L’Egitto verso impianti industriali eolici e investimenti sull’idrogeno verde
Suez. Il Canale di Suez, secondo una nota dell’Autorità del Canale di Suez (SCA), già nel secondo trimestre 2022 aveva registrato transiti di navi da nord e da sud mai registrati prima, con previsioni in netto aumento, in quest’ultimo periodo dell’anno.
Il Ministro delle Finanze egiziano, Mohamed Maait, ha informato che nell’anno fiscale 2021/2022, sono state realizzate entrate per circa 7 miliardi di dollari e il settore petrolifero ha registrato eccedenze per circa 5 miliardi di dollari. Una serie di settori vitali in Egitto, ha aggiunto Maait, ha ottenuto buone performance nonostante le sfide senza precedenti che l’economia globale sta vivendo. Gli afflussi netti d’investimenti diretti esteri sono saliti al tasso più alto in dieci anni, a circa 8,9 miliardi di dollari, una crescita del 71,4% durante l’anno fiscale 2021/2022, rispetto all’anno fiscale 2020/2021.
Le esportazioni di gas naturale ammontano a 600 milioni di dollari al mese, ha affermato, aggiungendo che il Governo prevede di aumentarle a un miliardo di dollari nel gennaio 2023 e prevede di aumentare le esportazioni non petrolifere del 30% all’anno.
“L’economia egiziana è diventata più capace per una ripresa verde, nonostante la gravità delle sfide globali; ha acquisito un grado di solidità che le consente di affrontare in modo positivo e flessibile le crisi internazionali. Ciò incoraggia il Governo a continuare a portare avanti le riforme strutturali con una forte volontà politica, per localizzare l’industria e fare affidamento sulla produzione locale”, ha affermato Maait.
L’Egitto mira a maggiori investimenti per lo sviluppo, in particolare in progetti green, compreso l’idrogeno verde, lavorando duramente per consentire al settore privato locale e straniero di guidare una crescita economica sostenibile e ricca di posti di lavoro, per creare un milione di opportunità di lavoro l’anno; il tutto per raggiungere uno sviluppo sostenibile, migliorare il tenore di vita di cittadini e potenziare i servizi loro forniti.
Ultimo passo è stato quello del Fondo Sovrano dell’Egitto (TSFE, The Sovereign Fund of Egypt) che ha firmato un memorandum di intesa con Acwa Power dell’Arabia Saudita per valutare un investimento congiunto in un progetto di energia eolica da 1,5 miliardi di dollari nel Golfo di Suez.
Stando a quanto riferito in un comunicato diffuso dalla società saudita, il progetto da 1,1 Gw, che dovrebbe essere commissionato entro il 2026, fornirà energia a più di un milione di famiglie e contribuirà a ridurre 2,4 milioni di tonnellate di emissioni l’anno.
Stando ai termini del memorandum di intesa, firmato a margine della Cop27, il TSFE dovrebbe acquisire fino al 10% delle quote del progetto eolico. Gli altri investitori sono Hassan Allam Holdings, una società egiziana d’ingegneria, costruzione e infrastrutture, con il 25%, e Acwa Power.
Il nuovo piano energetico egiziano punta al 42% di rinnovabili nel mix elettrico al 2035.
Non solo eolico, ma anche nel campo dell’idrogeno, l’Egitto sta pensando di sviluppare con gli Emirati Arabi Uniti due progetti d’idrogeno verde: uno da 2 Gw, situato nella Zona Economica del Canale di Suez (Sczone), operativo entro il 2026, e il secondo sulla costa mediterranea, con l’obiettivo di arrivare a una capacità di elettrolisi di 4 Gw entro il 2030 e a produrre fino a 480.000 tonnellate di idrogeno verde l’anno. La prima fase del primo progetto prevede di produrre 20.000 tonnellate di H2 esclusivamente da fonti rinnovabili (si parla di 570 MW) entro il 2025, tramite un elettrolizzatore da 150 MW.
Ricordiamo che uno studio sull’energia rinnovabile del Politecnico di Milano afferma che in Italia serviranno almeno 15 GW di elettrolizzatori e altri 70 GW di rinnovabili per consentire lo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde e la decarbonizzazione di alcuni settori industriali (acciaio, fonderie, chimica, carta, vetro) e dei trasporti pesanti (camion, navi, treni).