Bruxelles. Per gli studenti europei, si prospettano per ora tempi duri dato che, senza l’Erasmus e con i nuovi vincoli sui soggiorni imposti dalla Brexit, studiare nel Regno Unito sarà adesso più difficile e soprattutto costoso. Dal primo gennaio 2021, il Regno Unito è diventato a tutti gli effetti un paese terzo rispetto all’Ue e, in quanto tale, non ha più il diritto di partecipare a nessun programma europeo dato che questi sono riservati esclusivamente agli Stati membri.
Tra le ‘uscite’ più importanti causate dalla Brexit vi è (forse perché si stanno valutando alcune condizioni) l’addio del Regno Unito all’Erasmus. Progetto che per trent’anni ha interessato milioni di universitari permettendo loro di studiare in un altro paese dell’Ue, garantendo la formazione di cittadini europei. Negli ultimi sette anni (2014-2020) sono stati oltre 100 mila gli studenti inglesi che vi hanno partecipato.
Il premier britannico Boris Johnson, nel descrivere l’accordo’Brexit’, ha sottolineato che l’uscita da Erasmus è stata una “scelta difficile”, anche per i costi da sostenere per mantenere detto programma. Per questo, Erasmus sarà sostituito dal Turing Programme, che permetterà agli studenti inglesi di trascorrere periodi di studio all’estero, non solo in Europa, ma in tutto il mondo. Intanto le polemiche non si placano con la premier scozzese, Nicola Sturgenon, che ha marcato l’uscita da Erasmus come un “vandalismo culturale”. Gli studenti inglesi di Belfast potranno continuare a partecipare all’Erasmus, visto che il governo irlandese pagherà loro le borse di studio.