Si è tenuto lo scorso 2 luglio, ad Alberobello (BA), presso il Grand Hotel “La Chiusa di Chietri”, la 15esima assemblea annuale dell’Unione Piloti che si è aperta con la consueta relazione del Presidente, il C.L.C. Vincenzo Bellomo.
Dopo aver ricordato in apertura la figura del compianto Romeo Mangano, già vicepresidente dell’UPI, sempre in prima linea nel promuovere battaglie e iniziative nell’interesse dell’intera categoria dei piloti di porto italiani, la cui scomparsa all’inizio di quest’anno, ha lasciato un vuoto enorme, il presidente Vincenzo Bellomo ha in premessa denunciato i tentativi di attacco diretti, non tanto e soltanto all’Unione Piloti ma anche alla sua persona. “Il lungo iter tariffario ha mostrato – a nostro avviso – il suo reale scopo: minare l’architettura su cui si regge la nostra amata professione. Ci sembra ormai palese l’obiettivo di mettere in discussione quei principi indicati dal codice della navigazione e nel suo regolamento a tutela del servizio di pilotaggio e che l”unica a mantenere il punto è stata l’UPI cui apparteniamo e – di cui mi onoro essere il Presidente”.
Come era prevedibile nel mirino del presidente Bellomo è finito il nuovo sistema tariffario che ha definito “una resa con l’onore delle armi”. A destare perplessità tanto da diventare uno degli oggetti dei ricorsi al TAR – ha affermato – è l’obbligo per le Corporazioni di redigere annualmente – oltre ai rendiconti previsti dall’art. 120 del regolamento al codice della navigazione – anche un bilancio di esercizio strutturato secondo quanto previsto dal Codice civile. Per Bellomo, la tanto vituperata formula “Tartuffo” – la cui bontà e trasparenza sarà sempre difesa dall’UPI resta l’unico metodo “incorruttibile” – proprio perché MATEMATICO – di elaborazione delle tariffe.
Il presidente dell’UPI ha poi respinto l’accusa, lanciata dall’ex presidente di Fedepiloti, di boicottaggio del Gruppo Di Lavoro o di una “opposizione inconsistente e priva di contenuti ispirata solo all’obiettivo della ricerca di visibilità anche a danno della categoria e degli interessi dei piloti” – ricordando “che i ricorsi al TAR sono stati l’estrema ratio per UPI per far arrivare in qualche modo le proprie obiezioni e le proprie deduzioni – ignorate per tutta la durata dell’iter istruttorio”.
Non è mancato un riferimento al carattere pubblicistico del servizio di pilotaggio, che il Regolamento UE 352/2017 ha voluto proteggere dalla liberalizzazione – diversamente dai servizi di ormeggio e rimorchio. “L’applicazione dei principi concorrenziali si sarebbe scontrata – osserva Bellomo – con gli interessi pubblicistici – tutelati dal legislatore europeo – legati in particolare all’esigenza di Sicurezza della navigazione e di Rispetto dell’ambiente”.
Tra gli aspetti più controversi del nuovo sistema tariffario evidenziati dal presidente dell’UPI figurano: la discrezionalità sull’ammissibilità o inammissibilità tramite “valutazione di congruità” delle Spese Valutabili ai fini del riconoscimento nella spesa ammessa; il depauperamento della professionalità del Pilota – cui viene riconosciuto un elemento base che si colloca ancora al di sotto della paga media del 1°ufficiale di coperta.
Sul primo punto, Bellomo resta convinto che “le spese reali, legittime e consentite, sono solo quelle volte al soddisfacimento delle esigenze del servizio di pilotaggio così come indicato dagli articoli 110 – 1° comma – e 120 del Regolamento al Codice della Navigazione e quelle – a prescindere se ammesse o meno – implicitamente ed esplicitamente autorizzate dall’Autorità Marittima”.
Pertanto, le indicazioni Ministeriali per cui qualsiasi “Spesa non ammissibile” non deve essere intesa come non legittima e che le spese eccedenti il valore stabilito dal tavolo tariffario siano comunque consentite, non possono che destare – sostiene Bellomo – una forte perplessità. Tuttavia – assicura successivamente – l’Unione Piloti – pur mantenendo ferme le motivazioni che hanno determinato il ricorso al TAR– nella testarda speranza di essere ascoltata continuerà a partecipare agli incontri del Gruppo di lavoro.
L’altra questione molto controversa è l’individuazione dell’Elemento base, che per il presidente dell’UPI resta “un punto fondamentale per la qualità del servizio garantito dai Piloti; reso da professionisti che posseggono elevatissimi livelli di specializzazione – selezionati attraverso concorsi pubblici”. Secondo Bellomo si rischia che molti piloti “nella prospettiva di ruoli e compiti maggiormente gratificanti, preferiscano mettere le loro competenze a disposizione di soggetti più lungimiranti e illuminati”. L’Unione tuttavia “non demorde e – promette Bellomo – riparte convintamente dalla richiesta che – nel calcolo dell’Elemento Base – il riferirsi alla paga conglobata del 1° Ufficiale dovrà rappresentare solo il punto di partenza – e non certo il dato finale”.
Un altro punto toccato dalla relazione è stato la prassi invalsa tra i capi pilota di alcune corporazioni di negare l’accesso alla documentazione costituente il rendiconto annuale da parte di quei colleghi che lo hanno approvato a maggioranza. “Ricordo ai colleghi “non collaborativi” – ha chiosato – che l’accesso agli atti degli enti pubblici – data ormai per acquisita la natura pubblicistica delle Corporazioni – è un obbligo che il legislatore ha voluto includere tra i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i “Diritti civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale” – inserendolo nell’art 117 della nostra Costituzione”.
Bellomo mette quindi in guardia i suoi colleghi ed esprime il fondato timore “che – alla luce delle recenti modifiche in senso privatistico della compilazione del bilancio” la verifica da parte di un pilota dei contenuti dell’azione amministrativa del capo pilota possa rivelarsi più difficile.
La relazione però non è stata solo un’elencazione di recriminazioni. Il presidente ha ricordato infatti che la proposta dell’UPI “di accorpamento delle stazioni pratici di Licata – Mazara del Vallo – Ortona – Pescara – Porto Empedocle – Termini Imerese con le Corporazioni Piloti limitrofe – nell’ottica tanto di aumentare la sicurezza di quei porti, con la garanzia di una copertura di supporto e rinforzo in caso di imprevisti o emergenze – quanto di impedire la soppressione del presidio di pilotaggio in caso di sensibile riduzione dei traffici” – ha trovato il favore dell’utenza e del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili.