Bruxelles. Ieri la Commissione per i Trasporti e il Turismo del Parlamento europeo (TRAN) ha discusso la relazione dell’eurodeputato Ertug sulla proposta di Regolamento sulle Infrastrutture per i Combustibili Alternativi (AFIR = Alternative Fuel Infrastructure).
Oggi, 20 aprile, il Comitato TRAN discuterà anche la bozza di relazione dell’eurodeputato Warborn sulla proposta di Regolamento Marittimo FuelEU, nonché gli oltre 1000 emendamenti TRAN sulla proposta AFIR.
L’Organizzazione Europea dei Porti marittimi (ESPO = European Sea Ports Organisation) accoglie con favore il sostegno incrociato del Comitato TRAN per un quadro legislativo che supporti la distribuzione e l’uso dell’alimentazione elettrica a terra (OPS = Onshore Power Supply) nei porti in un modo sensato, in termini di riduzione delle emissioni ed efficacia dei costi.
Sulla base degli emendamenti presentati, gli eurodeputati TRAN di diversi gruppi politici sembrano sostenere un approccio che:
• dà la priorità agli investimenti in OPS dove ha più senso in termini di massimizzazione del beneficio ambientale;
• definisce la necessità di installare Onshore Power Supply (OPS) – e quindi l’ambito degli obblighi OPS – sui terminal con un livello minimo di volume di traffico per terminal (anziché per porto) per dare priorità ai terminal trafficati ed evitare che sia installata capacità sottoutilizzata. Tale definizione delle priorità è necessaria per garantire che gli investimenti in OPS siano allocati laddove possono produrre significativi risparmi di emissioni, contribuendo a rendere più ecologici i trasporti marittimi;
• riconosce che il porto non può essere ritenuto responsabile per una mancanza (temporanea) di rete; • sviluppa un meccanismo che obbliga gli utenti a informare i porti sull’uso di OPS e sulla potenza necessaria durante un determinato scalo;
• salvaguarda e rafforza ulteriormente la coerenza tra AFIR (offerta di OPS) e FuelEU Maritime (domanda/utilizzo di OPS).
ESPO accoglie con favore questo chiaro sostegno al Parlamento europeo per un approccio ambizioso e di buon senso allo spiegamento dell’alimentazione elettrica a terra (OPS).
“Sarà davvero tutto a portata di mano per lo sviluppo dell’infrastruttura Onshore Power nei porti europei. I porti vedono sicuramente il valore aggiunto di un quadro ambizioso per la fornitura di energia elettrica a terra in questi terminal del porto dove viene generata la maggior parte delle emissioni e si possono ottenere la maggior parte dei guadagni in termini di emissioni. Dati i costi elevati e l’enorme bisogno di denaro dei contribuenti, dovremmo evitare l’impiego non necessario di OPS laddove non generi sostanziali riduzioni delle emissioni. I porti in Europa non ospitano solo navi. Svolgeranno un ruolo cruciale, in quanto centri energetici, nel realizzare la transizione energetica dell’economia e della società europee. Ciò richiederà molti investimenti aggiuntivi, siano essi offshore, circolari o idrogeno. Ad un certo punto, è importante stabilire la priorità e scegliere i maggiori riduttori di emissioni”, afferma Isabelle Ryckbost, Segretario generale di ESPO.
Dati i costi e la complessità dell’implementazione delle OPS, sarebbe molto inefficiente obbligare i terminali e/o gli ormeggi occasionalmente utilizzati o occasionalmente chiamati a essere dotati di OPS. ESPO sostiene pertanto un approccio in base al quale l’ambito di applicazione dei requisiti OPS sarebbe determinato dal numero di scali effettuati nei singoli terminal dalle navi che rientrano nell’ambito di applicazione di AFIR e FuelEU Maritime.
In questo modo, i terminal che sono utilizzati raramente e i terminal che non sono attrezzati per servire questi segmenti navali non si qualificano automaticamente per la fornitura di OPS.
La Segretaria generale di ESPO, Isabelle Ryckbost, conclude: “Accogliamo con grande favore il sostegno dei deputati europei per l’approccio finale e invitiamo i responsabili politici del Parlamento e del Consiglio a prendere in considerazione questi emendamenti cruciali per un adeguato compromesso. Siamo disponibili a lavorare insieme a tutte le parti interessate per arrivare a un quadro legislativo che assicuri che l’OPS sia distribuito dove ha senso. Non c’è tempo e denaro da perdere”.
ESPO è impegnata nell’aiutare a fornire un approccio ambizioso ed efficace per l’uso e la diffusione di OPS nei porti europei e continua a lavorare per rendere più ecologici i trasporti marittimi nell’ambito del Green Deal europeo e di Fit for 55.