L’UE e il Regno Unito insieme sul divieto di assicurazione per i carichi petroliferi russi

Bruxelles. Il Consiglio europeo ha deciso ieri di vietare le importazioni marittime di petrolio russo, costringendo così la Russia a favorire clienti energetici dell’estremo oriente a basso costo.

Gli analisti del mercato non sono convinti che l’embargo sul petrolio russo possa esercitare pressioni sulla guerra, perché le sanzioni sono rivolte più alle petroliere che al carico di petrolio russo trasportato; le compagnie di navigazione russe sono già all’opera per raggirare le sanzioni, vendendo il petrolio a società iraniane che poi lo rivendono ai paesi occidentali a prezzi aumentati.
Un elemento aggiuntivo, meno notato, dell’accordo di ieri però potrebbe avere un impatto maggiore.
Si tratta di un accordo che l’ ha raggiunto con il Governo britannico per emanare un divieto coordinato sull’assicurazione europea per i carichi petroliferi russi; accordo trascurato dai media.

Tale accordo metterebbe gli esportatori russi di energia fuori dal mercato dei Lloyd’s per H&M (Hull & Machine = Corpo e Macchine, Corpi e Merci) e dall’International Group of P&I Clubs (Protection & Indemnity Clubs), che fornisce circa il 95% della copertura globale per la responsabilità delle petroliere. Anche l’attività di riassicurazione è fortemente concentrata in Europa e sarà probabilmente pesantemente colpita.
Le assicurazioni ‘corpi e merci’ rappresentano le tipologie di assicurazioni più rilevanti all’interno del settore marittimo – assicurazioni per coprire un’universalità di rischi. A livello pratico, queste sono delle assicurazioni contro danni alla nave assicurata, le quali dunque coprono casi di perdita o avaria della nave. Vi è la copertura dello scafo, delle installazioni e dell’apparato motore (con tutti gli accessori) nei limiti del valore assicurato e mai superiore a quello che le cose assicurate che hanno subito il danno ‘avevano al tempo del sinistro’ in accordo con l’art. 1908 Cod. Civ..

È opportuno segnalare che il Codice della Navigazione pone all’art. 515 una deroga al terzo comma dell’art. 1908 c.c. stabilendo che ‘nel silenzio delle parti la dichiarazione del valore della nave, contenuta nella polizza, equivale a stima’, mentre nella disciplina generale è previsto che la dichiarazione di valore in nessun caso (‘contenuta nella polizza o in altri documenti’) corrisponde a stima.
La Polizza Corpo e macchina (H&M) – Valore assicurato della nave sia che si tratti di una nave di nuova costruzione o di una nave di seconda mano, il valore assicurato è costituito da: – prezzo d’acquisto o di costruzione; – costi del primo armamento o spese fatte per mettere la nave in condizioni di esercizio; – Interessi e Sborsi (I&S); – nolo.

L’importo totale costituisce il valore assicurato Corpo e Macchina (H&M = Hull & Machine) assicurato con una polizza definita di ‘Rischi ordinari’ che vanno dalla singola avaria fino alla perdita totale.

In attesa di un divieto formale da parte dell’Unione Europea, gli assicuratori occidentali hanno già iniziato a rifuggire dai carichi di petrolio russi, confermano gli analisti di settore. Anche le navi, senza un collegamento russo diverso da un charter party, rischiano di perdere la copertura assicurativa se prelevano greggio russo.

I dirigenti di molte società di shipping, concordano con molti broker che l’impatto di quest’ultime sanzioni inizierà a farsi sentire entro luglio prossimo, quando le polizze assicurative firmate inizieranno a scadere.
Poiché le esportazioni di petrolio rappresentano circa il 40% del bilancio federale russo, il divieto di assicurazione marittima rappresenta un’espansione delle sanzioni con portata globale, che ricorda le rigide sanzioni statunitensi sulle esportazioni di petrolio iraniane. L’assenza di un’assicurazione europea potrebbe costringere la Russia a progettare una propria copertura assicurativa per i suoi carichi sostenuta dal Governo.

Nel frattempo, altre nazioni produttrici di petrolio stanno valutando la possibilità di colmare il divario. Diversi membri dell’OPEC stanno valutando l’idea di sospendere la Russia dalle quote di produzione concordate dal gruppo OPEC+, un cartello – in fase di scioglimento – di 10 nazioni non più membri dell’OPEC che partecipano ai controlli sull’offerta dell’OPEC.
Se questo piano fosse eseguito, altre nazioni dell’OPEC avrebbero la possibilità di estrarre più petrolio per supplire la quota della Russia, senza superare il limite di produzione sancito dal gruppo.

Delegati dell’OPEC sono convinti che la Russia sia già fuori dall’accordo OPEC+ perché i livelli di produzione russa sono diminuiti dall’inizio dell’invasione. Tutte le previsioni suggeriscono una produzione ancora più bassa in previsione: ad aprile la produzione russa di petrolio sarebbe diminuita del 17% nel corso del 2022, senza tener conto delle ultime sanzioni dell’UE.