Londra. Liberare il potenziale dell’industria marittima globale.
Le principali compagnie di navigazione internazionali di petroliere, oltre 150 aziende e organizzazioni leader e Autorità portuali, hanno firmato un ‘manifesto’ con si chiede che l’industria marittima globale sia completamente decarbonizzata entro il 2050, esortando i Governi a intensificare i tempi di riuscita di tale obiettivo.
L’iniziativa di firmare il manifesto di ‘Call to Action’, è stata sviluppata dal World Economic Forum, dal Global Maritime Forum e da altri partner senza scopo di lucro. Si afferma che la decarbonizzazione della navigazione potrebbe “avvenire solo con l’urgenza a scale regionali e tempi necessari” se i Governi e le Autorità di regolamentazione e controllo stabilissero norme e tempi politici adeguati.
Tra gli altri firmatari dell’iniziativa troviamo le linee di container AP Moller-Maersk, MSC e Hapag Lloyd, le grandi compagnie petrolifere BP, Royal Dutch, Shell, i gruppi minerari BHP e Rio Tinto, i gruppi agricoli Cargill e Bunge e altri come i porti di Rotterdam e Anversa, nonché l’Autorità del Canale di Panama.
Nel documento si legge che i responsabili politici hanno un’opportunità storica di accelerare questo processo introducendo una tassa globale sul carbonio e sui combustibili per uso marittimo, per guidare la decarbonizzazione e incentivare gli investimenti in carburanti e navi a emissioni zero.
Con circa il 90% del commercio mondiale trasportato via mare, il trasporto marittimo globale rappresenta quasi il 3% delle emissioni mondiali di CO2 e il settore è sottoposto a crescenti pressioni per diventare più green.
I documenti dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) invitano lo shipping globale a ridurre le emissioni complessive di gas serra (GHG) delle navi del 50% rispetto ai livelli del 2008 entro il 2050; ma i gruppi industriali chiedono un’azione accelerata da parte dei Governi con norme adeguate. Un portavoce dell’IMO ha affermato che l’Agenzia delle Nazioni Unite aveva un “chiaro piano di lavoro per il futuro”, compresa la discussione di ulteriori misure per ridurre le emissioni di gas serra delle navi, che fornirebbero agli Stati membri “l’opportunità di rivedere l’attuale strategia e presentare proposte per nuove ambizioni”.
Nell’ultima iniziativa, le società e i gruppi – del trasporto marittimo, noleggio, finanza, porti e produzione di carburante – affermano che sono necessarie misure più forti per garantire che il settore soddisfi gli obiettivi climatici fissati dall’accordo di Parigi, che cerca di limitare il riscaldamento globale a meno di due gradi Celsius.
Le compagnie di navigazione che non hanno una strategia per la decarbonizzazione rischiano di essere espulse dal mercato, poiché le opzioni di finanziamento diventeranno più costose, e i gruppi bancari saranno restii a concedere finanziamenti per affrontare la ristrutturazione delle navi o nuove costruzioni.