Dover nega a ispettori del sindacato la visita a bordo dei traghetti di P&O Ferries

. I funzionari del Porto di Dover hanno impedito la visita degli ispettori dell'ITF (International Transport Workers' Federation) a bordo dei traghetti della , al fine di controllare e verificare lo stato di benessere dei marittimi (quelli che hanno sostituito i licenziati) imbarcati su navi presenti nello scalo portuale.

Il tutto si è verificato dopo che la P&O Ferries, di proprietà di DP World con sede a Dubai, ha licenziato il mese scorso senza pre-avviso circa 800 lavoratori di traghetti che scalano i porti del Regno Unito e li ha sostituiti con manodopera più economica.

La decisione ha sollevato alcune questioni legali considerando che P&O Ferries non ha notificato i licenziamenti al Governo britannico o ai sindacati dei lavoratori. Da allora, la Maritime and Coastguard Agency (MCA) britannica ha proceduto al ‘fermo-tecnico' di almeno tre navi P&O Ferries per carenze normative. Attualmente, nel porto di Dover sono sotto ‘fermo' tre traghetti della P&O Ferries, il Pride of Kent, il Pride of Canterbury e lo Spirit of Britain, e si è in attesa di una quarta nave della compagnia, la Cote des Flandres. L'MCA non ha fornito dettagli sulle cause della detenzione delle navi, che “in base ai Regolamenti sul controllo dello Stato di approdo, i rapporti non saranno pubblicati fino al completamento dell'ispezione, ovvero quando la nave verrà rilasciata”.

Mentre sulla Pride of Canterbury, la MCA ha identificato problemi con la sicurezza antincendio, inclusa la manutenzione di serrande tagliafuoco, porte tagliafuoco e posizionamento di estintori, nonché carenze con le “disposizioni di varo per mezzi di sopravvivenza” e manutenzione di uno scivolo di evacuazione gonfiabile, isolamento sui tubi del vapore e tubi a pressione , e argani. La maggior parte dei problemi, e quelli che hanno causato la detenzione, erano legati principalmente alla documentazione, all'addestramento e alla familiarità dell'equipaggio con i sistemi e le procedure.

L'International Transport Workers' Federation ha ricordato che, in base al codice ISPS (International Ship and Port Facilty Security), i propri ispettori sono autorizzati a entrare in tutti i porti del Regno Unito e a salire a bordo di tutte le navi nelle acque del Regno Unito i cui marittimi richiedono assistenza.

In una nota dell'ITF si legge: “Nonostante l'invio di e-mail in anticipo a titolo di cortesia e il completamento del corso di sicurezza online richiesto dai marittimi, la Polizia Portuale ha negato l'accesso agli ispettori, anche se questi non sono obbligati a fornire un preavviso ai porti o agli armatori d'imminenti visite per ispezionare le navi o indagare sull'abuso dei diritti della gente di mare”.

Le ispezioni a bordo di navi si sa che devono essere casuali per natura e per necessità.

Il Segretario generale dell'ITF, Stephen Cotton, intanto ha dichiarato: “P&O Ferries pur dimostrando di non avere alcun riguardo per la legge, è sconcertante che il Porto di Dover impedisca l'accesso agli ispettori ITF che sono semplicemente lì per controllare il benessere dell'equipaggio e la sicurezza delle navi.” “Gli ispettori ITF di tutto il mondo sono in prima linea nella protezione degli standard di sicurezza per i marittimi e le navi che equipaggiano. Abbiamo gravi riserve sul motivo per cui sarebbe stato loro negato l'accesso, soprattutto a seguito dei ‘fermi' alle navi operate dalla Guardia Costiera, MCA, relativi a problemi di sicurezza e familiarità dell'equipaggio delle navi”. “Chiediamo al Segretario di Stato per i trasporti Grant Shapps di trovare risposte sul motivo per cui i nostri ispettori sono stati bloccati e ci impegniamo affinché non accada di nuovo”, ha affermato Cotton.

L'ITF ha affermato di aver informato l'Agenzia britannica della Guardia Marittima e Costiera dell'incidente come violazione del codice ISPS, e sia l'ITF, sia International, il sindacato che rappresenta alcuni dei marittimi licenziati, chiedono al Governo del Regno Unito di intervenire.
Intanto ITF, Nautilus International e il sindacato britannico RMT (National Union of Rail, Maritime and Transport Workers) hanno annunciato un'azione di protesta per oggi (21 aprile) presso la sede londinese del Gruppo DP World.