Bruxelles. I diplomatici dell’Unione Europea hanno sospeso i colloqui sul tetto dei prezzi del petrolio russo, poiché la Polonia e gli Stati baltici si sono opposti a una proposta che considerano troppo generosa con Mosca.
I diplomatici si aspettavano che un accordo fosse concluso venerdì sera, ma le posizioni sono rimaste trincerate e i colloqui sono stati rinviati a lunedì, secondo varie agenzie di stampa. La trattativa si è fermata sul ‘quanto’ dovrebbe essere rigoroso il prezzo massimo proposto dal Gruppo dei Sette.
La Polonia e le Nazioni baltiche hanno classificato ‘indegna’ per la proposta di limitare i prezzi del petrolio russo a 65 dollari al barile, poiché tale livello è superiore ai tassi di vendita del greggio di Mosca. La Polonia chiede sanzioni aggiuntive, un meccanismo di revisione e un prezzo inferiore al livello di mercato. Con la Polonia e gli Stati baltici che si oppongono, la trattativa ha messo a nudo la tensione fondamentale sull’idea del price cap.
I paesi sono costretti a scegliere tra due priorità che sono quasi impossibili da risolvere: cercare di soffocare le entrate della Russia da evitare picchi potenzialmente dolorosi del prezzo del petrolio che potrebbero alterare l’economia globale.
“Se si applica il prezzo massimo troppo alto, si renderà vana l’azione di contrasto”, ha detto il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis in un’intervista, subito dopo la chiusura della trattativa. “Il petrolio è la più grande fonte di entrate per il bilancio russo, ha aggiunto, quindi è molto importante fare bene in modo da impattare sulla capacità della Russia di finanziare questa guerra”.
Le Nazioni marittime, come la Grecia, preferiscono un livello più alto che contribuirà a mantenere il flusso degli scambi. I colloqui sono stati tesi perché al prezzo di $ 65, il limite è superiore ai prezzi che la Russia sta già accettando per il suo greggio, un livello fortemente scontato rispetto ai benchmark globali. Ciò potrebbe consentire a Mosca di sostenere che si tratta di affari normali.
Il Cremlino aveva detto che si sarebbe rifiutato di vendere petrolio a chiunque aderisse al price cap, e sembrava suggerire che avrebbe potuto ammorbidire la sua posizione.
Intanto, si avvicina una scadenza: le sanzioni dell’UE sul petrolio russo entreranno in vigore il 5 dicembre e l’interruzione del mercato sarà probabilmente maggiore se il prezzo massimo non sarà in vigore. Le sanzioni dell’UE impedirebbero l’accesso alle assicurazioni e ai servizi per qualsiasi nave che trasporta petrolio russo. Il cap consente l’accesso a tali servizi, ma solo se il greggio viene acquistato al di sotto di un certo livello. Gli Stati Uniti hanno proposto il limite di prezzo all’inizio di quest’anno come alternativa alle sanzioni dell’UE che erano così severe da rischiare di interrompere la produzione.
Gli Stati Uniti hanno sostenuto che un aumento dei prezzi causato dalle sanzioni dell’UE potrebbe alla fine aiutare Putin, oltre ad inficiare l’economia globale. I prezzi del petrolio sono scesi negli ultimi giorni, in parte sui segnali che un accordo potrebbe mantenere il petrolio russo in circolazione, allentando la pressione sul mercato globale.