Il mondo industriale e logistico si interroga sulla fattibilità di molti progetti del piano di fronte all’aumento dei costi, della mancanza di risorse e alla burocrazia.
Milano-Il PNRR è una grande occasione per l’economia produttiva e la logistica italiane. Il ministro Enrico Giovannini ha preso spunto proprio dal titolo della prima sessione nel suo intervento in apertura di Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry. È inutile nascondere le difficoltà che il nostro Paese dovrà affrontare per completare nei tempi previsti le opere programmate, soprattutto di fronte a una situazione economica che non è la stessa di 18 mesi fa, quando il piano è stato approvato.
A preoccupare è in primo luogo l’inflazione, che ha raggiunto livelli che non si vedevano dai primi anni ’90 e, come ha ricordato Gian Paolo Oneto, Direttore Centrale per gli Studi e la valorizzazione delle statistiche economiche dell’ISTAT, che non incorporano ancora lo shock della guerra in Ucraina e gli effetti delle sanzioni. Altrettanta preoccupazione solleva la mole del lavoro normativo, ricordata da diversi relatori. La riforma del codice degli appalti sta facendo il suo percorso parlamentare, ma non potrà avere effetti prima dell’anno prossimo. Essa contiene la possibilità di revisione dei prezzi. Per gli appalti che sono stati o dovranno essere assegnati prima, si sta pensando di ricorrere a misure ad hoc. Il rischio è infatti, come ha fatto notare Piero Petrucco, vicepresidente di ANCE, di non riuscire a completare le opere per esaurimento dei fondi.
La questione del PNRR, in realtà, tocca questioni fondamentali per il futuro della posizione italiana nell’economia mondiale. Lo ha spiegato Massimo De Andreis, direttore generale di SR-M, centro studi del Gruppo Intesa San Paolo. Le tendenze in corso nel commercio e nella produzione mondiale, dalla regionalizzazione dell’economia globale, al reshoring e nearshoring, all’accorciamento delle catene logistiche, pongono sfide e opportunità, per esempio per una specialità dello shipping italiano, il corto raggio (Short Sea Shipping) in cui siamo leader nel Mediterraneo.
L’adattamento dell’economia e della logistica italiana a un nuovo assetto regionalizzato sono un’opportunità, ma non verranno in automatico. Come ha fatto notare Riccardo Fuochi, Presidente del Propeller Club, Port of Milan, tra i promotori dell’evento di Milano, “Sarà necessario una riprogettazione delle catene, partendo dalla collocazione degli stabilimenti produttivi. Sarebbe auspicabile che questa attività venisse svolta in collaborazione tra aziende della produzione e aziende logistiche”.
Sullo sfondo, ribadito da praticamente tutti gli interventi in tema, restano i blocchi e le carenze storiche del nostro Paese. Una sintesi è venuta da Betty Schiavoni, presidente di ALSEA, altro promotore dell’evento, che ha notato che oltre al PNRR e agli appalti “per le aziende, non solo logistiche, e per far diventare l’Italia attrattiva per gli investimenti, sono altrettanto centrali questioni come la riforma della giustizia e la certezza dei tempi di pagamento”.
L’appuntamento annuale dedicato all’incontro tra il mondo della logistica, delle spedizioni, dei trasporti, e il mondo dell’economia produttiva italiana è proseguito nel pomeriggio con un approfondimento di alcuni dei temi introdotti nella mattinata: situazione geopolitica e effetti delle crisi post-pandemiche. Domani seconda giornata: industria e logistica nel nord-ovest, presentazione del Libro Bianco OITAF sul trasporto refrigerato, presentazione dello studio ContShip-SRM sui corridoi logistici, digital logistics e logistica dell’arte.
L’evento, promosso da Confetra, ALSEA e The International Propeller Clubs, è in programma il 9, 10 e 11 marzo e viene trasmesso in live streaming da Milano.