Sono due i progetti di Enel Green Power ed Eni per sviluppare idrogeno verde tramite degli elettrolizzatori alimentati da energie rinnovabili.
Roma. Si parla sempre più spesso d’idrogeno verde – prodotto tramite l’elettrolisi dell’acqua alimentata da energie rinnovabili – con numeri grandi per nuova occupazione, riduzione dei costi, impatto sul PIL e che comunque risponde a uno sviluppo sostenibile di un territorio.
La Commissione UE, già lo scorso 21 settembre 2022, aveva approvato, nel rispetto delle norme europee in materia di aiuti di Stato, l’IPCEI (Important Projects of Common European Interest) per sostenere la ricerca e l’innovazione, la prima applicazione industriale e la costruzione delle relative infrastrutture nella catena del valore dell’idrogeno, denominato “IPCEI Hy2Use”.
E la scorsa settimana, Enel Green Power ed Eni, beneficiari italiani del supporto pubblico autorizzato dall’UE nell’ambito di IPCEI Hy2Use, hanno annunciato i due progetti per lo sviluppo dell’idrogeno verde nei porti italiani di Gela e di Taranto. Intestatario della notifica di finanziamento è South Italy Green Hydrogen, la joint venture creata dalle due società per portare avanti lo sviluppo dei progetti.
In particolare, i due impianti di elettrolisi saranno installati all’interno della Bioraffineria Eni di Gela e nelle vicinanze della Raffineria Eni di Taranto.
Nella Bioraffineria di Gela sarà installato un elettrolizzatore da 20 MW, mentre nella Raffineria Eni di Taranto l’elettrolizzatore sarà di 10 MW; entrambi gli impianti saranno realizzati con una tecnologia PEM. L’idrogeno verde, prodotto utilizzando esclusivamente energia rinnovabile, è stato individuato dalle due aziende come soluzione idonea per contribuire al processo di decarbonizzazione dei due stabilimenti.
Ricordiamo brevemente, che l’elettrolisi dell’acqua è ben nota da tempo per la produzione di laboratorio e di nicchia, ma qui si parla di una massiccia produzione industriale se si vuol promuovere lo sviluppo dell’idrogeno da fonti rinnovabili, come eolico e fotovoltaico.
Per gli elettrolizzatori, la Scienza dispone di quattro ‘tecnologie’ per la produzione di idrogeno verde. Le prime due sono già ben posizionate nel mercato e hanno uno ‘stack’ (la cellula dell’impianto dove le molecole d’acqua vengono scisse in ossigeno e idrogeno e la produzione di idrogeno tramite il controllo della corrente alla cellula viene definita ‘lo stack’.) con potenza nell’ordine dei MW. Le altre due hanno una dimensione dello stack nell’ordine dei kW e con una durata ridotta, offrono buone prospettive di sviluppo, ma non sono ancora consolidate nel mercato. Le tecnologie, a disposizione dell’industria oggi, sono: ‘Cella elettrolitica alcalina (AEC)’ – Membrana a scambio protonico (PEM) – Anion Exchange Membrane (AEM) – Solid Oxide Electrolier Cell (SOEC).
La tecnologia usata da Enel Green Power ed Eni, per i progetti di Gela e di Taranto sarà la PEM: tecnologia che opera a bassa temperatura con i protoni che passano attraverso una speciale membrana; offre una risposta dinamica più rapida e intervalli di potenza di funzionamento più ampi rispetto all’AEC, ma ha una durata dello ‘stack’ inferiore; attualmente presenta costi di capitale più elevati rispetto all’AEC, ma questa meno flessibile della PEM.
“Siamo orgogliosi dell’inserimento di questi progetti tra quelli selezionati dall’Unione Europea nell’ambito del prestigioso IPCEI Hy2Use“, ha dichiarato Salvatore Bernabei, Ceo di Enel Green Power. “Le due iniziative in collaborazione con Eni costituiscono un passo importante per la realizzazione d’impianti di elettrolisi utility scale, consentendo di testare e accelerare lo sviluppo di tutta la filiera per la produzione d’idrogeno verde in Europa”.
“Affrontare in modo efficace la transizione energetica nel quadro di sistemi economici e industriali diversificati e complessi significa utilizzare tutte le tecnologie a disposizione in grado di decarbonizzare i molteplici ambiti emissivi”, commenta Giuseppe Ricci, Direttore Generale Energy Evolution di Eni. “L’idrogeno è una delle strade che Eni sta percorrendo e siamo lieti che questi progetti con Enel siano stati selezionati dall’Unione Europea nell’ambito dell’importante progetto comunitario IPCEI Hy2Use”.
La realizzazione dei progetti potrà essere oggetto di successivi accordi – si afferma nella nota di Eni e di Enel Green Power – che verranno definiti nel rispetto della normativa applicabile, ivi inclusa quella in materia di operazioni tra parti correlate.
Nel segmento dell’idrogeno verde, il Gruppo Enel sta sviluppando progetti anche in Spagna, Cile e Stati Uniti.
Eni, principale produttore e consumatore d’idrogeno in Italia, ha inoltre inaugurato a giugno 2022 la stazione di servizio idrogeno di Mestre e sta studiando ulteriori iniziative in Italia e all’estero per la decarbonizzazione delle industrie hard to abate e della mobilità pesante. L’obiettivo è di arrivare a produrre 4 MTPA (Milioni di Tonnellate Per Anno) di idrogeno low carbon e rinnovabile al 2050.
Ricordiamo che la Commissione UE ha dato il via libera a 5,2 miliardi di euro di finanziamenti pubblici per il Progetto ‘IPCEI Hy2Use’ che prevede soluzioni per l’introduzione dell’idrogeno nel ciclo industriale di diversi settori. Sono quattro le imprese italiane che riceveranno un finanziamento per circa 500 milioni di euro che attiverà un miliardo di euro da privati: NextChem del Gruppo Maire Tecnimont; Centro Sviluppo Materiali di RINA; SardHy Green Hydrogen di Sarased Enel Green Power e South Italy Green Hydrogen, società mista Eni-Enel.