Dalla supply chain al supply loop: l’importanza della logistica nel cambio di paradigma verso l’Economia Circolare secondo DHL Global Forwarding

Dal white paper di Global Forwarding emerge l’importanza di un approccio olistico, in cui l’industria della logistica può e deve giocare un ruolo chiave nel gestire al meglio flussi di beni e dati

Milano– I segni del cambiamento climatico e dell’impatto ambientale sono sempre più evidenti, compromettendo la salute dei nostri ecosistemi e delle specie che li abitano. “Delivering on Circularity”, il nuovo White Paper di DHL Global Forwarding, analizza le sfide da affrontare per approdare a un futuro più sostenibile e mostra come un approccio all’Economia Circolare può aiutare le aziende e le realtà industriali ad assumere comportamenti di produzione e consumo in linea con gli obiettivi posti dal Cop26. Per contribuire direttamente al processo, DHL ha recentemente promosso il programma GoGreen – Zero Emissions, che prevede un investimento di 7 miliardi entro il 2030 per ridurre le emissioni di CO2 e ricercare soluzioni alternative e sostenibili per l’industria logistica.

“Alla base della circolarità ci sono le 5R: Ridurre, Riparare, Rivendere, Rinnovare e Riciclare. La transizione verso un’economia circolare deve passare attraverso la riprogettazione delle supply chain”, ha sottolineato Katja Busch, Chief Commercial Officer di DHL. “Soluzioni logistiche innovative possono supportare questa transizione e facilitare una migliore gestione dei flussi di beni e dati: estendere il ciclo vitale dei prodotti, introdurre nuovi modelli di utilizzo o sviluppare nuove soluzioni per il riciclaggio può ottimizzare i volumi di produzione e lo sfruttamento di materie prime”.

Fashion e Consumer Electronics hanno un impatto ambientale significativo
L’impatto più significativo nell’impulso verso la circolarità potrebbe arrivare dalle industrie della moda e del Consumer Electronics. I leader di settore sono già attivamente coinvolti nel cambiamento del paradigma verso la Circular Economy, attraverso obiettivi ambiziosi e il lancio di una serie di iniziative che hanno potenzialmente un grande impatto positivo. Ad oggi, circa il 20% degli indumenti prodotti non viene mai utilizzato, e spesso gli smartphone vengono cambiati dopo solo due o tre anni di utilizzo. La produzione combinata dei due settori contribuisce a emettere più del 6% di gas serra (GHG) a livello globale, dovendo sfruttare molte risorse non rinnovabili come terre rare e metalli.

Per estrarre le materie prime, queste industrie sono responsabili di uno sfruttamento massivo della superficie terrestre (l’equivalente dell’area della Germania e della Svizzera), di un consistente consumo di acqua (equivalente al 40% del consumo idrico annuale dei cittadini americani) e produzione di rifiuti (pari a circa il 50% dei rifiuti annuali degli europei). Durante tutto il ciclo vitale, i prodotti del fashion e del Consumer Electronics producono l’80% di emissioni: per questo estendere il più possibile la vita del prodotto è fondamentale. Ad esempio, prodotti rigenerati riducono le emissioni del 60-75% rispetto a quelli nuovi prodotti da materie vergini.

“È importante che anche i consumatori adottino comportamenti circolari per stimolare la transizione verso la circolarità, portando ad un incremento del numero di beni che rientrano in questo circolo virtuoso e inducendo i brand a muoversi in questa direzione. La domanda di prodotti e servizi sostenibili è in crescita”, ha affermato Carsten Lützenkirchen, Senior Vice President di DHL Customer Solutions & . “Inoltre, integrare nuovi modelli di business circolari diversifica i portafogli di prodotti e servizi, e permette alle aziende di coinvolgere maggiormente i clienti. È una classica situazione win-win in cui la sostenibilità guida la crescita e l’innovazione”.

Modelli di business circolari hanno un immenso potenziale per le zero emissioni nette e l’ambiente
“DHL Global Forwarding è costantemente impegnata nella ricerca e sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili per salvaguardare il nostro pianeta. La Circular Economy può aiutarci ad immaginare un modo nuovo in cui i beni prodotti, venduti e usati oggi possono essere riciclati e avere una nuova vita. Abbiamo bisogno di soluzioni e tecnologie innovative per realizzare il pieno potenziale del concetto e istituzionalizzare il modello” commenta Mario Zini, Amministratore Delegato di DHL Global Forwarding. “Naturalmente, è complesso predisporre supply chain per la produzione on-demand o fasi di riciclo, e gestire il massiccio flusso di dati, ma è necessario affrontare insieme queste sfide per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Noi di DHL siamo in prima linea e pronti a fare la nostra parte per aiutare partner e clienti in una migliore gestione dei flussi di beni e dati all’interno del supply loop”.

Lungo la catena di valore del prodotto, DHL ha individuato tre catalizzatori di base e dieci aree di lavoro che possono condurre ad una transizione di successo da supply chain a supply loop: dai materiali innovativi e il design alla produzione on-demand, dai resi dei prodotti smart, gli imballaggi riutilizzabili e i nuovi modelli di utilizzo, fino alla raccolta e al riciclaggio dei beni. È inoltre prioritario incentivare i consumatori finali ad adottare comportamenti circolari. Inoltre, le supply chain devono essere riprogettate, per ottimizzare e rendere circolare la trasparenza e la gestione dei flussi. La transizione verso la circolarità può essere raggiunta solo grazie allo sforzo congiunto di tutti i Player di mercato. La Circular Economy può contribuire efficacemente a limitare le emissioni di carbonio, con una riduzione del 50% di gas serra: come se tutti gli utenti di streaming nel mondo smettessero di guardare contenuti video per cinque anni.