Impianto petrolifero offshore al largo della Norvegia.
Bruxelles. La Norvegia ha deciso senza mezzi termini di andare avanti a pieno ritmo nelle sue imprese petrolifere nei prossimi decenni. Mentre la Danimarca prevede di porre fine a tutte le operazioni nel Mare del Nord entro il 2050, la Norvegia, il più grande produttore di petrolio dell’Europa occidentale, continua a offrire contratti di esplorazione e produzione a diverse società con l’intenzione di sviluppare ulteriormente la sua già consolidata industria petrolifera. Si prevede di poter estrarre petrolio fino al 2070, nonostante la Norvegia sia stata tra le prime nazioni a ratificare l’accordo di Parigi e si sia impegnata ad abbattere interamente le emissioni entro il 2030.
Con un cambiamento di strategia, la Commissione europea sta esprimendo un forte sostegno all’E&P offshore di petrolio e gas al largo della Norvegia, sottolineando una nuova visione nella politica energetica dell’UE dopo l’invasione russa dell’Ucraina. L’E&P (Energy & Power) è una nuova business unit e rappresenta una soluzione complementare che riunisce gli asset di produzione e sviluppo dislocati nei siti di Regno Unito, Pesi Bassi, Norvegia e Danimarca.
L’UE è un grande continente che consuma petrolio e gas, ma la sua politica non incoraggia una maggiore produzione di tali prodotti, soprattutto in questo periodo in cui l’UE è impegnata nel risolvere una tale questione di ordine pubblico, la crisi energetica in atto.
Da sempre, la Commissione europea ha promosso l’intenzione di raggiungere emissioni nette zero a lungo termine piuttosto che realizzare piani per garantire una fornitura di gas naturale a breve termine.
La Danimarca, lo Stato membro dell’UE con il più grande insediamento petrolifero e del gas offshore, si è persino impegnata a uscire completamente dall’E&P entro il 2050. La rapida disconnessione dell’Europa dall’energia russa sta spingendo gli Europei a un ri-orientamento delle priorità, in particolare per il gasdotto, che è logisticamente difficile da sostituire.
Questo è un problema urgente che dovrà essere risolto prima della prossima stagione di riscaldamento invernale 2023-24: l’azienda energetica statale russa Gazprom ha tagliato parzialmente o completamente le forniture di gas ai clienti in 12 paesi dell’UE, inclusa una forte riduzione del 60% del flusso sul gasdotto Nord Stream per Germania.
La restrizione dell’offerta sta facendo salire i prezzi e il contratto futures sul gas naturale TTF olandese di riferimento è aumentato del 300% su base annua. TTF (Title Transfer Facility) è un mercato virtuale di riferimento per lo scambio del gas naturale tra i più grandi operatori di Lng dell’Europa continentale. Situato nei Paesi Bassi, grazie alla localizzazione centrale, permette un trasferimento del gas tra i mercati di Norvegia, Germania, Francia, Italia e Gran Bretagna. TTF mensile è calcolato facendo la media aritmetica delle quotazioni giornaliere riferite al mese di fornitura. Il gas naturale è un bene fungibile, uguale indipendentemente dal produttore, ed è oggetto di scambio presso le principali borse mondiali.
In questo contesto, il gas naturale norvegese politicamente affidabile è il benvenuto nell’UE. La Norvegia produce gas in grandi quantità dall’inizio dell’anno e potrebbe fornire circa 100 TWh di gas in più (circa il sei percento delle importazioni annuali dell’UE dalla Russia) nell’arco del 2022.
La Commissione europea e il Governo norvegese hanno annunciato piani per rafforzare i legami energetici e promuovere lo sviluppo offshore a lungo termine.
“L’UE sostiene la continua esplorazione e trivellazione dei fondali e gli investimenti della Norvegia per portare petrolio e gas al mercato europeo”, hanno affermato la CE e la Norvegia in una dichiarazione congiunta. “La Norvegia ha notevoli risorse residue di petrolio e gas e può, grazie a continue esplorazioni, nuove scoperte e sviluppi sul campo, continuare a essere un grande fornitore per l’Europa anche a lungo termine oltre il 2030”.
La dichiarazione ha rilevato che il settore offshore della Norvegia ha emissioni molto basse dall’attività di produzione, meno della metà della media globale. Ciò rende il petrolio e il gas norvegese più compatibili con gli obiettivi climatici dell’Europa rispetto a forniture comparabili provenienti da altri paesi, in particolare le forniture dalla Russia, il principale produttore mondiale di metano.
Le parti insieme “hanno convenuto di intensificare la cooperazione al fine di garantire ulteriori forniture di gas a breve e lungo termine dalla Norvegia” e di lavorare insieme sulle energie rinnovabili a lungo termine.