ICS: l’applicazione dell’Emissions Trading System europeo per lo shipping globale non sarà semplice

Londra. Lo shipping internazionale è convinto e risoluto nel compiere i passi necessari per sviluppare, testare e scalare le tecnologie necessarie per decarbonizzare il internazionale. Avere navi a emissioni zero commercialmente redditizie che operano lungo rotte commerciali dei mari internazionali entro il 2030 rimane una priorità per l’armamento mondiale.

L’ affronta le implicazioni che possono derivare dall’applicazione del sistema di scambio di quote di emissioni  dell’Ue  al trasporto marittimo.  Lo scorso luglio, la Ue per l’ambiente ha incluso le del settore marittimo nel sistema di scambio di quote di emissioni dell’Ue (ETS Emissions Trading System) e ha fissato un nuovo obiettivo di riduzione del 40% della CO2 da trasporto entro il 2030, come evidenzia il Green Deal europeo. Il sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue (ETS UE) è uno dei pilastri su cui si fonda la politica dell’Ue per contrastare i cambiamenti climatici; uno strumento essenziale per ridurre in maniera economicamente efficiente le a effetto serra.

Il sistema ETS UE opera secondo il principio della limitazione e dello scambio delle emissioni ed è obbligatoria la partecipazione per le imprese: – è fissato un tetto alla quantità totale di alcuni gas serra che possono essere emessi dagli impianti – il tetto si riduce nel tempo per la diminuzione delle emissioni totali – entro il limite, le imprese ricevono o acquistano quote di emissioni e che possono scambiare – alla fine di ogni anno le società devono restituire un numero di quote sufficiente a coprire le loro emissioni per evitare pesanti multe. Nel 2020 le emissioni dei settori disciplinati dal sistema saranno inferiori del21% rispetto al 2005; nel 2030 saranno inferiori del 43%. Ora il sistema ETS Ue è nella terza fase e i principali cambiamenti rispetto alle precedenti fasi riguardano: – l’applicazione di un unico tetto alle emissioni per tutta l’Ue – la vendita all’asta è il metodo comune di assegnazione delle quote.

L’ICS, intanto, con uno studio appropriato, identifica i possibili rischi di incorporare il trasporto marittimo internazionale in un ETS regionale (quello europeo) e dimostra che misure come la tassa globale sul carburante è già in fase d’attuazione da parte dell’IMO. Fra i vantaggi, l’ICS annovera che l’Ue -ETS  ha la capacità di stabilire un limite alle emissioni dell’intero settore e i singoli emettitori devono raggiungere e che questo limite  può essere modificato nel tempo; consente la riduzione delle emissioni sia all’interno che all’esterno del settore con conseguente flessibilità negli approcci di conformità che possono essere utilizzati, compreso il permesso di utilizzare la compensazione; poiché il prezzo del carbonio è determinato dal mercato, alcuni economisti sostengono che ciò garantisce che le emissioni di CO2 siano ridotte nel modo più economico e potenzialmente consente il commercio con altri mercati del carbonio.

Come svantaggi, lo studio dell’ICS rileva un indebolimento dei negoziati dell’IMO per attuare la propria strategia iniziale sulla riduzione delle emissioni di gas serra dalle navi, e quindi annulla gli sforzi globali per adottare misure per la riduzione delle emissioni assolute e fornire programmi di supporto ai paesi in via di sviluppo, in particolare ai paesi meno sviluppati; una maggiore incertezza sul prezzo di emissione di una tonnellata di CO2, in quanto dipende dalla domanda e dall’offerta (se il prezzo scende a causa di una minore domanda, diminuisce la disponibilità e la capacità delle aziende di investire in progetti che riducono la CO2);  ed ancora i fondi raccolti dalle quote di carbonio acquistate dal settore marittimo non vengono trattenuti nel settore marittimo per la ricerca e lo sviluppo (a differenza della proposta del Consiglio Internazionale per la Ricerca e lo Sviluppo Marittimo all’IMO dall’industria marittima, per accelerare lo sviluppo di tecnologie a zero emissioni di carbonio e la completa decarbonizzazione).

Il rapporto ICS conclude che le emissioni delle navi che commerciano a e trasportano merci da e verso l’Unione europea stanno già contribuendo al cambiamento climatico antropogenico.