Quale la strada per rendere le Zone Economiche Speciali uno strumento utile per attrarre nuovi investimenti?
Bari. Il Commissario Zes Adriatica Puglia-Molise, Ing. Manlio Guadagnuolo, rivendica il suo ruolo come ‘funzione’ primaria per lo sviluppo industriale di un territorio. E come dire che l’AdSP non ha tale funzione e quindi non deve intralciare l’operato del Commissario Zes.
Le funzioni del Commissario straordinario di Governo per la Zes sono definite dall’art. 4 commi 7 e ss., del D.L. 20 giugno 2017, n. 91 e ss. mm. ii.. Infatti, all’art.4 comma 7- Il soggetto per l’Amministrazione (sicuramente non la sua) deve assicurare gli strumenti che garantiscano l’insediamento e la piena operatività delle aziende presenti nella Zes; e senza autorizzazione di concessione portuale, di quali aziende parliamo! Sicuramente, il Commissario deve assicurare il coordinamento e l’impulso, anche operativo, delle iniziative volte a garantire l’attrazione, l’insediamento e la piena operatività delle attività produttive nell’ambito della Zes, ferme restando le competenze delle amministrazioni centrali e territoriali coinvolte, soprattutto quando queste aree ricadono nelle competenze di un’AdSP. Come dire, una ‘soc. Multiservizi’, che ritira solo il ticket per aree di parcheggio per un Comune, non è certo proprietaria di quelle aree e non è – per diritto – sopra le competenze amministrative di quel Comune. E se fosse semplice ‘concessionaria’ dovrebbe farsi carico della manutenzione di quelle aree, senza però ulteriori appalti che quel Comune gli affida.
Lo ricordiamo che oggi si hanno a disposizione diversi strumenti amministrativi e legislativi per facilitare i processi di sviluppo territoriale e rendere i tempi degli investimenti certi. Strumenti di cui le Zes sono una parte, molto importante, e che si sta completando con altre realtà tra cui le Zone Franche Doganali; strumenti che devono essere riconoscibili e chiari dagli imprenditori, nazionali e internazionali, in modo da essere in grado da attrarre importanti investimenti nel territorio di una regione. Stiamo parlando di strumenti che fanno parte di un’azione importante di politica territoriale a livello regionale e interregionale; capaci di incrementare i traffici nazionali e internazionali, com’è stato evidenziato, in più occasioni sulla stampa locale che il Porto di Brindisi e la Zes hanno già ricevuto varie istanze per nuovi insediamenti produttivi e logistici.
Per anni abbiamo scritto da questo sito, delle definizioni di ‘città di mare’ e di ‘città porto’; ora ritorniamo, sul concetto di ‘porto Zes’ – significativamente evidenziato dal Decreto istitutivo delle Zes: Decreto legge n. 91 (20.06.2017), convertito con modificazioni dalla legge n.123 (03.08.2017) e successivi modificazioni, nell’ambito degli interventi urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno che ha previsto e disciplinato la possibilità di istituzione delle Zes all’interno della quali le imprese già operative o di nuovo insediamento possono beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative. Poi vi è stato il DPCM 25.01.2018, con l’adozione del regolamento recante l’istituzione delle Zes; poi il Decreto del Direttore Generale dell’Agenzia per la Coesioine territoriale n.60/2022.
Il tutto aveva un obiettivo: attrarre grandi investimenti; favorire la crescita delle imprese già operative o la nascita di nuove realtà industriali nelle aree portuali e retroportuali; implementare le piattaforme logistiche, collegate anche da intermodalità ferroviaria.
Per questo i ‘porti Zes’ sono porti con chiara vocazione industriale per infrastrutture, per la logistica e la portualità. Cioè le Zes servono per una re-industrializzazione dei territori; non servono per creare servizi ancillari ad altri settori come il turismo in genere o balneare e costiero in particolare.
Caso Brindisi
La società Act Blade, per la legge sulle Zes (il D. L. 91/2017), chiede all’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, il rilascio dell’Autorizzazione Unica per realizzare l’investimento temporaneo (per poi spostarsi nel 2025 nella ZFD, ancora non avviata) sulla banchina del molo Sant’Apollinare di Brindisi, per la produzione di pale eoliche e strutture energetiche relative. La norma sulle Zes prevede che le autorizzazioni uniche in ambito portuale siano rilasciate dai presidenti delle Autorità di Sistema Portuale.
Al di là del fatto che all’epoca della richiesta dell’Act Blade, il Commissario Zes non aveva ancora realizzato lo sportello unico, la legge ricorda ancora che le opere per la realizzazione di progetti infrastrutturali nelle Zes, da parte di soggetti pubblici e privati, sono da considerarsi di pubblica utilità, indifferibili e urgenti; da tener presente che si parla di opere di impianti e infrastrutture energetiche e che sono attività ricadenti nella competenza territoriale delle Autorità di Sistema Portuale e degli Aeroporti (art. 5-bis, introdotto dall’art. 57, comma 1, lett. c, del D.L.31 maggio 2021, n77 e modificato dall’art.11, comma 1, lett. b, n.1 e n.2, del D.L. 6 novembre 2021, n.233). In sostanza la legge attribuisce al Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, nell’area portuale di competenza, le medesime attribuzioni del Commissario Straordinario, cosa che avveniva già prima della nomina del Commissario Zes; in più la legge dice anche che le due figure non dovranno contrapporsi perché procedono per lo stesso fine.
La sostanza: se la ‘conferenza dei servizi’ l’avesse indetta il Commissario Zes, il risultato sarebbe stato positivo? E il ‘parere’ del Comune e della Soprintendenza sarebbe stato diverso? Fatto sta che l’Authority, nel rispetto della prassi amministrativa, ha portato avanti la procedura ed ora si aspetta l’intervento del Dipartimento per la Coesione della Presidenza del Consiglio e del Ministero delle Infrastrutture, con le aspettative che la società Act Blade rischia di perdere il finanziamento PNRR alla faccia della ‘semplificazione burocratica’.
Si pensi, invece a passare da una semplice elencazione di procedure e di atti a un’effettiva realizzazione delle Zes a servizio dei porti del Mezzogiorno, evitando di deformare il concetto ispiratore delle stesse Zes, privando l’azione stessa dello strumento di immediata incisività.