Il Comitato per la Protezione dell’Ambiente Marino dell’IMO su ‘zero emissioni’ rinvia la decisione al 2023

77- 22-26 novembre 2021. Mentre gli Stati Uniti, il Giappone e Panama hanno sostenuto la definizione /proposta di un obiettivo per lo shipping internazionale a ‘zero emissioni di carbonio’ per il 2050, le economie emergenti hanno affermato che i paesi ricchi hanno l’obbligo di ottemperare per primi e fornire finanziamenti, anche se il settore dei trasporti marittimi rappresenta circa il 3% delle emissioni globali di gas serra.

I paesi sono aperti al rafforzamento di un obiettivo climatico globale per l’intero settore dello shipping, ma non prima di una revisione pianificata della strategia globale nel 2023. Questo è stato il risultato dei colloqui in seno al Comitato per l’Ambiente dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO) delle prime due giornate di studio (lunedì 22 e martedì 23).
Nessuna unanimità sulla proposta specifica delle tre nazioni insulari del Pacifico – le Isole Marshall, le Isole Salomone e Kiribati – per eliminare le emissioni del trasporto marittimo internazionali entro il 2050. Mentre paesi come Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Giappone e Panama, che hanno il registro di bandiere di navi in tonnellate più grande del mondo, hanno sostenuto la risoluzione, le principali economie emergenti tra cui India, Cina, Sudafrica e Turchia, si sono opposte per motivi di equità. Hanno affermato che la strategia doveva riflettere a responsabilità differenziate per il cambiamento climatico e fornire finanziamenti per aiutarli a decarbonizzare, con obiettivi basati su dati scientifici.

Ci sono stati segnali di un più ampio sostegno, in linea di principio, nel fissare l’obiettivo zero, o zero netto, per il settore, che è responsabile di quasi il 3% delle emissioni globali. Ciò è stato influenzato dalle ultime scoperte scientifiche e dalla pressione emersa dal vertice sul clima Cop26 di questo mese a fare di più.
Dopo Cop26, i paesi devono trasformare le promesse sul clima in azioni che incidano il settore dei trasporti marittimi internazionali. Le navi emettono circa un miliardo di tonnellate di anidride carbonica equivalente ogni anno e senza azioni mirate si prevede che, entro il 2050, le emissioni saranno maggiori di quelle dei livelli 2008. L’IMO ha l’obiettivo di ridurre le emissioni del trasporto marittimo internazionale di almeno il 50% entro il 2050, rispetto ai livelli del 2008, che secondo gli ambientalisti è inadeguato e lontano dal ridurre il riscaldamento globale a 1,5°C.

Oltre alle proposte di cui sopra, il MEPC dovrebbe valutare: proposte concernenti gli obiettivi 2050, inclusa una risoluzione MEPC e la revisione della strategia iniziale IMO GHG; proposta rivista per un Consiglio Ricerca e Sviluppo, R&S da 5 miliardi di dollari (Fondo IMO per la ricerca marittima IMO-IMRF, IMO Maritime Research Fund); la revisione del sistema di raccolta dati, per includere informazioni sui valori EEXI, CII e rating richiesti e raggiunti dalla nave nel sistema di raccolta dati sul consumo di carburante dell’IMO.
Se approvate le proposte suddette, comporterebbe gli emendamenti associati all’Appendice IX dell’Allegato V I della MARPOL.

Abele Carruezzo