Adesso Trieste al fianco delle associazioni: “Valuteremo ogni possibile azione per bloccarla”
Trieste– L’ovovia è un’opera inutile e dannosa, uno spreco inaudito di denaro pubblico. Se questa è la ripresa resiliente immaginata dal PNRR c’è da essere molto preoccupati di come verrà spesa, a Trieste e altrove, la grande mole di finanziamenti in arrivo dall’Europa. Adesso Trieste ritiene inaccettabile che le istanze delle organizzazioni della società civile siano state ancora una volta completamente ignorate, a livello nazionale oltre che a livello locale. Nonostante l’unanime parere contrario delle associazioni che si occupano di mobilità e ambiente, infatti, l’ovovia è stata finanziata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in attuazione al PNRR. Adesso Trieste si schiera a fianco delle associazioni, che, oltre a raccogliere 4.000 firme contro l’ovovia e in favore, piuttosto, di un moderno tram treno, avevano anche inviato una lettera al MIT per chiedere di non finanziare l’inutile e dannosa opera.
“Le richieste dei portatori di interesse sono state ignorate ancora una volta, tanto a livello locale quanto a livello nazionale.” Attacca il capogruppo di AT Riccardo Laterza. “La realizzazione dell’opera provocherà danni irreversibili alla città dal punto di vista economico, urbanistico e ambientale, senza peraltro risolvere alcuno dei problemi di mobilità della città”.
Adesso Trieste si era sempre dichiarata contraria all’opera, facendo dell’alternativa del tram moderno uno dei punti prioritari del programma. “Le ragioni della contrarietà sono molteplici: l’influenza nulla sulla riduzione del traffico di auto private, l’insostenibilità economica dell’opera, l’inutilizzabilità da parte dei pendolari (ricordiamo che l’opera sarà ferma almeno 30 giorni all’anno causa bora), oltre al danneggiamento della passeggiata prevista in Porto Vecchio, deturpata da piloni, stazioni, cavi” prosegue Giulia Massolino, consigliera di AT. “A questo si aggiunge il danno ambientale del disboscamento di Campo Romano, la cui riqualificazione era stata finanziata dall’UE nel 2004. Alla faccia del principio di non arrecare un danno significativo all’ambiente (‘Do no significant harm’ – DNSH), citato dallo stesso Ministero nel comunicato che annuncia il finanziamento dell’opera”.
“Valuteremo, di concerto con le associazioni coinvolte, quali azioni si possano ancora intraprendere per impedire la realizzazione dell’opera e i danni conseguenti”, chiude Laterza.