Tassonomia: gas e nucleare per il governo italiano possono essere sostenibili

Gli esperti hanno tempo fino al 12 gennaio 2022 per fornire i loro contributi

Roma. Sul , ancora una volta, potrebbe verificarsi uno scontro tra i due paesi leader dell’Ue, Francia e Germania, che su questa materia hanno posizioni radicalmente diverse: la Francia che vuole continuare a usarlo e costruire nuovi impianti, la Germania – dopo la decisione di Angela Merkel di chiudere le centrali tedesche in seguito alla catastrofe di Fukushima, e vista la presenza dei Verdi nel nuovo governo – radicalmente contraria.

La Commissione europea, tra una settimana, emanerà l’atto delegato complementare per stabilire quali sono le attività da considerarsi green, e dunque finanziabili. Il mese scorso, la stessa Commissione Ue aveva avviato una consultazione con gli esperti per redigere una bozza di ‘atto delegato di tassonomia’, comprendendo anche determinate attività relative al e al nucleare. La Commissione ritiene che il gas naturale e il nucleare possano svolgere un ruolo per facilitare la transizione verso un futuro di energie rinnovabili.

Gli esperti hanno tempo sino al prossimo 12 gennaio e la Commissione, dopo aver analizzato i loro contributi, adotterà formalmente l’atto delegato complementare entro fine mese gennaio 2022.
Analogamente al primo atto delegato sul clima, il Parlamento europeo e il Consiglio avranno quattro mesi per esaminare il documento e, qualora lo ritengano necessario, per opporsi. Per l’opposizione all’atto delegato è necessario almeno il 72% degli Stati membri – cioè almeno 20 Stati membri che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell’Ue -, e il Parlamento europeo a maggioranza semplice, ossia almeno 353 deputati in seduta plenaria.

Dopo più di un anno, l’Europa ha scelto di inserire queste due fonti energetiche tra quelle da considerarsi green, con alcuni distinguo: sul gas naturale saranno stabilite delle soglie emissive dei 100 g CO2e/kWh; mentre sul nucleare si parla di quattro ambiti in cui saranno fissati dei limiti su: operazioni del sito nucleare – utilizzo, costruzione, dismissione -, stoccaggio di scorie e combustibile nucleare esausto, estrazione e processamento dell’uranio, riprocessamento di combustibile esausto.
In Italia, il Ministro alla Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, aveva scelto una posizione attendista in attesa della definitiva decisione dell’Ue – quali attività da considerarsi sostenibili – e continua a sostenere – di fatto con il governo Draghi – la sostenibilità del gas e del nucleare.

Con una nota del Ministro Cingolani, si conferma che il nostro paese crede in un mix energetico in cui il ruolo del gas riveste ancora un ruolo significativo, per gli usi termici e anche nella generazione di energia elettrica,cercando di limitare la dipendenza dall’estero; infatti, l’Italia importa circa il 93% del gas necessario e oltre il 10% dell’energia elettrica.

Sul lato tecnologico-scientifico, esperti invitano il governo Draghi a non perdere l’opportunità del nucleare; “perché – affermano in una nota indirizzata al ministro – il nucleare di nuova generazione sarà comunque applicato e avrà una produzione di scorie molto minore; userà circa il 95% del materiale fissile e poi è un nucleare che ha un sistema di generazione che non è auto alimentato”.

Praticamente, nel primo sistema di generazione del nucleare, quando si avviava il processo di fissione, questo non si fermava più; mentre il nuovo processo può essere fermato e spegnere in caso di necessità.
Gli ambientalisti e verdi a tutto campo contestano tale posizione di Cingolani perché gas naturale e nucleare sono poco ‘green’ e accentuerebbero la crisi climatica in atto.