A MALPENSA LA SITUAZIONE NEL MAGAZZINO GESTITO DA MLE / B3 È ORMAI INSOSTENIBILE: OCCORRE RIPRISTINARE SUBITO LIVELLI DI EFFICIENZA ALL’ALTEZZA DEL PRINCIPALE SCALO CARGO ITALIANO

In gioco la reputazione internazionale dell’aeroporto

Da diverso tempo e collaborano per superare le criticità che si registrano a supportati da Fedespedi e Confetra. Dopo i problemi legati all’alluvione di settembre, cui fecero seguito ulteriori rallentamenti causati dalla introduzione del green pass, la situazione ha trovato una normalizzazione, ad esclusione del magazzino MLE – B3. Nell’ultimo mese la situazione presso questo magazzino è ulteriormente peggiorata, nonostante i numerosi interventi da parte delle nostre associazioni e di SEA e le disponibilità a trovare soluzioni condivise con gli operatori.

Dopo mesi di disagi e di mancate soluzione, Anama e Alsea si vedono costrette a lanciare un grido di allarme e si preparano a ogni azione opportuna per tutale le imprese associate.

Alessandro Albertini, Presidente di Anama: “Tutti siamo a conoscenza della situazione di congestionamento aeroportuale che interessa tutti gli aeroporti d’Europa, tuttavia la situazione che si è venuta a creare a Malpensa nel magazzino MLE – B3 ci pare giunta a un punto di non ritorno: devono essere intraprese azioni forti da parte degli organi competenti. Nei piazzali aeroportuali ci sono merci arrivate da oltre dieci giorni che non vengono rese disponibili per la consegna. I clienti sono disperati: questa situazione compromette non solo il Natale, ma interi blocchi di produzioni, con importanti ripercussioni sulle vendite e sull’export. Non dimentichiamoci che molta della merce importata viene trasformata in Italia per essere poi nuovamente esportata”.

Betty Schiavoni, Presidente di Alsea: “Gli autisti passano ore e ormai anche giorni in attesa di ritirare la merce. La situazione è fuori controllo: mancano documenti, non si trovano le spedizioni; le consegne, quando avvengono, sono spesso parziali e non si sa che fine hanno fatto i colli mancanti. Negli ultimi giorni, poi, le merci vengono spostate dal magazzino principale ad altro magazzino e non si sa come fare a farle uscire”.

Prosegue il Presidente Albertini: “Abbiamo chiesto l’intervento di SEA alla luce delle carenze che oggi esistono a Malpensa nella cargo city, dalla mancanza di spazi aggiuntivi a strutture vecchie dove la manutenzione è sempre mancata. Ci aspettavamo interventi più incisivi, come da regolamento di scalo, ma purtroppo non sono arrivati”.

Alsea e Anama confidano che il deciso intervento della Direzione Aeroportuale di Malpensa, con cui siamo in costante contatto possa portare a misure severe nei confronti di B3, al solo scopo di ripristinare il flusso normale dei traffici.

Il Presidente Schiavoni aggiunge: “Non è possibile che a Malpensa ci siano quattro handlers di cui uno è quasi vuoto, due operano correttamente e uno è intasato. Nella programmazione e gestione dell’operatività a terra dello scalo qualcosa non ha funzionato e SEA deve assumersene la responsabilità.

Concludono i Presidenti di Alsea e Anama: “Vista la situazione critica in tutta Europa, abbiamo coinvolto FIATA e Clecat: le imprese di spedizioni non hanno rapporti contrattuali con gli handler ma solo con i vettori e nel caso dell’import sono i nostri agenti esteri. Tuttavia, crediamo sia fondamentale ottenere una maggior tutela delle nostre imprese in situazioni come quella creatasi a Malpensa, la quale evidenzia, ancora una volta, quanto i rapporti contrattuali nel nostro settore siano complessi e spesso poco chiari. Una situazione che intendiamo porre prossimamente anche all’attenzione del MIMS”.

Alsea e Anama auspicano che SEA e B3 autonomamente prendano misure concrete e immediate per tornare a livelli di efficienza all’altezza del principale scalo cargo italiano.