Londra. Si può affermare, con certezza, che Londra rimane ancora il più importante e dominante centro per l’arbitrato marittimo internazionale, superando la concorrenza dell’Asia e del Medio Oriente. Il settore dei traffici marittimi, com’è noto, ha la caratteristica dell’internazionalità: i rapporti giuridici di questo settore coinvolgono imprese e operatori appartenenti a luoghi diversi con ordinamenti statali diversi; basti pensare ad un contratto di trasporto marittimo tra porti (partenza e arrivo) di Stati diversi. In uno scenario di eventuale contestazione l’arbitrato rappresenta lo strumento privilegiato di soluzione delle controversie.
L’”arbitrato marittimo” rappresenta allora lo strumento procedurale preferenziale per dirimere le controversie che nascono tra gli operatori marittimi su scala mondiale. Tale tipologia di arbitrato rientra nella più ampia gamma dell’arbitrato commerciale internazionale, sulla scorta del quale è essenzialmente improntata la sua disciplina legale; tuttavia, in ragione di determinate caratteristiche proprie del contesto dello shipping, l’arbitrato marittimo si distacca dal modello “generale” dell’arbitrato commerciale internazionale. Il Regno Unito, in questi ultimi due anni, sta affrontando il suo periodo politico più difficile, quello della transizione post – Ue. Mentre il mondo dello shipping è alle prese con la pandemia del Covid-19 e le relative scosse di assestamento economiche, lo scenario futuro dell’arbitrato marittimo internazionale rimane di difficile previsione.
L’unica certezza che si possa prevedere è un aumento dell’uso dell’arbitrato, perché il settore dello shipping globale inizia ad affrontare le sfide economiche e le conseguenti controversie a seguito della recessione finanziaria globale post – pandemia. In questi tempi difficili, la flessibilità, la risoluzione più rapida e i costi potenzialmente inferiori offerti dall’arbitrato potrebbe renderlo sempre di più la risoluzione più facile delle controversie marittime. Secondo un’analisi, condotta da uno studio legale tra i più accreditati di Londra, nel 2019 sono stati registrati circa 1734 arbitrati marittimi, in aumento del 14% rispetto al 2018. Tale percentuale rappresenta circa l’83% di tutti gli arbitrati marittimi a livello globale con 229 casi a Singapore, 124 a Hong Kong e 43 a Parigi.
L’analisi dimostra chiaramente l’entità del predominio di Londra nel settore dell’arbitrato marittimo internazionale e si è certi che per il medio termine rimarrà Londra la sede più importante. Certamente, Singapore e Hong Kong rimangono le sedi di arbitrato marittimo più interessate per le compagnie di navigazione residenti in Asia, anche se in questi ultimi anni, gli Emirati Arabi Uniti hanno lanciato il primo centro di arbitrato marittimo dedicato del Medio Oriente: l’Emirates Maritime Arbitration Center. La Nordic Offshore and Maritime Arbitration Association è stata istituita come alternativa al post – Brexit London per le controversie internazionali marittime e non. Per ora nessuno può prevedere quale impatto avrà la Brexit sullo status di Londra come centro marittimo internazionale.