Genova. Costa Concordia, risarcimento record per un passeggero per stress post-naufragio. Il Tribunale di Genova ha riconosciuto il danno patrimoniale e il non patrimoniale subito da Ernesto Carusotti, uno dei passeggeri della nave Costa Concordia e la società Costa Crociere dovrà risarcirlo per 92.700 euro. La notte del 13 gennaio 2012, Carusotti fu coinvolto nel naufragio all’Isola del Giglio che causò la morte di 32 vittime. Il passeggero è stato difeso dal Codacons. La sentenza è della Prima Sezione del Tribunale Civile con giudice Dott. Paolo Gibelli. Sono state accolte le tesi del Codacons che chiedeva la responsabilità di Costa Crociere nel danno da stress post-traumatico subito dal naufrago.
Il caso. La nave Costa Concordia s’incagliò all’Isola del Giglio la notte del 13 gennaio 2012. Un naufragio assurdo per come avvenne e per le morti che provocò; il comandante Francesco Schettino fu condannato definitivamente a 16 anni di reclusione. Ai danni alle vittime si aggiungono oggi quelli da stress per quanto successe. A dieci anni dal naufragio che costò la vita a trentadue persone, la giustizia civile riconosce anche i disturbi post traumatici da stress e condanna la Compagnia a pagare 77 mila euro di danni a un passeggero.
La tesi. “Avevo trascorso tutte le estati, da bambino e ragazzino, a San Felice Circeo, dove mio nonno aveva una casa vicino al mare. Ecco, per dieci anni non ho fatto il bagno, tanto mi terrorizzava l’acqua. Senza dimenticare le notti nelle quali mi svegliavo pensando o sognando il salone della nave al buio, dentro il quale brancolavo come fantasmi temendo di annegare da un momento all’altro, e poi il rumore dei piatti che si fracassano e mia moglie che all’improvviso sparisce. Per me la Concordia è stata ed è questo, un incubo ricorrente per cui non potevo accettare il primo risarcimento proposto da Costa, semplicemente perché non era giusto”.
“Il punto di partenza per me – continua Carusotti – è abbastanza semplice: se si trasportano più di quattromila persone, e oggi alcune navi sono in grado di ospitarne quasi il doppio, la sicurezza deve essere certa, garantita da personale capace anche nei momenti d’emergenza ed io non ho visto nulla di simile”.
La causa. La causa intentata da Ernesto Carusotti, docente di ottant’anni in pensione, un passeggero che ebbe la disavventura di trovarsi a bordo della nave. Affiancato dal Codacons, ha citato in Tribunale Costa Crociere e il Giudice ne ha accolto in pieno le tesi: “La responsabilità che interessa in questa sede è quella per le lesioni lamentate dall’attore, ovvero il disturbo post traumatico da stress (quale lesione della salute) e il danno da esperienza stressante (connesso alle particolari circostanze in cui la vittima visse il naufragio)”. E conclude: “Nel caso attuale eventuali colpe in fase di salvataggio dal naufragio non eliminano la responsabilità di chi risponda del naufragio stesso Carusotti avrebbe potuto evitare il trauma scendendo regolarmente a mare con la prima scialuppa, l’esperienza stressante sarebbe stata di certo almeno molto minore, forse il danno biologico non vi sarebbe stato. Ma tutto ciò che accadde in concreto a Carusotti dipese anche dal naufragio, che è fatto di reato di cui Costa risponde. Non vi è bisogno di altro”.
I danni. La Compagnia dovrà risarcire il Carusotti con 77 mila euro, oltre a 15.692 euro di spese legali. La sentenza mette in luce tutte le falle accertate dall’inchiesta penale. E sottolinea: “Anche in difetto di corrente (si riferisce al DGE – Generatore Diesel d’Emergenza -), un personale preparato all’emergenza avrebbe evitato il panico; la corrente erogata avrebbe dovuto alimentare i verricelli elettrici di recupero delle scialuppe; tale recupero avrebbe consentito di emendare la manovra erronea di ammaraggio della scialuppa del Carusotti, permettendogli una discesa che evitasse il terrifico attraversamento della nave nella direzione del pericolo”. Dunque “resta confermato che a carico di Costa va posto anche il danno per la mera esperienza traumatica e stressante, oltre che per la lesione biologica accertata dal Ctu medico. Naturalmente Costa risponde anche del danno patrimoniale”. La decisione apre così un nuovo fronte sul capitolo dei risarcimenti per tutti coloro che hanno subito danni per lo stress da naufragio.
Per il Codacons: “Si tratta di un’importantissima vittoria che fin da subito aveva sostenuto le responsabilità di Costa Crociere per l’incidente avvenuto all’Isola del Giglio, e la totale incongruità degli indennizzi riconosciuti dalla società ai naufraghi della Concordia”, afferma l’avvocato per Codacons, Giuliano Leuzzi, che ha assistito fino alla recente sentenza i coniugi Carusotti. In un comunicato, il Codacons ha invitato gli ex passeggeri della Costa Concordia che vorrebbero fare causa a contattare l’Associazione.
Costa Crociere ha evitato un processo penale accettando di pagare una multa di 1,31 milioni di dollari. La Compagnia di crociera ha accusato il capitano della nave, Francesco Schettino, di aver navigato intenzionalmente troppo vicino alla costa. Schettino è stato condannato per omicidio colposo plurimo e condannato a 16 anni di carcere. Gli investigatori hanno duramente criticato la sua gestione del disastro, accusandolo di aver ritardato l’evacuazione e di aver abbandonato la nave prima che tutti i 4.000 passeggeri e l’equipaggio fossero stati salvati. La nave, Costa Concordia, è stata poi raddrizzata, rimessa a galla e rimorchiata in un vicino cantiere per lo smaltimento e il riciclaggio. E’ stata l’operazione di rimozione di un relitto più complessa e costosa mai tentata e il prezzo finale è stato stimato in 1,2 miliardi di dollari.