I presidenti di Regione invocano più coinvolgimento
Roma. “Questa è una legge espansiva, che accompagna la ripresa ed è in piena coerenza con gli altri documenti che guidano l’azione economica di questo governo. Si agisce sia sulla domanda ma anche molto sull’offerta: tagliamo le tasse, stimoliamo gli investimenti”, ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, alla conferenza stampa di presentazione della ‘manovra’ 2021.
Il Ministro Giovannini ha rimarcato che si tratta di “Investimenti molto consistenti che consentiranno di dare continuità alla strategia del Pnrr anche dopo il 2026. Accanto ad interventi attesi da tempo per mettere in sicurezza e completare opere stradali e ferroviarie, con il potenziamento dei corridoi tirrenico e adriatico, nasce un fondo di 2 miliardi per ridurre le emissioni di CO2 investendo in sistemi di mobilità sostenibile, cui si aggiungono 4,7 miliardi per metropolitane e trasporto rapido di massa”.
Il Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili incassa così nuovi investimenti per 32 miliardi di euro per il triennio 2022-24 per potenziare e modernizzare le infrastrutture e la mobilità nell’ottica dello sviluppo sostenibile.
Si parla di 16 miliardi di euro destinati al trasporto ferroviario, di cui circa 9 miliardi al miglioramento delle infrastrutture stradali, circa 7 miliardi ad interventi per la mobilità sostenibile, specialmente nei centri urbani, e circa un miliardo ad altre finalità, come per risorse per opere idriche e per le Olimpiadi Milano-Cortina.
Si tratta di misure coerenti con i principi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e che consentono di prolungare anche nella seconda parte del decennio lo sforzo previsto fino al 2026 con i fondi del Next Generation Eu. A questi si aggiunge un incremento strutturale per il Fondo trasporto pubblico locale (1,3 miliardi nei prossimi 5 anni), fermo da molti anni, che consentirà un aumento e un miglioramento dei servizi per i pendolari. È poi previsto un rifinanziamento per 100 milioni di euro del Fondo adeguamento prezzi per fronteggiare i forti rincari dei prezzi delle materie prime nel settore delle costruzioni di opere pubbliche.
Tra le novità del ddl di bilancio si segnala l’istituzione del Fondo per l’attuazione della strategia europea ‘Fit for 55′, il pacchetto normativo della Commissione europea contro la crisi climatica, volto a ridurre le emissioni di gas climalteranti di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Il Fondo ha una dotazione complessiva di 2 miliardi di euro e prevede investimenti per la transizione ecologica dei diversi comparti dei trasporti. (Rinnovo del parco autobus del trasporto pubblico locale, l’acquisto di treni a idrogeno sulle linee ferroviarie non elettrificate, la realizzazione di ciclovie urbane e turistiche, lo sviluppo del trasporto intermodale su ferro, l’adozione di carburanti alternativi per l’alimentazione di navi e aerei e il rinnovo dei mezzi per l’autotrasporto).
Un’importante novità è l’assegnazione di 5 miliardi di euro a interventi di velocizzazione sulla linea ferroviaria ‘Adriatica’, così da ridurre i tempi di percorrenza per i cittadini e aumentare la capacità di trasporto delle merci, nella logica della creazione di un secondo corridoio strategico, accanto a quello Tirrenico, della rete core europea TEN-T. Intervento che riguarderà l’intera linea Bologna – Lecce e consentirà di migliorare i collegamenti tra il Nord e il Sud del Paese.
Già ieri, il decreto legge ‘Infrastrutture e trasporti’ n. 121/2021 era stato approvato, con modifiche, dalla Camera dei Deputati e ora passa al Senato per la conversione.
“Con l’approvazione di questi provvedimenti, il Mims completa il quadro delle riforme previste tra gli obiettivi dello Pnrr di quest’anno e anticipa anche alcuni target previsti per il 2022”, spiega il Ministro Enrico Giovannini. “Siamo particolarmente soddisfatti – aggiunge il Ministro – perché tali riforme modificano in modo significativo le procedure attuali nell’ottica dell’accelerazione dell’attuazione del Piano, ma anche di progetti finanziati attraverso altre fonti, nazionali ed europee”.
Gli emendamenti definiti nell’iter di conversione del decreto legge 121/2021 (Infrastrutture e trasporti) realizzano tre riforme previste dal Pnrr.
La prima, la cui scadenza era prevista per la fine del 2021, è volta a migliorare la sicurezza sulle strade chiarendo il riparto di competenze e responsabilità tra enti locali e Anas/concessionari su ponti, viadotti, sottopassi e sovrappassi che intersecano la viabilità principale. Un decreto del Mims individuerà le opere sulle quali la manutenzione è di competenza di Anas e dei concessionari.
La seconda riforma riguarda il piano invasi per l’approvvigionamento idrico ed è volta sia a semplificare il quadro normativo sia a supportare gli enti attuatori nelle diverse fasi di pianificazione degli investimenti e della realizzazione delle opere.
La terza riforma riguarda la semplificazione della programmazione strategica da parte delle Autorità di Sistema Portuale. È previsto lo snellimento dei procedimenti amministrativi per l’approvazione del documento di programmazione strategica di sistema senza tuttavia ledere la possibilità di interventi e partecipazione di regioni ed enti locali, che potranno esprimersi in sede di Conferenza dei servizi. In questo caso, la riforma è stata anticipata di un anno rispetto alla scadenza di fine 2022 indicata nel Pnrr.
Fra gli interventi per la portualità e i trasporti marittimi si prevede:
Il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto viene identificato quale Autorità Nazionale competente che agisce come coordinatore nazionale per l’interfaccia unica marittima europea, dando piena attuazione in Italia al regolamento europeo in materia.
Allo scopo di stimolare la crescita del tessuto economico industriale che gravita intorno ai porti in questione, il porto di Saline viene ricompreso nella circoscrizione dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto e quello di Licata nel sistema portuale Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale. Questa disposizione completa quanto già previsto nel testo originario del decreto legge, in cui è previsto che i porti di Arbatax e Gela siano inclusi nelle circoscrizioni di competenza delle relative Autorità di sistema portuale.
Si introducono misure di semplificazione in materia di dragaggi e riutilizzo dei materiali di escavo dai fondali marini, al fine di promuovere investimenti a favore di progetti di economia circolare, di favorire l’innovazione tecnologica, nel rispetto, al contempo, della sicurezza del trasporto marittimo.
Viene ampliata la Zona Logistica Semplificata per il Porto e Retroporto di Genova prevedendo che ulteriori siti retroportuali siano individuati con apposito DPCM.
Viene ampliata la platea dei soggetti beneficiari della decontribuzione relativa a imprese esercenti attività di cabotaggio. In particolare, il beneficio si estende alle imprese armatoriali con sede legale, ovvero aventi stabile organizzazione, nel territorio italiano che utilizzano navi iscritte nei registri degli Stati dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo e che esercitano attività di cabotaggio, di rifornimento dei prodotti petroliferi necessari alla propulsione ed ai consumi di bordo delle navi, nonché quelle adibite a deposito e assistenza alle piattaforme petrolifere nazionali.
Si prevede la proroga al 15 dicembre 2021 della riduzione dei canoni concessori applicati dalle Autorità di Sistema Portuale, a seguito dell’emergenza Covid-19, ai soggetti gestori delle stazioni marittime.
Si prevede l’estensione fino al 15 dicembre 2021 della possibilità di riduzione dei canoni concessori applicati dalle Autorità di Sistema Portuale a seguito dell’emergenza Covid-19.
Si incrementa il Fondo per le vittime dell’amianto destinato agli eredi e ai superstiti con 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022. Delle risorse del fondo si possono avvalere anche le Autorità di Sistema Portuale soccombenti in sentenze esecutive, o comunque parti debitrici in verbali di conciliazione giudiziale, aventi ad oggetto risarcimenti liquidati in favore di superstiti di coloro che sono deceduti per le patologie da esposizione all’amianto, inclusi coloro che non erano dipendenti diretti delle cessate organizzazioni portuali.
Infine, per potenziare il Piano invasi per l’approvvigionamento idrico, integrando quanto già previsto nel Pnrr, sono stati stanziati 440 milioni di euro. “La legge di bilancio è coerente con il Piano di Ripresa e Resilienza, acceleriamo i fondi fortemente” e tra i progetti una delle “idee più importanti è quella di avere un formato standard per la costruzione delle scuole progettato da grandi architetti e che i comuni potranno usare: il tempo per costruire una scuola potrebbe essere ridotto”, ha detto il premier Draghi.
Intanto, le Regioni chiedono maggiore coinvolgimento e sotto accusa sono i settori dell’ambiente, istruzione e infrastrutture.
A dare l’allarme è stato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative d’Italia, riunita oggi – 29 ottobre 2021- a Bari su invito della Presidente del Consiglio regionale Loredana Capone. In programma una plenaria e la presentazione del Rapporto 2021 sulla Legislazione tra Stato, Regioni e Unione europea alla presenza del vicepresidente della Camera, l’on. Ettore Rosato. È la prima volta che i Presidenti tornano a incontrarsi in presenza dopo la pandemia e hanno scelto di farlo in Puglia.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, Emiliano ha detto: “Sul Pnrr, il Governo sta correndo. Sta utilizzando dei luoghi di spesa, come i Comuni, che non hanno evidentemente la possibilità di comporre una strategia complessiva e stanno immaginando di semplificare i rapporti di programmazione strategica delle regioni. E secondo il nostro giudizio questo è un errore, nel senso che le Regioni hanno una programmazione di area: quindi quando devi realizzare infrastrutture, intervenire su sanità e scuola, incidere sulle periferie abbandonate, non lo puoi fare città per città, lo devi fare con i Programmi di Area vasta. Peraltro le Regioni tra loro si devono coordinare, quindi saltare le Regioni non solo non corrisponde al disegno costituzionale, ma è anche un errore perché questo rallenta la spesa. Inoltre la stragrande maggioranza di questi progetti, chiunque li debba realizzare, passa dagli uffici delle Regioni che devono effettuare tutte le valutazioni previste dalla legge. Il coinvolgimento delle Regioni è assolutamente necessario”.