Lisbona. Il quadro europeo della sicurezza marittima si è evoluto fino a diventare uno dei più solidi al mondo. È quanto emerge dall’European Maritime Safety Report (EMSAFE), la prima panoramica in assoluto sulla sicurezza marittima nell’Unione europea.
Uno dei pilastri chiave del quadro di sicurezza dell’UE è il controllo dello Stato di approdo, che si traduce in oltre 14.000 controlli delle navi ogni anno da parte degli ispettori nei porti dell’UE, integrati da iniziative legislative come il regime di indagine dell’UE specifico per le ro-pax e le unità veloci e l’obbligo per gli Stati membri di segnalare e monitorare gli incidenti a livello centrale per l’analisi e lo sviluppo di azioni preventive.
Questa legislazione sostiene l’attuazione e l’applicazione delle Convenzioni internazionali adottate dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) affrontando rischi specifici e mettendo in atto un approccio centralizzato a sostegno della sicurezza marittima.
Il rapporto EMSAFE, pubblicato dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima (EMSA), evidenzia anche l’assistenza che l’Agenzia fornisce alla Commissione europea per verificare l’attuazione della legislazione dell’UE.
A questo proposito, l’EMSA ha effettuato più di 300 visite negli Stati membri per conto della Commissione negli ultimi due decenni, nonché più di 300 ispezioni di organismi riconosciuti dall’UE, ai quali gli Stati membri delegano sempre più compiti legati alla loro bandiera responsabilità statali. Nello stesso periodo sono state inoltre effettuate più di 70 ispezioni presso Amministrazioni Marittime, Istituti di Istruzione e Formazione in paesi terzi, per assistere la Commissione nella valutazione del rispetto della Convenzione Internazionale sugli Standard di Formazione, Certificazione e Guardia per la gente di mare (STCW). Solo nel 2020 sono state registrate oltre 680.000 scali verso i porti dell’UE.
Lo scambio d’informazioni sulla sicurezza tra gli Stati membri in settori quali il trasporto di merci pericolose, i dati sulla posizione delle navi e la registrazione dei passeggeri è quindi fondamentale. Di conseguenza, l’EMSA continuerà a sviluppare e migliorare SafeSeaNet, lo scambio di dati marittimi a livello dell’UE, per offrire servizi di facilitazione, semplificare l’adempimento degli obblighi di comunicazione e sostenere la legislazione dell’UE nuova e rivista. Questi sviluppi consolidano il ruolo di SafeSeaNet come piattaforma principale per le informazioni sulla sicurezza marittima nell’UE.
Il rapporto EMSAFE viene rilasciato in un momento in cui la flotta battente bandiera degli Stati membri dell’UE sta registrando una crescita più lenta rispetto a quella della flotta mondiale (crescita del 3,4% negli ultimi cinque anni rispetto alla crescita del 7% per la flotta mondiale). Sebbene l’età media delle navi battenti bandiera degli Stati membri dell’UE sia sostanzialmente paragonabile a quella del mondo flotta, alcune categorie di navi stanno invecchiando, comprese le navi passeggeri, che hanno un’età media di 28 anni.
La relazione odierna testimonia come gli sforzi dell’UE per garantire la sicurezza marittima siano stati efficaci nel prevenire gli incidenti e nel garantire un livello elevato di norme di sicurezza armonizzate in tutta l’Unione. Allo stesso tempo, un singolo incidente marittimo può avere conseguenze catastrofiche per la vita umana e l’ambiente marino, quindi la vigilanza e il miglioramento continui rimangono essenziali ha affermato il commissario europeo ai trasporti, Adina Vălean.
Il direttore esecutivo dell’EMSA, Maja Markovčić Kostelac, ha aggiunto che “la sicurezza è la pietra angolare di tutte le attività marittime. Senza sicurezza non ci può essere sostenibilità, sicurezza e evoluzione del settore dei trasporti marittimi nell’UE”.
Secondo il rapporto, la sicurezza marittima continuerà a porre sfide a breve e medio termine, non solo nella gestione dell’attuale flotta, ma anche nei settori della digitalizzazione, delle tecnologie emergenti e della sostenibilità.
Gli sforzi del settore per raggiungere gli obiettivi di emissione nell’ambito del Green Deal europeo sono legati anche alla sicurezza marittima, soprattutto perché l’uso di nuovi combustibili (idrogeno, metanolo, ammoniaca e biocarburanti) e tecnologie energetiche (batterie e celle a combustibile) devono essere supportati da adeguati standard di sicurezza.
Inoltre, il numero di veicoli ad alimentazione alternativa, comprese le auto elettriche, è aumentato del 29% tra il 2019 e il 2021 nell’UE, il che significa che sia le navi passeggeri e sia le navi-cargo devono prepararsi ai rischi per la sicurezza del trasporto di un numero maggiore di questi veicoli. Il rapporto rileva che, sebbene le navi autonome offrano nuove opportunità per l’industria, comportano anche sfide nei campi normativi e tecnici, inclusa la necessità di sviluppare un quadro giuridico, norme, ispezioni, manovre in mare e in porto e le nuove qualifiche professionali.