Netanyahu si impegna a ‘neutralizzare’ l’accordo sul confine marittimo tra Israele e Libano

(File image courtesy Energean)

Tel Aviv. L’ex primo ministro israeliano Benjamin ha promesso, in campagna elettorale, di ‘neutralizzare’ un accordo sui confini marittimi appena firmato con il se avrà l’incarico alle elezioni di ieri (Agenzie di stampa israeliana lo danno quasi vincente).

Gli israeliani hanno votato in un referendum effettivo sulla sua candidatura per la quinta volta in tre anni e, se dovesse vincere, la sua promessa di annullare l’accordo getta incertezza sul futuro di due giacimenti di gas offshore al largo della costa di Haifa.

Per quanto riguarda la nuova demarcazione del confine con il Libano, “Mi comporterò come ho fatto con gli accordi di Oslo”, ha detto lunedì scorso Netanyahu alla Army Radio (Galatz).

Ha fatto riferimento all’accordo diplomatico degli anni ‘90 che sosteneva la creazione di uno Stato palestinese indipendente, un risultato a cui si è opposto per gran parte della sua carriera, sottolineando che sotto la sua sorveglianza gli Accordi di Oslo “non sono stati cancellati, sono stati neutralizzati”.

L’accordo sui confini marittimi negoziato dal primo ministro custode Yair Lapid è firmato e completato e pone fine a una lunga disputa sul confine. Nei termini finali, mantiene il controllo del giacimento di gas di Karish, che è appena entrato in funzione.

La linea di demarcazione passa il controllo dell’adiacente giacimento di gas di Qana al Libano, sebbene Israele manterrà una partecipazione nel suo sviluppo e riceverà il pagamento dei dividendi dall’operatore di locazione di Qana, TotalEnergies.
Lapid ha affermato che l’accordo ‘rafforzerà la sicurezza di Israele, inietterà miliardi nell’economia israeliana e garantirà la stabilità del nostro confine settentrionale’. Come parte dell’accordo, l’Amministrazione Biden ha fornito garanzie di sicurezza scritte al Governo di Lapid, assicurando il sostegno americano nel caso in cui il Libano (o il potente gruppo militante libanese Hezbollah) dovesse violare l’accordo.

La lettera di assicurazione promette anche di sostenere gli sforzi per evitare che i profitti della parte libanese finiscano nelle mani di Hezbollah. Il partito Likud di Netanyahu si oppone con veemenza all’accordo di confine e lo ha descritto come una ‘arresa’ a Hezbollah. Il Likud e i suoi partner della coalizione di estrema destra avrebbero bisogno di 61 seggi nei 120 seggi del parlamento israeliano per prendere il controllo, e gli ultimi sondaggi mostrano che potrebbero essere a portata di mano.
Mentre pubblichiamo quest’articolo, in attesa dei risultati finali, si apprende che Netanyahu è in netto vantaggio su Yair Lapid e conta già 62 o 64 seggi sui 120 disponibili, in una coalizione di destra.