Alang, India. In questi ultimi dodici mesi molte navi da crociera sono state demolite per ‘fine vita’. Sono quattordici navi passeggeri spiaggiate presso il litorale indiano dei cantieri di Alang, facendo registrare il record rispetto al periodo pre-Covid in cui si demolivano appena due navi/anno. Alang– Sosiya è una spiaggia cantiere per demolizione la più grande del mondo, in Gujarat.
Non sono demolite su ordinazione diretta da parte delle compagnie di navigazione, ma fanno l’ultimo viaggio spiaggiandosi su questi litorali, cambiando nome e proprietari. Fanno tappa all’ancoraggio nelle acque di Colombo (Sri Lanka) prima di giungere ad Alang.
“Ogni anno una o due navi passeggeri vengono spiaggiate ad Alang”, ha riferito al quotidiano Indian Express il capitano Rakesh Mishra, un ufficiale del porto di Alang.
E le Autorità portuali indiane si aspettano un’altra ondata di navi entro la fine di novembre.
Dai dati ufficiali le navi passeggeri hanno rappresentato quasi il 10% delle circa 150 navi inviate ai cantieri di demolizione in India negli ultimi dodici mesi. In totale, tutte le navi passeggeri hanno rappresentato oltre due milioni di tonnellate di dislocamento leggero.
Oltre alla pandemia che ha costretto le navi da crociera a modificare l’offerta del loro prodotto turistico, troviamo i fondamentali di una transizione energetica (green fuel) e digitale in chiave ecologica che sta costringendo gli armatori a innovare loro flotte nei processi e nei prodotti. Altro fattore che ha contribuito all’afflusso di vecchie navi da crociera sui litorali dei cantieri indiani di Alang è la forte domanda di acciaio.
E’ vero che le navi da crociera contengono meno acciaio rispetto alle navi mercantili e alle petroliere che arrivano ad Alang; ma in compenso costa meno la loro demolizione, soprattutto se si tratta di navi in situazioni di fallimento, fornite di pezzi di ricambio di valore, di arredi ed altro commerciabili sul mercato del riuso.
Fra le navi spiaggiate troviamo la Karnika: nave da crociera costruita nel 1990 da Fincantieri, da 69.845 tonnellate di stazza lorda, progettata dall’architetto Renzo Piano con un design che si dice sia stato ispirato da un delfino e armata dalla P&O Cruises, con il nome di Crown Princess. Passata poi a vari brand e ceduta nel 2019 all’operatore indiano Jalesh Cruises ribattezzata Karnika.
Un’altra nave la Costa neo Romantica, venduta dalla flotta Carnival, non è mai entrata in servizio per i suoi nuovi proprietari, la Celestyal Cruises del gruppo Louis.
La Costa neo Romantica, ri-venduta questa estate perché i nuovi proprietari avevano bisogno di raccogliere capitali aggiuntivi. Di recente è partita dalla Grecia diretta in Cina con una sosta intermedia a Dubai, mentre i broker riferiscono di ritenere che anche la nave costruita nel 1993 sia stata venduta come rottame.
E’ inutile nascondere che vi sono delle speculazioni sulla flotta di navi da crociera acquistate da operatori per poterle vendere in Cina o per rottamarle. Infatti, attualmente, molte navi sono ferme in Grecia in attesa di migliori acquirenti o eventuali charter. Mentre l’industria delle crociere si sta ora riprendendo dalla prolungata pausa delle operazioni, la pandemia è diventata un acceleratore che ha inviato molte navi da crociera più vecchie ai demolitori. Man mano che l’industria si stabilizza, è probabile che il ritmo della rottamazione ritorni al livello più tradizionale di poche navi passeggeri ogni anno.
L’Europa vieta agli armatori che hanno iscritte le proprie navi nei registri della UE la demolizione sulle spiagge dell’Asia meridionale, il fenomeno è ancora vasto ed è pagato a caro prezzo sia sul versante umano che quello ambientale. In Europa le navi devono essere demolite in strutture sostenibili e i cantieri preposti devono essere registrati in un elenco. In questo registro, molto probabilmente, oltre ai cantieri dell’UE, saranno iscritti anche i cantieri della Cina, Turchia, Nord America, con l’esclusione dell’Asia meridionale.
Abele Carruezzo