Bari. Rimorchiatore ‘Franco P.’ affondato a circa 50 miglia al largo della costa pugliese. Difficile sarà il recupero del rimorchiatore, perché in quella zona la profondità del mare raggiunge i mille metri circa.
Salvo solo Giuseppe Petralia, 63 anni, di Catania, comandante del rimorchiatore che rimane ricoverato presso l’ospedale ‘Di Venere’ di Carbonara di Bari.
Gli altri cinque membri dell’equipaggio – due marchigiani, due pugliesi di Molfetta e Terlizzi, e un tunisino – sono quasi certamente deceduti. Recuperati due cadaveri mentre gli altri tre corpi sono stati individuati in mare. Salve invece le 11 persone, tutte italiane, che si trovavano sul pontone, anch’esso anconetano, che il rimorchiatore stava trainando verso il porto albanese di Durazzo.
“Le ricerche vanno avanti da stanotte in un’area molto vasta, di circa 90 miglia, in una zona al limite tra le acque italiane, croate e albanesi”, ha confermato il Contrammiraglio Vincenzo Leone, Comandante della Direzione Marittima della Puglia.
La Capitaneria di Porto di Bari sta verificando anche l’eventuale inquinamento del mare dove è affondato il rimorchiatore, in acque internazionali.
“Il rimorchiatore ha a bordo casse di combustibile piene – ha detto il Contrammiraglio Leone – e speriamo che alla tragedia delle persone non si aggiunga anche una emergenza di inquinamento ambientale”.
Intanto, le condimeteomarine rimangono ancora avverse nella zona delle ricerche.
La Procura di Bari ha aperto un fascicolo con le ipotesi di reato di naufragio e omicidio colposo. A coordinarlo la pm Luisiana Di Vittorio e il procuratore Roberto Rossi.
Stamane erano arrivati a Bari i familiari dei membri dell’equipaggio del ‘Franco P.’ a Bari e sono assistiti dal personale della Direzione Marittima. Non si conosce, al momento, l’identità delle due vittime di cui sono stati recuperati i cadaveri.
Il comandante Petralia sarà interrogato se le sue condizioni di salute lo permetteranno e lo stesso accadrà per le persone che si trovano a bordo del pontone, che per ore è andato alla deriva nel mare Adriatico. La chiatta sarà agganciata da un altro rimorchiatore e trainata nel porto di Bari per l’inchiesta in corso.