(Foto courtesy Ministero delle Infrastructure dell’Ucraina)
Le forniture alimentari mondiali sono a rischio mentre la Russia si ritira dall’accordo sul Mar Nero
Kiev. È probabile che il ritiro della Russia dall’accordo prima della sua scadenza del 19 novembre, mediato dalle Nazioni Unite per l’esportazione di cereali del Mar Nero, colpisca le spedizioni verso paesi dipendenti dalle importazioni, aggravando una crisi alimentare globale e innescando aumenti dei prezzi. Centinaia di migliaia di tonnellate di grano prenotate per la consegna in Africa e Medio Oriente sono a rischio dopo il ritiro della Russia, mentre le esportazioni di mais ucraino verso l’Europa diminuiranno; queste sono le preoccupazioni degli spedizionieri con sede a Singapore.
L’accordo sul grano aveva riavviato le spedizioni dall’Ucraina, consentendo le vendite sui mercati mondiali, puntando al livello prebellico di 5 milioni di tonnellate esportate dall’Ucraina ogni mese.
La Russia ha affermato, con una nota del Ministero della Difesa, che 16 droni aerei e marittimi hanno attaccato le navi civili e della flotta del Mar Nero nella baia di Sebastopoli in Crimea sabato alle 0420 ora di Kiev, affermando anche che tutti e nove i droni aerei sono stati distrutti.
Ora, l’accordo sul grano nel Mar Nero delle Nazioni Unite, Turchia e Ucraina prevede per questa settimana un piano di transito per 16 navi, (12 in partenza e 4 in entrata) nonostante il ritiro della Russia dal patto sabato scorso.
Il ritiro russo dal patto ha suscitato proteste da parte di Ucraina, NATO, Unione Europea e Stati Uniti, mentre le Nazioni Unite e la Turchia, due principali intermediari dell’accordo di luglio, si sono affrettate ieri, domenica, di salvarlo, mantenendo gli impegni.