Il 28 ottobre, nelle acque del Golfo di Guinea, si è svolta un’esercitazione antipirateria che ha coinvolto la M/N BLUE BROTHER della Società Bambini SpA di Ravenna, Nave MARCEGLIA della Marina Militare, la Confederazione Italiana Armatori (CONFITARMA), la Centrale Operativa del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV), il Centro Operativo Nazionale Guardia Costiera (MARICOGECAP).
Il Golfo di Guinea è un’area di particolare interesse strategico ed economico per l’Italia, sia per i numerosi scambi commerciali con i Paesi della regione sia per l’approvvigionamento di risorse energetiche. Inoltre, sono attive infrastrutture estrattive di ENI e SAIPEM.
Come è noto, l’Area del West Africa è interessata dalla recrudescenza del fenomeno della pirateria che minaccia i mercantili in transito, mettendo a rischio la vita degli equipaggi di bordo oltre a ripercuotersi negativamente sull’intera filiera commerciale. Per tali ragioni, dal 2020, la Marina Militare sta conducendo operazioni di vigilanza marittima tesa a prevenire e contrastare eventuali atti di pirateria che possano nuocere al libero uso del mare nell’interesse dell’Italia e dell’intera collettività europea e internazionale.
In tale contesto, le esercitazioni congiunte rappresentano un importante test delle procedure di allarme e delle comunicazioni tra tutti i soggetti coinvolti, ma anche un’occasione preziosa per verificare i piani di sicurezza in vigore e mettere a punto l’interazione operativa e tattica tra le unità della Marina Militare presenti nell’area e il naviglio nazionale di volta in volta interessato.
Dal 2020 ad oggi si sono svolte tre esercitazioni antipirateria che hanno coinvolto le FREMM “RIZZO” e “MARTINENGO” e unità da carico del Gruppo Grimaldi e di Carbofin S.p.A..
In questa quarta esercitazione, invece, lo scopo è stato quello di mettere alla prova le procedure di intervento della Marina Militare nel caso di un attacco di pirateria nei confronti di un’imbarcazione che, sia per dimensioni che per caratteristiche, si differenzia dalle grandi navi da carico. Dal mese di settembre Nave MARCEGLIA è dislocata in Golfo di Guinea per un impegno di circa 4 mesi nel quadro dell’operazione antipirateria “Gabinia” ed è dotata di 2 elicotteri, di battelli a chiglia rigida particolarmente performanti oltre ai team della Brigata Marina San Marco e dei Reparti subacquei di COMSUBIN specialisti in attività di ricerca bonifica ordigni.
La BLUE BROTHER è una delle sette unità FSIV (Fast Support Intervention Vessel), munita di sistema DP (Dynamic Position), della società Bambini che, da 20 anni, operano nell’area tra il Golfo di Guinea e l’Angola a supporto di attività offshore. Lunga 51 metri, con stazza lorda di 414 GT, a differenza delle unità mercantili che hanno partecipato alle precedenti esercitazioni, date le sue contenute dimensioni non è dotata di attrezzature e sistemi di protezione passiva – come, ad esempio, la Cittadella – ed ha un limitato “bordo libero”. Per contro, tale unità si caratterizza per essere molto manovrabile e in grado di raggiungere una velocità anche di 25 nodi, grazie ai 4 propulsori con potenza di 5368 kW ed alle eliche di manovre di prua. Requisiti che possono dimostrarsi molto utili in caso di attacchi dei pirati.
L’esercitazione ha avuto inizio con la messa a mare da parte di Nave MARCEGLIA di un mezzo che ha simulato di essere un battello dei pirati diretto verso il crew boat.
Date le dimensioni dell’unità – che in quanto avendo stazza inferiore alle 500 GT non è dotata di apparato di allarme SSAS ma solo di sistemi di comunicazione satellitari – il Comandante della BLUE BROTHER ha contattato telefonicamente il CSO (Company Security Officer) della propria compagnia, il quale coordinandosi con CONFITARMA ha subito informato del pericolo il Centro operativo GC (nella sua funzione di IMRCC).
Quest’ultima, a sua volta, ha quindi allertato la Centrale Operativa M.M di CINCNAV fornendo le necessarie informazioni sia tecniche (della nave attaccata), sia di scenario (con l’allertamento di tutta la flotta mercantile nazionale presente in zona); il Comando in Capo della Squadra Navale, integrando queste informazioni con le ulteriori in suo possesso, ha così potuto coordinare nel modo più completo l’intervento di Nave MARCEGLIA. Allo stesso tempo, il Comandante della BLUE BROTHER ha messo in atto le procedure interne di sicurezza, manovrando opportunamente la nave, disponendo il ricovero dell’equipaggio all’interno della nave ed assicurando le comunicazioni con Nave MARCEGLIA.
L’unità della Marina Militare ha attivato i piani di intervento operativo, simulando azioni di diversione verso il barchino dei pirati con un elicottero a bordo del quale sono stati imbarcati i team dei fucilieri della Brigata San Marco e del Gruppo Operativo Subacquei che, una volta a bordo della BLUE BROTHER, hanno assicurato la protezione della nave e verificato l’eventuale presenza di ordigni esplosivi a bordo. L’esercitazione si è conclusa quando la BLUE BROTHER è stata dichiarata libera di proseguire le proprie attività.
In linea con i protocolli di sicurezza sanitaria per contenere la pandemia da Covid-19, l’esercitazione si è svolta senza l’interazione fisica tra il personale interessato; l’efficacia è stata garantita con le reali operazioni svolte in mare con gli assetti a disposizione e attraverso adeguate comunicazioni tra tutti i soggetti coinvolti. Oltre ad avvalorare l’importanza della presenza di unità navali militari nazionali in un’area di cruciale interesse strategico per la salvaguardia degli interessi marittimi del Paese, l’esercitazione ha confermato la consolidata sinergia raggiunta fra il Comando in Capo della Squadra Navale, il Comando Generale delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, CONFITARMA e le compagnie di navigazione italiane che operano in Golfo di Guinea.
Da sottolineare, infine, la professionalità di tutto il personale militare e civile coinvolto, nonché la competenza del Comandante e dell’equipaggio della BLUE BROTHER, a testimonianza dell’impegno della società di navigazione nel formare e addestrare il proprio personale che opera in aree particolarmente ostili.