mila tonnellate.
Mazepin ha evidenziato che il blocco delle esportazioni rappresenta un problema grave, così com’è ostacolata l’attività dei terminal portuali dell’azienda a San Pietroburgo, Ust-Luga e Riga.
Sulle attività portuali del gruppo, Mazepin ha riferito a Putin che Uralchem ha provato a vendere il proprio terminal portuale di Riga a un trader svizzero, cessione, ostacolata poi dalle Autorità lettoni che hanno costretto alla fine la controparte elvetica a ritirarsi dall’accordo.
Dmitry Mazepin ha illustrato al Presidente Putin la nuova strategia per individuare percorsi alternativi per le esportazioni: nel merito, lo scorso anno, Uralchem ha avviato un progetto per la realizzazione di un terminal a Taman con un investimento di 50 miliardi di rubli (825 milioni di dollari); scalo che l’azienda spera che diventi operativo entro la fine del prossimo anno. Mazepin ha rilevato che il nuovo porto cambierà radicalmente la situazione per le esportazioni di ammoniaca dalla Federazione Russa; export che sinora è vincolato o dipendente da altre nazioni che dispongono delle infrastrutture portuali idonee.
In attesa dell’avvio dell’attività a Taman, Mazepin ha chiesto il sostegno di Putin affinché il trasbordo di ammoniaca nel porto di Odessa sia incluso nell’accordo sul cosiddetto ‘corridoio del grano’ frutto dell’intesa fra Ucraina, Russia, Turchia e Nazioni Unite che consente l’esportazione di cereali attraverso i porti di Odessa e Mariupol.
La penisola di Taman è nel territorio russo di Krasnodar; è circondata a Nord dal Mar d’Azov, a Ovest dallo Stretto di Kerc e dal resto della Crimea, mentre a Sud dal Mar Nero. La sua baia, appunto di Taman, collega il Mar d’Azov al Mar Nero.